Appello del Comitato contro l'embargo

Facciamo del 15 aprile una giornata internazionale di solidarietà con la Libia
e di protesta contro le sanzioni imposte da una ONU totalmente asservita alla superpotenza americana

15 aprile 1995

Il 15 aprile è una data emblematica della natura e della brutalità del cosiddetto «Nuovo Ordine Internazionale».

Il 15 aprile del 1986 forze aree degli Stati Uniti, partendo da basi europee e da portaerei della VI Flotta, compirono una delle loro tante azioni terroristiche di questi ultimi anni bombardando dal cielo obiettivi civili a Tripoli e Bengasi e causando la morte di molte persone.

A partire dal 15 aprile 1992 le Nazioni Unite - la coincidenza della data vuole evidentemente sottolineare una continuità - il Consiglio di Sicurezza dell'ONU ha imposto alla Libia sanzioni, ulteriormente aggravate dal 1º dicembre 1993 (*).

Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU non ha avuto nessuno scrupolo a calpestare le norme più elementari del diritto internazionale, a scavalcare la stessa Corte Internazionale di Giustizia e a farsi strumento di sopraffazione di un piccolo paese da parte di una grande potenza. A un paese sovrano viene ingiunto di consegnare due suoi cittadini alla giustizia americana o britannica, sulla base di accuse fabbricate dagli stessi servizi USA su cui, alla luce di tante esperienze, non è solo lecito ma doveroso avanzare i più gravi dubbi. Alle vittime del terrorismo USA viene chiesto di dimostrare di non aver legami con il cosiddetto «terrorismo internazionale».

Inutilmente il governo libico - prima e dopo l'adozione delle sanzioni - ha avanzato proposte giuste sul piano giuridico e tali da fugare ogni possibile dubbio sulle sue eventuali responsabilità: processo in un paese neutrale, processo alla Corte Internazionale, controllo ONU di un processo da celebrare in Libia, richiesta di conoscere le fondamenta dell'accusa, ecc. Niente da fare! L'ONU chiede che i due siano consegnati alla sola vera giustizia, quella degli sceriffi americani (o inglesi), quella per intendersi di Sacco e Vanzetti, dei Rosenberg, di Peltier o di Silvia Baraldini; quella delle pazzesche leggi "anticrimine" attualmente in via di approvazione, per cui si potrà avere l'ergastolo per reati minori che danno però molto fastidio alle classi dominanti; quella delle leggi che autorizzano le forze USA - in spregio alle leggi di altri paesi - a catturare (o uccidere) all'estero i loro nemici; quella che in molti paesi occupati da forze USA prevede che i militari americani non possano essere giudicati dai tribunali del paese ospitante.

Il 15 aprile deve essere una giornata di solidarietà con il popolo e con le istituzioni libiche che subiscono questa violenza.

Ma il 15 aprile deve essere soprattutto una giornata di denuncia e di lotta contro la rinnovata arroganza senza limiti e senza pudore della superpotenza americana e dei suoi alleati; contro la manipolazione indecente delle istituzioni internazionali e in particolare dell'ONU e del Consiglio di Sicurezza; contro la sfrontatezza di tipo colonialista con cui vengono accantonate o evitate a suon di ricatti e di corruuzione le obiezioni e i distinguo dei tanti paesi che "non contano niente".

No alle sanzioni
No all'ONU strumento di sopraffazione
No al vero terrorismo, quello degli USA e dei loro alleati.

(*) Le sanzioni sono state imposte con la risoluzione n.748 del 31/3/92, che faceva seguito alla n.731 del 21/1/92. L'ulteriore inasprimento è stato approvato con la risoluzione n.883 dell'11/11/93. Torna al testo.

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