La sentenza di Camp Zeist per il processo Lockerbie:
una sentenza politica su pressione angloamericana

Dossier a cura dell'Ufficio Popolare della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista

La notizia della sentenza emessa dal Tribunale di Camp Ziest in Olanda, il 31/01/2001 sul caso Lockerbie e' stata riportata ampiamente dai mezzi di informazione italiani. L'Ufficio Popolare della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista di Roma vorrebbe chiarire quanto segue sul caso in questione:

Dal momento del disastro dell'aereo della Pan Am e della sua caduta sulla città di Lockerbie nel 1998, gli Stati Uniti d'America e l'Inghilterra hanno puntato il dito accusatorio contro alcuni paesi classificati come loro nemici. E' da questo presupposto che è partita l'accusa alla Libia di essere dietro l'attentato dell'aereo precipitato. Successivamente, l'America e l'Inghilterra hanno presentato la questione al Consiglio di Sicurezza dell'ONU, pur non essendo questo l'organo competente, poiché si trattava di una questione puramente giudiziaria, cosa che è stata confermata in seguito dalla Corte Internazionale di Giustizia il 27/02/1998. Per cui era doveroso, dal momento in cui la Corte Internazionale di Giustizia decise che si trattava di una questione esclusivamente di sua competenza, che il Consiglio di Sicurezza si astenesse completamente dal procedere in merito.

Malgrado ciò l'America ha presentato una serie di accuse allo scopo del coinvolgimento della Libia in attività terroristiche, non fornendo però nessuna prova che confermi queste accuse; a meno che non si voglia considerare la lotta di liberazione dei popoli contro il colonialismo come attività terrorista, considerando, quindi, tutti i paesi che hanno lottato, con tutti i mezzi a loro disposizione, per la loro liberazione e indipendenza dai loro occupanti colonialisti come dei paesi terroristi. Oggi vediamo l'America, l'Inghilterra e altre nazioni considerate grandi accogliere e ricevere, con tutti gli onori, conferendo loro titoli di eccellenza e gran rispetto, uomini che hanno avuto in passato dei ruoli molto importanti nella lotta contro il colonialismo; tali uomini venivano una volta considerati dei terroristi, come il Combattente e Presidente Nelson Mandela e tanti altri combattenti onesti nel mondo.

E' inaccettabile descrivere la Libia come un paese terrorista quando essa stessa è stata ed è tuttora una vittima del terrorismo di stato; questo paese nel 1986 ha subito una delle più brutali aggressioni della storia, quando l'America, sostenuta anche dall'Inghilterra, ha bombardato le città di Tripoli e Bengasi, colpendo anche la sede del Leader della rivoluzione Muammar Gheddafi, causando la morte di bambini, donne e anziani. Sono stati vittime di un atto terroristico giustificato con infondate e banali accuse. I segni e gli effetti ancora rimasti di quel attacco americano sono la testimonianza della brutale aggressività americana e inglese.

Un'altra prova che il processo di Camp Ziest è stato un processo politico è quella di avere ignorato completamente tutte le decisioni e deliberazioni, (corpo e spirito), della Convenzione di Montreal riguardanti la navigazione aerea, specialmente quelle indicate negli articoli 2 e 5, che prevedono il diritto della Libia a processare, sul suo suolo, i suoi cittadini sospettati dell'attentato; per cui quello che hanno compiuto l'America e l'Inghilterra va considerato una evidente violazione degli accordi e le convenzione internazionali che mira anche ad impaurire e terrorizzare i popoli del mondo.

Dinanzi a questi fatti, l'America e l'Inghilterra non hanno trovato niente altro per accusare la Libia che il suo presunto coinvolgimento in quella che viene chiamata "questione Lockerbie", fornendo prove infondate e inconsistenti, costruite e messe a disposizione della Corte dai loro servizi di sicurezza, nemici della Libia. Questi servizi di sicurezza hanno preparato fascicoli di indagini colmi di informazioni false contro la Libia, e contro i suoi cittadini Magrahi e Fhemi.

La Libia, e anche in queste circostanze, si è comportata in modo civile. I due imputati e i loro legali hanno accettato di comparire davanti ai Giudici del Tribunale di Camp Ziest in Olanda, nella totale convinzione di essere innocenti e che sarebbero stati prosciolti dalle accuse loro attribuite. Le udienze del tribunale hanno continuato a tenersi per 84 giorni, durante i quali sono stati visionati più di 10.000 documenti; tutti hanno avuto conferma della assoluta e totale inesistenza anche di una sola prova che potesse confermare le accuse rivolte agli imputati; ciò che è stato confermato successivamente anche dagli atti pubblicati del processo di Camp Ziest, e che sintetizziamo in:

1) I paragrafi, dal numero 15 al numero 31, riguardanti la valigia contente esplosivo e la causa dell'esplosione dell'aereo Pan Am - volo numero 103 - riferiscono che i giudici hanno riscontrato la presenza di bagagli, senza accompagnatore passeggero, a bordo del velivolo nel volo KM180 diretto da Malta a Francoforte in data 2/12/1988, che ha poi proseguito il suo volo verso Hithrew. I giudici si sono basati sulle informazioni ricavate dal computer che attestano la presenza di una valigia senza accompagnatore diretta a Francoforte sul volo KM180, che ha proseguito verso aeroporto di Hithrew; ciò è in evidente contrasto con quello che risulta all'aeroporto civile di Malta, il quale dichiara che non risultano bagagli non accompagnati da un passeggero sul volo diretto a Francoforte, e che il numero dei bagagli corrisponde esattamente al numero dei passeggeri sottoposti al controllo dell'imbarco e alla consegna dei bagagli per il volo in questione. Malgrado tutto ciò, il Tribunale ha ritenuto credibile la versione della presenza di una valigia senza passeggero accompagnatore sul volo KM180 delle linee aeree maltesi.

Probabilmente, la prova più evidente sulla infondatezza delle prove fornite dai servizi di sicurezza inglesi e americani, e accettate dal Tribunale, è quella della assoluzione di Fhemi, indicato dall'accusa come colui che avrebbe facilitato l'introduzione della valigia nell'aeroporto e il suo trasporto sul volo delle linee aeree maltesi. La domanda che si pone è: come è stata imbarcata la valigia sul aereo maltese e chi ha facilitato il suo imbarco, visto che alla fine Fhemi risulta innocente e viene assolto?

Un'altra prova di tale infondatezza si ottiene dagli atti citati in precedenza quando si riferiscono alle incapacità e inefficienza dei controllori dei bagagli e della sicurezza aeroportuale dell'aeroporto di Hithrew, nel quale il container, contenente i bagagli dell'aereo disastrato, viene parcheggiato e abbandonato incustodito dal responsabile di controllo in una zona trafficata e ad alta presenza di funzionari di controllo e di manutenzione; in più il controllore alla fine del suo turno giornaliero era tornato a casa sua lasciando incustodito il container.

1) nell'articolo no. (4) vengono elencati i nomi dei principali testimoni che hanno fornito ai giudici del tribunale le loro testimonianze sui fatti, e sono Geaka, Bolear e Tony Gucci. E qui bisogna fermarsi, anche per visionare e verificare le loro versioni dei fatti secondo gli atti dell'accusa:

•Nell'articolo (42), Geaka nella sua testimonianza conferma di essere un agente della CIA, che è stato assoldato per spiare il suo paese in cambio di denaro pagato mensilmente. Nel testo dell'articolo menzionato viene confermata la sua mendacia in diverse occasioni, iniziando dalla sua collaborazione con la CIA e terminando con le sue testimonianze davanti ai giudici di Camp Ziest; qui sotto elenchiamo alcuni delle sue menzogne:

A) Geaka ha riferito di aver ricoperto un ruolo molto importante nei servizi segreti della Giamahiria, come responsabile dei fascicoli segreti; ai giudici, invece è risultato chiaramente come un semplice addetto alla manutenzione delle autovetture.

B) Ha riferito di aver avuto forti legami con alcune personalità prestigiose libiche, ma il tribunale è giunto alla conclusione che erano affermazioni esagerate e, in alcune circostanze, completamente false. Il tribunale, infine, ha ritenuto che i motivi principali che hanno spinto a testimoniare il Geaka, considerato dagli americani come testimone principale (numero 1), erano economici.

C) I metodi ingannevoli, sleali e mendaci che ha praticato Geaka nei confronti della CIA, come arma di ricatto per estorcere danaro. Elencarli richiede molto tempo, ma sono riportati negli atti del processo.

D) Le dichiarazioni chiaramente contraddittorie sulla presenza di una quantità di esplosivo nell'ufficio della compagnia aerea libica di Malta.

E) Nel paragrafo numero (34) si riporta che il tribunale ha avuto la convinzione della contraddittorietà delle informazioni del testimone sull'incidente di Lockerbie e ha deciso, quindi, di non prendere in considerazione la sua testimonianza, scrivendo: "Ancora una volta, ribadiamo di non poter accettare queste informazioni sui fatti in cui tutte le versioni risultano in contrasto tra loro. Esponendo questa questione, in fine, possiamo assolutamente confermare il rifiuto di accettare la testimonianza di Abdalmageed Geaka che consideriamo un testimone non credibile".

Nel paragrafo (42) viene riportata la testimonianza di Edwin Bolear in cui dichiara che è stata la sua fabbrica a produrre il timer per l'esplosione.

Nei paragrafi dal numero (45) al numero (54) degli atti del processo in cui vengono riportate le testimonianze di Edwin Bolear e dei suoi soci nella fabbrica MIBO, concludendo con l'affermazione dei giudici che Edwin Bolear è un mentitore, la cui testimonianza non può essere accettata come riferimento ai fini del processo, scrivendo nel testo, all'inizio del paragrafo (49): "... Noi accettiamo alcune parti delle informazioni accertate del Sig. Bolear, anche se talvolta lo riteniamo mendace e altre volte lo consideriamo testimone inaffidabile su cui, quindi, non ci si può basare".

L'altro dubbio sulla testimonianza di Edwin Bolear è quello di sapere da dove era estratto il frammento componente del timer? Il tribunale ha visto un collegamento importante tra la prova del frammento e la Libia. Il frammento è una parte di un timer elettronico tipo MST13, prodotto dalla fabbrica MIBO. Questi timers, prodotti in pochi esemplari, sono stati forniti alla Libia, e ad altri acquirenti tra i quali il servizio segreto della Germania Orientale, la "STASI". Questo frammento è stato ritenuto dai giudici essenziale come unica prova tangibile che la bomba di Lockerbie è stata fatta esplodere con un timer che funziona meccanicamente estratto da un genere di timer attivabile da breve di breve distanza che esplode per effetto della pressione atmosferica, come quelli utilizzati nelle bombe trovate a NEUSS impiegate nella "operazione Fogli d'autunno". Inoltre, i giudici hanno ammesso che le indagini e verifiche sui detentori non sono stati spiegate e chiarite in modo soddisfacente, e hanno ammesso anche che gli investigatori non hanno trattato le questione del frammento del timer. Però, malgrado tutto, hanno espresso la loro soddisfazione ritenendo che quel comportamento investigativo non aveva cattive intenzioni; allo stesso tempo non hanno chiarito il motivo della loro soddisfazione.

Il terzo testimone importante è il Sig. Gucci, proprietario del negozio di abbigliamento a Malta, la cui testimonianza viene riportata nel paragrafo (55) degli atti del processo; presenta molte contraddizioni sul suo riconoscimento dell'imputato Abdelbaset al Magari. Il Sig. Gucci ha riferito che l'uomo, che ha acquistato da lui i vestiti, assomiglia all'accusato, indicandolo con un dito. La Corte ha criticato questo riconoscimento perché le fotografie dell'imputato sono state diffuse e sono comparse ripetutamente sui mezzi di informazione; quindi, "un suo riconoscimento dopo dieci anni non può avere valore".

Nel paragrafo numero 56 si evidenziano le contraddizioni del testimone sulla data dell'acquisto dei vestiti e il giorno della tragedia di Lockerbie; il testimone, inoltre, ha fornito versioni diverse e contraddittorie sull'età dell'acquirente, descritto come uno che aveva meno di (60) anni quando allora Magari aveva soltanto 38 anni. La testimonianza di Gucci prosegue, nei paragrafi dal 57 fino al 65. Gli si presentavano varie fotografie, ogni volta indicava un'altra persona, e non era in grado di indicare uno in particolare con precisione. Crediamo che, in queste circostanze, sorge una domanda importante: come può un commerciante riconoscere un'acquirente in particolare con precisione quando nel suo mestiere deve trattare con un numero enorme di clienti che frequentano il suo negozio a centinaia se non a migliaia?

Nella testimonianza di Tony Gucci è stato riportato che quando il cliente, dopo aver comprato i vestiti, è uscito dal negozio stava piovendo (o almeno piovigginava) per cui è stato costretto a acquistare un ombrello per ripararsi dalla pioggia durante la sua ricerca di un mezzo pubblico; ma i tabulati meteorologici hanno confermato in modo categorico che la pioggia era caduta il giorno 23/11/1988 e non c'erano tracce di pioggia il giorno 07/12/1988, nella data d'acquisto dei vestiti indicata dai giudici.

Dinanzi a questi fatti possiamo soltanto affermare che ci sono state delle pressioni compiute da parte dell'America e dell'Inghilterra quando hanno visto profilarsi la prospettiva della assoluzione ed evidenziarsi la prova dell'innocenza della Libia per tragedia di Lockerbie. USA ed Inghilterra, quindi, sarebbero caduti in trappola e sarebbero stati messi in cattiva luce davanti al mondo. Tutto il mondo, infatti, ha seguito la vicenda che ha avuto delle conseguenze negative non soltanto per Libia ma anche per tutte le altre nazioni, compresa quella americana e le sue aziende, e USA e Inghilterra si sarebbero travati in imbarazzo nei confronti dei familiari e parenti delle vittime.

Il verdetto che è stato emesso nei confronti di Magari dal tribunale di Lockerbie è politico, ed è stato il frutto delle pressioni americane e inglesi sul Tribunale che hanno voluto presentare l'aspetto esclusivamente politico della questione e non quello giudiziario; è un processo che non ha applicato principalmente un corretto percorso giudiziario, sulla base dei criteri della giustizia internazionale che prevedono il coinvolgimento di una commissione di indagine e di organi d'accusa neutrali; le indagini, al contrario, sono state condotte dai servizi segreti inglesi e americani; i politici americani e inglesi, pertanto, hanno adattato e confezionato la vicenda per il tribunale secondo i loro obiettivi ed interessi.

La prova di innocenza dei due cittadini libici consiste anche nel fatto che le autorità olandesi avevano annunciato ufficialmente alla Libia, qualche ora prima dell'emissione del verdetto, i loro preparativi e le procedure adottate per condurre i due cittadini in Libia, e successivamente si sono ritirate indietro comunicando che le cose erano cambiate e sarebbe stato accompagnato un unico cittadino.

La Libia aveva ricevuto anche delle congratulazioni da parte di responsabili americani per l'assoluzione dei due cittadini libici, ma gli americani stessi hanno richiamato successivamente esprimendo il loro disappunto perché uno dei due sarà invece condannato.

Il verdetto del tribunale di Camp Ziest ha sorpreso tutti i giuristi del mondo, i quali avevano la certezza dell'innocenza dei due libici; fra questi il giurista scozzese Robert Black, che ha espresso la sua meraviglia per questa sentenza, dichiarando che è stata la prima volta che dei giudici scozzesi emettevano una sentenza in cui non esiste neanche una sola prova decisiva, e ha detto anche che la condanna è molto carente e non ha fatto giustizia come si attendeva.

Chiediamo all'opinione pubblica mondiale di stare a fianco di Abdelbaset Al Magari perché è una vittima di cinici calcoli politici, e chiediamo anche di annullare le sanzioni e togliere l'embargo al quale è stato sottoposto il popolo libico e per il quale ha già pagato un alto tributo di vite umane e risorse economiche che hanno frenato il suo sviluppo.

Chiediamo anche il risarcimento del popolo libico per le sue perdite umane, morali ed economiche causate dall'embargo, e il risarcimento alle famiglie delle vittime del bombardamento aereo imperialista americano di Tripoli e Bengasi nel 1986 e la consegna degli esecutori di quell'aggressione alla giustizia e al Tribunale Internazionale contro i crimine per essere giudicarti, se vogliamo che questo mondo nel terzo millennio aspiri a vivere in pace e a costruire rapporti di uguaglianza tra i popoli nel pieno rispetto delle loro aspirazioni e scelte politiche, sociali e culturali.

Roma 20 febbraio 2001
Ufficio Popolare della Gran Giamahiria Araba Libica Popolare Socialista

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