Lettera di Francesco Magno

Cari amici,

iscritto al PCI dal 1945 (allora avevo dodici anni e frequentavo la prima classe della Scuola media, oggi ne ho settantadue), leggo da tempo Aginform (come leggo la rivista del Circolo Lenin di Catania, e come leggevo Questioni del Socialismo, di cui fu colonna portante Adolfo Amoroso, ora presente in seno al gruppo di Aginform). Ho ricevuto e ho letto il numero 40 di Aginform (marzo 2004). Condivido l’osservazione di Aldo Bernardini, il quale individua la presenza di stridori e incongruenze nel vostro Foglio e nella vita del gruppo da cui esso nasce. Anche a me è capitato spesso di notare nelle pagine di Aginform la presenza di stridori e incongruenze. Che tra gli uomini ci sia una diversità di comportamenti esterni ed interni (non solo nelle società divise in classi, ma anche in quelle senza classi), è un fatto normale, cioè abituale, non eccezionale: tuttavia un Foglio e un gruppo che abbiano come scopo la formazione di una forza sociale unitaria, capace di lottare contro il capitalismo e di abbatterlo, non possono consentire a se stessi una consistenza disomogenea, una corposità disorganica. Chi voglia abbattere l’irrazionalità potentissima che oggi lacera il mondo e la società deve conquistarsi a poco a poco una consistenza interna omogenea, una corposità pienamente organica.

Il n. 40 di Aginform presenta, in modo macroscopico, stridori e incongruenze. La nota di Adriana Chiaia e quella di Aldo Bernardini ti dicono una cosa: ti dicono che il socialismo dell'URSS è stato un fatto positivo; ti dicono che Lenin, Stalin e la vecchia guardia hanno agito in modo costruttivo, ecc.. Una musica diversa e maleodorante viene fuori dall'articolo di un certo V. Dobrov. Questo signor Dobrov in superficie mostra di apprezzare il comunismo e l'opera di Stalin, ma in realtà, con un'ironia per nulla nascosta, denigra e svaluta la storia dell'URSS, la figura di Stalin e l'azione della vecchia guardia e del PCUS. L'articolo del signor Dobrov nulla ha di marxistico, come nulla di marxistico ebbe nel 1956 il rapporto segreto (?) di Kruscev. L'articolo del signor Dobrov è lontano milioni di anni luce dalla metodologia degli storici, perchè non indica le fonti, da cui trae le notizie: esso è semplicemente un racconto romanzesco. Sarebbe stato necessario che Aginform, con un'apposita nota, informasse i lettori sul passato e sul presente di questo signor Dobrov. Gli storici hanno dimostrato che in seno ai gruppi e ai movimenti rivoluzionari si infiltrano sempre persone ambigue, dal volto doppio (ed è naturale che ciò avvenga, perchè l'avversario dei rivoluzionari si difende con tutti i mezzi disponibili).

Aginform e il suo gruppo, se vogliono agire per la formazione di una forza sociale anticapitalistica, se vogliono battersi per costruire il comunismo di Marx, possono e devono pubblicare anche le note degli anticomunisti, degli antileninisti, degli antistalinisti, degli antimaoisti, degli antigramsciani (sia di quelli palesi che di quelli nascosti), ma ogni volta hanno l'obbligo di redigere una nota redazionale che smonti punto per punto e critichi analiticamente le tesi sostenute in queste note.

I deboli e gli oppressi diventano forti e possono emanciparsi solo quando si uniscono in modo compatto, fermo, consequenziario: questo è un insegnamento antico. I tentennamenti, i 'forse', i 'se', i 'ma', i 'sembra', sono veleni per l'emancipazione dei deboli e degli oppressi. I potenti e gli oppressori hanno sempre avuto, e hanno un'omogeneità fortissima: i deboli e gli oppressi, se vogliono emanciparsi, devono acquisire un'omogeneità ancora più profonda. L'unità degli uomini è uno strumento potentissimo, e comporta non l'ammasso dei cervelli (come sostengono i tromboni), ma la valorizzazione, il potenziamento di ogni sigolo cervello.

Cordialmente
Francesco Magno

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