A proposito del Tribunale ONU per la Jugoslavia

dichiarazione dell'International Action Center

E' merito esclusivo della crescente pressione internazionale per incriminare Bill Clinton e altri leaders della NATO per crimini di guerra contro il popolo jugoslavo se il procuratore capo del Tribunale Internazionale per la ex Jugoslavia si è visto costretto ad annunciare che avrebbe preso in esame un rapporto su possibili crimini commessi dalla NATO. Chi si aspettasse l'incriminazione di qualcuno dei leaders della NATO andrebbe però incontro a sicura delusione. L'annuncio che la condotta della NATO viene scrutinata è solo una cinica manovra per accreditare l'imparzialità di un tribunale istituito per ordine dei paesi NATO e da essi finanziato.

Il 28 dicembre Carla Del Ponte, procuratore capo del tribunale speciale sui crimini di guerra con sede a L'Aia, annunciava che avrebbe preso in esame un rapporto sulla condotta dei piloti NATO e dei loro comandanti nel corso dei 78 giorni di bombardamento della Jugoslavia. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU aveva istituito il tribunale nel 1993 su istigazione di Madeleine Albright. Da allora esso è sempre dipeso nel suo funzionamento dal sostegno finanziario dei paesi NATO e ha fatto assegnamento sulla NATO per imporre le sue decisioni e arrestare quelli che indica come imputati. Questo Tribunale non ha niente a che fare con la Corte Internazionale di Giustizia e non ha il minimo fondamento nel diritto internazionale o nella Carta dell'ONU.

Lo IAC non ha mai ritenuto che un tale organismo potesse essere un tribunale imparziale e indipendente. Esso è stato istituito per stare agli ordini delle potenze occidentali con lo scopo in particolare di gettare il discredito sui dirigenti politici della Jugoslavia preparando così l'opinione pubblica alla guerra. Non ha rappresentato altro che uno strumento in più nella guerra di aggressione contro la Jugoslavia. Quasi tutte le sue accuse sono state mosse contro i Serbi e l'imputazione del presidente Slobodan Milosevic e di altri dirigenti jugoslavi è stata formulata proprio mentre le bombe della NATO piovevano su Pristina e le altre città e villaggi del Kosovo, su Belgrado, Novi Sad e tutta la Jugoslavia.

Gli aggressori NATO hanno accusato le loro vittime di crimini di guerra. Non è un fatto senza precedenti storici. All'inizio degli anni '40 la Germania nazista di Adolf Hitler inscenò un processo per crimini di guerra contro il dirigente socialista francese Leon Blum. Blum e i socialisti furono accusati di aver provocato la seconda guerra mondiale. Lui e milioni di altri furono poi deportati nei campi di concentramento.

Nessuno dei resoconti mediatici sull'annuncio della Del Ponte ha avanzato la previsione che l'esame del rapporto possa sfociare nell'imputazione di persone associate alla NATO; già solo il fatto tuttavia che si possa ventilare questa eventualità rappresenta uno sviluppo di grande rilievo. Come ha osservato uno dei commentatori, non esiste nessun precedente di un responsabile politico o militare occidentale trascinato davati a un tribunale.

Il 31 luglio 1999 l'International Action Center diede vita a New York di fronte a 700 persone a una Commissione Indipendente di Inchiesta per indagare sui crimini di guerra USA e NATO contro il popolo jugoslavo. In quell'occasione l'ex ministro della giustizia statunitense Ramsey Clark formulò un'imputazione contenente 19 capi di accusa contro i dirigenti politici e militari degli USA e degli altri paesi NATO per crimini di guerra, crimini contro l'umanità e crimini contro la pace.

Dopo di allora molte assemblee dello stesso tipo si sono tenute in dieci città degli USA, a Roma, Berlino, Oslo, Parigi, Vienna, Novi Sad, Sydney, Tokyo e ad Atene si è visto il "Tribunale Popolare" più impressionante, con la partecipazione di 10.000 persone.

Altri, tra cui per esempio alcuni membri della Duma russa e illustri avvocati canadesi, greci e inglesi, hanno contribuito al "movimento per il tribunale" cercando di sottoporre testimonianze al Tribunale Internazionale istituito dal Consiglio di Sicurezza a L'Aia. Costoro hanno documentato i crimini della NATO e chiesto che il Tribunale esamini anche quelli. Altri ancora, per lo meno in Germania e in Italia, hanno presentato denunce contro i rispettivi governi per la violazione di norme costituzionali che impediscono una guerra di aggressione.

A ciò bisogna aggiungere che i mezzi di comunicazione dominanti hanno finalmente ospitato parecchie ricostruzioni corrette di avvenimenti relativi alla guerra, che espongono le potenze NATO alle peggiori accuse di crimini di guerra e confermano che si è trattato di una guerra di aggressione e che la NATO ha voluto colpire i civili. Ci riferiamo in particolare alle ricostruzioni comprovanti che:

(1) Gli USA e gli altri paesi NATO hanno provocato la guerra imponendo nel marzo 1999 a Rambouillet condizioni che prevedevano l'occupazione dell'intero territorio jugoslavo e che il governo jugoslavo non avrebbe mai potuto accettare (si veda per esempio l'articolo di Robert Fisk sul quotidiano inglese The Independent del 26 novembre 1999).

(2) I generali statunitensi che hanno diretto i bombardamenti NATO hanno colpito di proposito obiettivi economici civili per far pressione sul governo di Belgrado e costringerlo a capitolare (ai veda Dana Priest sul Washington Post del19, 20, 21 settembre 1999).

(3) Gli allarmi sul "genocidio" che i capi politici della NATO hanno utilizzato per giustificare l'intervento non avevano nessuna corrispondenza nella realtà. Funzionari statunitensi affermarono che 500.000 albanesi del Kosovo erano stati uccisi, poi scesero a 100.000, poi a 40.000. Ma le squadre di investigatori di 17 paesi che hanno scavato nel Kosovo per sei mesi per cercare le cosiddette "fosse comuni" hanno trovato 2.108 corpi, appartenenti si intende a persone di tutte le nazionalità e morti per tutte le cause. (Si veda il Toronto Star del 4 novembre e il New York Times del 10 novembre 1999)

Insomma, le testimonianze sempre più numerose contro le forze USA e NATO e le pressioni sempre più forti per accusare la NATO di crimini di guerra hanno costretto il Tribunale costituito dal Consiglio di Sicurezza a cercare almeno di mascherare la propria funzione di arma puntata contro la Jugoslavia.

Anche se non ci aspettiamo affatto che il Tribunale Internazionale sulla ex Jugoslavia metta sotto processo i criminali di guerra USA e NATO, noi dell'International Action Center siamo incoraggiati da questo ulteriore segnale dell'ostilità crescente contro la guerra di aggressione condotta dala NATO e daremo vita nel prossimo mese di giugno, come ci siamo proposti, al tribunale indipendente che sottoponga i criminali NATO e USA al processo dell'opinione pubblica mondiale.

31 dicembre 1999.

Ritorna alla prima pagina