Kirghizistan

Il Kirghizistan, territorio montagnoso con 5 milioni di abitanti, in periferia delle nuove grandi aree petrolifere e metanifere, nell'arco dei prossimi anni può diventare un cuneo americano tra la Russia e la Cina per destabilizzare la situazione geo-politica nell'Asia centrale, come scritto in questa rubrica presentando alcuni importanti documenti nei giorni scorsi.

I disordini delle ultime ore, che hanno portato alla fuga del presidente in carica della repubblica ex-sovietica, alle dimissioni del governo ed alla non convalida delle elezioni legislative (secondo i manifestanti e gli osservatori dell'OSCE sospettate di brogli), rappresentano la punta di un icerberg profondo che condensa arretratezza storica, corruzione, povertà, differenze e contraddizioni etniche, le cui radici di questi mali sono lontane. Risalgono al tempo della gestione brezneviana e sono cresciuti enormemente con la gestione di Gorbacev e con il crollo dell'Unione Sovietica, di cui Eltzin è stato il principale responsabile.

Gli USA hanno avuto, quindi, buon gioco ad inserirsi nelle repubbliche asiatiche dell'ex-URSS e molti gruppi dirigenti politici ed economici (con le privatizzazioni e la formazione delle oligarchie) di queste repubbliche hanno avviato una politica di grande apertura nei loro confronti, mantenendo allo stesso tempo buoni rapporti con Mosca nell'ambito della Comunita degli Stati Indipendenti (una struttura formale più che sostanziale).

Per capire i fatti di questi giorni non si deve dimenticare altresì che questi territori fino alla costituzione dell'URSS (1924) sono stati interessati o dall'oppressione dell'autocrazia russa oppure da quella dell'impero ottomano. E con il crollo dell'URSS l'America ne approfitta spalleggiando la Turchia che si espone in prima linea.

Con la guerra americana in Afghanistan, Uzbekistan e Kirghizistan mettono a disposizione degli USA i loro territori ed il Kirghizistan addirittura permette agli USA di costruire nel suo territorio una base americana, mantenendo la base russa nell'ambito della CSI. L'anno scorso in Kirghizistan sono avvenute delle manovre militari congiunte tra l'esercito di questo paese e quello cinese.

Chi prenderà il potere adesso in Kirghizistan? Il copione della Georgia e dell'Ucraina sembra lo stesso, in tutti i sensi. Gli USA prima penetrano in questi paesi ed hanno buoni rapporti con i gruppi dirigenti che si affermano dopo il crollo dell'URSS, ad esempio Shevarnadze e Kuchma. Poi non paghi, vogliono il controllo totale e fomentano le ribellioni in nome della lotta alla corruzione, alle sperequazioni sociali (!), e per la democrazia. Ed ecco che trionfano Shakasvili e Yushenko, dichiaratamente filo-americani, liberisti e quindi, come l'esperienza insegna fautori dell'esasperazione delle differenze di classe, nonché pronti a ribaltare i precari rapporti costituiti nel 1991 con la Russia nell'ambito della CSI per aderire alla Nato.

G.Amata


NOTA

Dal Coordinamento Nazionale per la Jugoslavia, 24 marzo 2005 - titolo e sottolineature nostre

Kirghizistan - Cina - droga

Sul sito della CIA http://www.cia.gov/cia/publications/factbook/geos/kg.html c'è una dettagliata analisi sul Kyrgyzstan da cui si possono capire alcune cose: nel paese ci sono importanti minoranze tajike e uzbeke e con i due paesi ci sono contenziosi sui confini. Inoltre il Kyrgyzstan confina per 800 Km con la Cina e ospita una minoranza di uiguri (turcofoni, tanto cari a Pannella e Bonino) pari all'1% della popolazione. Ultimamente Akaev aveva operato svariati arresti ed estradizioni in Cina di personaggi definiti "terroristi", al pari di come li definisce il governo cinese.

Sempre dal sito della CIA apprendiamo che in Kyrgyzstan ci sono importanti riserve di risorse naturali ed acqua, quest'ultima causa di altre tensioni con Uzbekistan e Tajikistan ed inoltre il paese, in prevalenza abitato da agricoltori, ospita coltivazioni di droga ed è uno scalo per il mercato del Sud-est asiatico e l'Europa, ma finora il governo di Akaev aveva tenuto sotto controllo il fenomeno.

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