Rifiuto di Leonida G. Ivachov di partecipare al « processo » come testimone

Leonida G. Ivachov è stato capo settore del Dipartimento della Cooperazione Militare Internazionale del Ministero della Difesa della Federazione Russa dal 1996-2001, vice presidente dell’Accademia per le Questioni geopolitiche, dottore in Scienze storiche, colonnello generale della riserva.

Mosca, 9 settembre 2004

Dichiarazione

(traduzione di J-M.Flémal)

In risposta all’invito del Presidente dell’ex Repubblica Federale di Yugoslavia (RFY), Signor Slobodan Milosevic, io, Leonida Grigorievitch Ivachov, cittadino della Federazione Russa, mi sono dimostrato d’accordo a testimoniare in favore della sua difesa nel corso del processo che si sta svolgendo davanti al Tribunale penale internazionale per l’ex Yugoslavia (ICTY). Ho agito in tal modo in piena coscienza, cercando di contribuire al conseguimento dell’obiettività e della verità sulle questioni Europea e Yugoslava durante il periodo 1997-2000.

A mio parere, la partecipazione al processo dell’Aja era importante per le seguenti motivazioni circostanziali: in primo luogo, io ho partecipato direttamente agli avvenimenti in questione; in secondo luogo non posso ignorare il fatto che l’accusa presentava come testimoni molte persone che hanno direttamente preparato e perpetrato l’aggressione armata contro uno Stato sovrano, vale a dire la Repubblica Federale di Yugoslavia, e che si sono resi responsabili della morte di centinaia di persone e della violazione delle norme del diritto internazionale.

Tuttavia, le recenti decisioni del tribunale mi hanno costretto a rivedere la mia precedente decisione. L’ICTY, in violazione dei suoi stessi statuti (articolo 21, paragrafo 4), impone un consigliere legale a Slobodan Milosevic che, fino a questo momento, si è avvalso del suo diritto all’autodifesa. Fra i compiti del consigliere imposto, figura quello di determinare quali sono le persone che dovrebbero comparire come testimoni della difesa, quale sarà la natura delle loro testimonianze e le loro possibili interpretazioni.

Non è possibile considerare cosa normale che il consigliere imposto sia un cittadino del paese che ha calpestato le norme del diritto internazionale, la lettera e lo spirito della Carta delle Nazioni Unite e che, in modo ripetuto, ha commesso aggressioni contro alcuni Stati sovrani, e fra questi la Repubblica Federale di Yugoslavia.

In queste condizioni, visto che la mia testimonianza in qualità di testimone della difesa può venire utilizzata addirittura contro Slobodan Milosevic e non si ricerca l’obiettività e non viene adottata una procedura giusta, mi rifiuto di prendere parte al processo.

Nello stesso tempo, confermo la mia intenzione di comparire al processo quando l’ICTY metterà in atto condizioni legalmente corrette e giuste e rispetterà le norme del diritto internazionale.

Léonide G. Ivachov

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