UNITI PER COMBATTERE

Convegno delle forze antimperialiste
Praga 8-9 maggio 1999

Se non ci fosse una tremenda guerra scatenata dalla NATO contro quel che rimane della Jugoslavia e la prospettiva di un intervento via terra delle truppe "alleate", potremmo dire che il convegno di Praga dell'8 e 9 maggio ci ha indotti all'ottimismo. Era da tempo che in un comnvegno internazionale della Fondazione Pasti non si registravano presenze così numerose e una disponibilità alla collaborazione e al dialogo. E' evidente che la guerra ha agito da catalizzatore, ma questo non è sufficiente a spiegare il clima che si respirava al convegno di Praga.

Chi è abituato a frequentare riunioni internazionali e conosce le difficoltà a tradurre in pratica i discorsi, l'8 e il 9 maggio si è trovato di fronte a tendenze più marcate che nel passato a concretizzare rapporti di collaborazione tra quellle forze che hanno fatto del discrimine antimperialista il punto centrale della loro strategia. In questa stessa pagina sono riportati i nomi delle organizzazioni, il testo della risoluzione politica approvata e i punti del programma di lavoro comune.

Innanzitutto, cerchiamo di spiegare il perchè della maggiore disponibilità alla collaborazione. A questo proposito è apparso evidente nel corso del convegno che, dopo molti ani di annaspamento e di ricerche in varie direzioni, le forze antimperialiste sentono l'esigenza di costruire una comune strategia contro il nemico. Questa strategia non si può costruire nell'ambito nazionale, nè coi rapporti di diplomazia politica bilaterale o multilaterale. Coll'incalzare dell'offensiva imperialista si è visto che c'è bisogno di un coordinamento di forze che rappresenti un punto di riferimento nello scontro. Riferendoci all'area direttamente investita dalla guerra - dagli USA, all'Europa occidentale, all'Est europeo, ai Balcani - il riferimento non può essere certamente la sinistra istituzionale, il cui impegno nella guerra imperialista è totale, o quelli che si definiscono ancora comunisti - come il PCF e i Comunisti Italiani - ma partecipano ai governi di guerra condividendone le responsabilità. Anche la sinistra di questo schieramento istituzionale, il PRC e il PCP, pur essendo impegnata contro la guerra, non è interessata a portare avanti una strategia antimperialista di livello mondiale. L'unica eccezione è il KKE, il Partito Comunista Greco, il quale però è costretto a muoversi, date le circostanze storiche, con un certo strabismo.

I gruppi e le organizzazioni comuniste e antimperialiste europee non hanno trovato, negli anni passati, un terreno di collaborazione nè sulle questioni europee nè sulle questioni relative alla NATO. La frammentazione ideologica e l'assenza di una proposta utile hanno impedito che si arrivasse a determinazioni concrete, nonostante i tentativi che da più parti sono stati fatti.

A Praga si è rovesciato il metodo, si è partiti dalla parola d'ordine unificante ORGANIZZARSI PER COMBATTERE, e dalle proposte concrete di collaborazione sintetizzate nelle conclusioni. Questo ha permesso di unificare le diverse posizioni politiche su una piattaforma unitaria che ha messo insieme, a partire dalle organizzazioni antimperialiste ceche, tutte le forze presenti al convegno.

Qual'è la portata pratica di questa unità? Quale novità è in grado di apportare nell'ambito delle iniziative antimperialiste esistenti nelle varie parti del mondo?

Per rispondere a questa domanda bisogna porsi un altro interrogativo: come è possibile combattere l'imperialismo dopo il crollo dell'URSS e con il monopolio della tecnologia militare avanzata in mano agli USA e all'UE?

Neppure paesi come la Russia e la Cina sono in grado di far fronte militarmente al blocco NATO e quindi si tratta di capire come affrontare lo scontro. L'unità del movimento internazionale contro la guerra è l'unico deterrente che può bloccare l'imperialismo. Senza la generalizzazione dello scontro che coinvolga in un unico movimento gli USA, l'Europa occidentale e orientale, la Russia, la Cina e i paesi e le forze rivoluzionarie antimperialiste, non si può sperare di capovolgere la tendenza in atto all'aggressione e alla guerra.

Per questo il compito principale del movimento antimperialista è quello di lavorare per sviluppare una coscienza di massa che siamo entrati in un'epoca in cui occorre condurre su scala planetaria lo scontro per scardinare le radici del nuovo ordine imperiale, e fino a che questo non avverrà non si potrà avere indipendenza e possibilità di costruire un mondo diverso dall'attuale. Nell'esprimere questa considerazione occorre anche precisare di quale movimento internazionale c'è bisogno. A nostro avviso solo un movimento antimperialista a livello mondiale e deciso a battersi fino in fondo contro la guerra e contro i governi che ne sono responsabili è in grado di opporsi efficacemente agli USA e all'UE. Non quindi un movimento genericamente pacifista, ma un fronte politicamente e organizzativamente attrezzato.

L'impegno che ci siamo assunti a Praga è quello di lavorare per creare le condizioni della collaborazione antimperialista mondiale. Sia chiaro però che il centro che è stato creato a Praga non è il fronte antimperialista, bensì lavora per creare questo fronte antimperialista, il quale non deve alimentarsi con le dichiarazioni politiche, ma con la lotta e l'iniziativa concreta.

Nell'ambito di questo lavoro ne va poi valutata concretamente l'articolazione in modo che risulti la più efficace e puntando a realizzare una dialettica tra consensi di massa, rapporti unitari e livello dello scontro.

Nel programma deciso a Praga c'è un punto rilevante che riguarda le campagne di informazione sia sullo sviluppo del movimento che contro le menzogne dell'imperialismo che accompagnano e cercano di giustificare la guerra e i suoi aspetti più sporchi. Su questo alcune organizzazioni presenti a Praga (si pensi all'International Action Center di New York) danno già un contributo rilevante. Si tratta ora di vedere se con una rete telematica comune e un supporto alle campagne informative di massa si riesce a contrastare la guerra psicologica condotta dagli imperialisti per giustificare i propri crimini.

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