Lo scambio epistolare di Andrea Furlan e Roberto Massari
con Piero Bernocchi sullo sciopero del 9 novembre


RAGAZZI, MA CHE DITE?

La risposta di Piero Bernocchi

9 ottobre 2007


Caro Andrea, caro Roberto,
è ovviamente accettabile che voi non condividiate i tentativi unitari di queste settimane intorno ad alcune iniziative importanti di lotta sui temi del Protocollo 23 luglio, della Finanziaria, della precarietà, del lavoro e del reddito e alla proposta di un patto contro la precarietà e per i diritti sociali. Ma non trovo utile per nessuno/a una descrizione farsesca di tali processi. Pensare che in una situazione che io per primo ho descritto come "da bar di Guerre Stellari" (e cioè con una convergenza, sulla cui stabilità nessuno/a può giurare, tra forze che sembrano quasi venire da "galassie" diverse per quanto ci sia tra loro di differenze in termini di luoghi di intervento, radicamento sociale, tradizioni politiche, impostazione ideologica ecc..) ci sia qualcuno/a che esercita una "egemonia politica", addirittura "evidente"  è più fantascienza del film citato. Questo vale per Sinistra Critica ma anche per i Cobas e per chiunque altro: esattamente come in quel citato bar, l'unità avanzerà solo se la micidiale pressione triturante che le strutture istituzionali, assoluamente indistinte, stanno decidendo di usare contro ogni forma di conflitto e di "devianza", si combinerà con la capacità di mettere un po' da parte la cura dei propri "giardinetti" e le piccole lotte pseudo-egemoniche dentro i nostri ghetti. Nessuno dei soggetti coinvolti ha minimamente la forza per "obbligare" o convincere con le buone gli altri a seguire pedissequamente i propri voleri. Insomma, si avanzerà solo se tutti/e (o quasi) coloro che sono coinvolti ci crederanno veramente e troveranno tale processo utile.

Sia chiaro, dunque, che non sto rispondendo in qualità di portavoce di nient'altro che i Cobas e non coinvolgendo altro che i Cobas. Ma francamente altrettanto parodistica è la vicenda dello sciopero che Andrea avrebbe scoperto solo il 7 ottobre "non essere indirizzato alla caduta del governo Prodi". Sulla natura di classe del governo Prodi, sul ruolo nefasto di tutta la sinistra di governo, abbiamo scritto tutto quello che serviva nell'introduzione (che qui vi allego) all'assemblea, che è stata condivisa e ripresa nella mozione finale. Ma lo sciopero non è stato convocato (nè avrebbe potuto) dall'assemblea del 7, bensì il 13 settembre scorso da sette organizzazioni sindacali (le più note sono i Cobas, la Cub e SdL) sulla base della piattaforma che troverete ripresa nella introduzione, contro il Protocollo del 23 luglio, contro la Finanziaria, contro l'intera politica economica, sociale e bellica del governo Prodi e per vari obiettivi in positivo che ritroverete più o meno nello stesso testo. La convocazione di tale sciopero è da parecchi giorni arrivata in moltissimi posti di lavoro. Perchè non c'è la rivendicazione della caduta del governo Prodi?

Posso rispondervi come Cobas. Entrambi siete stati più volte nella nostra sede e avrete visto tante volte i nostri manifesti appesi, che riguardano tutti gli scioperi e le manifestazioni Cobas (anche unitariamente con il cosidetto sindacalismo di base). In nessuno di quei manifesti troverete mai la richiesta della caduta di un governo. Stiamo parlando di governi come il primo Berlusconi, il primo Prodi, il D'Alema, quello Amato, il secondo Berlusconi e il secondo Prodi: tutti governi che noi abbiamo osteggiato frontalmente, che abbiamo considerato ostili e nemici, anche quando quasi tutt "il popolo di sinistra" (primo e scondo Prodi, D'Alema) li considerava amici, pagando tutto l'ostracismo possibile (che riguarda un'organizazione di alcune decine di migliaia di persone, private di punto in bianco di ogni diritto sindacale, persino quello di parola, con la guerra dichiarata di tutte le componenti della sinistra istituzionale nei nostri confronti, le accuse di brigatismo, le denunce, i processi ecc..). Ma noi abbiamo sempre spiegato che consideriamo i governi di centrosinistra e quelli di centrodestra assoluamente simili strutturalmente, con le differenze che più o meno ci sono tra Partito repubblicano e democratico negli Usa. E non lo abbiamo fatto in un cenacolo di amici, ma tra centinaia di migliaia di lavoratori, la maggioranza dei quali, almeno nelle prime fasi dei tre governi succitati, la pensava all'opposto e non accettava la nostra impostazione, "penalizzandoci" in vario modo. Ma proprio perchè all'orizzonte non c'erano "governi operai e contadini" e neanche possibili governi di "svolta" rispetto all'egemonia liberista e bellica di centrodestra o centrosinistra, ma solo un alternarsi di Prodi e Berlusconi, Veltroni o Fini, esercitarci nel rito parolaio di chiedere ad ogni manifestazione o sciopero la caduta del governo ci è sempre parso, e ci pare, del tutto inutile.

Non abbiamo mai fatto, ad esempio, uno sciopero per la caduta del governo Berlusconi perchè sapevamo che sarebbe stato sostituito da un governo di centrosinistra che avrebbe fatto esattamente le stesse cose. E ci pare che debba valere lo stesso a parti invertite. Insomma, per noi esiste una specie di blocco unico che monopolizza e gestisce le istituzioni parlamentari, scambiandosi i ruoli come i due partiti Usa, ed è per questo che non abbiamo mai dato indicazioni di voto nè per il centrosinistra, ne per la sedicente sinistra radicale (e ovviamente manco per la destra). Ovviamente liberi di non essere d'accordo, ma che voi, che pure seguite da parecchi anni le vicende Cobas, che leggete quello che scriviamo (spero comunque che sia di aiuto la prossima pubblicazione della raccolta di miei articoli e saggi dal 2000 ad oggi in preparazione con la vostra casa editrice) scopriate ora questa nostra impostazione mi pare davvero singolare: e lo stesso è sempre valso anche per la Cub e dunque per tutti gli scioperi convocati insieme nell'ultimo quindicennio. Sinistra Critica non c'entra una beata mazza.

E poi ragazzi, capisco il vostro odio viscerale nei riguardi di tale formazione, ma fatevi un po' di conti: vi pare sostenibile la tesi che noi, la Cub, l'Sdl, per un totale di alcune centinaia di migliaia di lavoratori/trici iscritti o simpatizzanti in tutto, decidiamo la piattaforma di uno sciopero sulla base delle esigenze di un'organizzazione politica di qualche centinaio di persone? Suvvia, serietà! Naturalmente, poichè vogliamo che lo sciopero coinvolga davvero tutti i lavoratori/trici possibili, i territori, i centri sociali, le città, le forze politiche che condividono questa lotta, non andremo a mettere la mordacchia a nessuno. Chi vuole propagandare la richiesta della caduta del governo lo faccia liberamente. Ma non mi venite a dire che pensate seriamente che la stragrande maggioranza di chi intende scioperare contro gli accordi, la finanziaria ecc..non lo farà se non chiediamo la caduta del governo.

Spero di essere stato chiaro, ma per esserlo ancora meglio vi allego anche il mio intervento all'assemblea stessa, oltre all'introduzione.

Abbracci, Piero


La replica di Furlan e Massari

13 orttobre 2007


Caro Piero,
cerchiamo di concludere (pr il momento) questo scambio di idee. Non che i problemi non siano seri e non meritino d'essere approfonditi, ma non vorremmo che in preparazione dello sciopero del 9 novembre si creasse nuovamente la situazione del 9 giugno quando sembrò che solo ad Utopia rossa desse fastidio la retrocessione dello slogan centrale da "politica militarista" del governo a "interventismo". Se si continua così noi di Utopia rossa ci facciamo la nomea di rompicoglioni e diventa anche facile farci apparire come antiunitari rispetto al Coordinamento (che tu giustamente definisci come il bar di Guerre stellari). Il guaio è che tutte le altre componenti del Coordinamento tacciono, dando così l'impressione che a loro vada tutto bene. Ma tacciono perché sono d'accordo o perché non capiscono la sostanza politica dei problemi? Escludendo, ovviamente, la terza ipotesi (che tacciano per interessi di gruppo, detti anche di "orticoltura").

La tua ultima risposta mira sostanzialmente a chiarire quali siano le posizioni dei Cobas, ma non è con queste che esistono divergenze da parte di Utopia rossa.

Prendiamo i tre eventi politici più importanti di queste settimane:

1) Necessità di boicottare il referendum farsa della Cgil invece di fare campagna per il no. Accordo totale tra Cobas e UR (e Rdb), mentre come tu ben sai Sinistra critica e Pcl hanno seguito la linea suicida del No che ha avuto solo l'effetto di dare credibilità alla truffa della Cgil.

2) Rifiuto netto di aderire in forma larvata o aperta alla manifestazione di sostegno al governo del 20 ottobre. Accordo totale tra Cobas e UR, mentre varie parti del Coordinamento mostrano una posizione ambigua. Quando anche il Prc moltiplicherà per 5 il numero dei partecipanti al 20 ottobre (che sarà comunque numeroso), temo che saremo veramente in pochi a contestare le cifre. E comunque nella mozione di Roma non si prende posizione sull'iniziativa del 20, lasciando ognuno libero di andarci come vuole.

3) Chiarezza sul fatto che lo sciopero generale del 9 novembre include l'invito a questo governo ad andarsene. Accordo totale tra Cobas e UR (e pochi altri), e disaccordo con Sinistra critica e altre fette del Coordinamento centrista che questa parola magica e antimperialistica  - "il governo deve andarsene" - non la vogliono pronunciare (così come non vollero pronunciare l'indicazione di non-voto per il centrosinistra) perché a questo governo continuano a dare il loro sostegno (critico), pur facendo parte del Coordinamento. Si gioca molto sulla non-comprensione della differenza che esiste tra contestare le scelte del governo e contestare l'esistenza stessa del governo in quanto tale: una differenza che tu conosci benissimo.

Ma se siamo in totale accordo sulla valutazione delle tre scadenze più significative di queste settimane, perché stiamo a discutere? Risposta: semplicemente perché nessuna di queste tre posizioni chiare, nette e anticapitalistiche è emersa in veste maggioritaria o egemonica in seno al Coordinamento centrista. E dal momento che i Cobas contano più di chiunque altro e UR non conta niente, permetterai che ci venga spontaneo di chiederti dei chiarimenti.

Se il futuro ci smentirà, saremo felici di rendertene atto, ma purtroppo dal 9 giugno in poi assistiamo solo ad arretramenti nei contenuti politici  del Coordinamento e non abbiamo ragioni di sperare che la linea di tendenza cambierà nel prossimo futuro (anche in considerazione del fatto che alcuni Forchettoni rossi - Caruso, oltre a quelli di Sinistra critica - hanno ricominciato a girare nelle nostre assemblee per preparare ben altri rientri nel futuro). Figuriamoci cosa accadrà il giorno, forse non lontano, in cui il Prc dovesse essere cacciato dal governo e dovesse tornare a una finta opposizione. Il Re di Prussia al momento sono loro e noi di Ur non abbiamo alcuna intenzione di lavorare per un simile forchettonico monarca.

Sullo sciopero del 9 noi pensiamo che non si tratti di uno sciopero rivendicativo. Hai voglia a fare la lista delle cose da chiedere, ma se non è previsto un qualsiasi livello di trattativa, se ognuno di noi sa benissimo che non si strapperà nemmeno lo 0,003 per cento di ciò che chiediamo, se il mondo delle fabbriche non verrà seriamente coinvolto ecc. ecc., vuol dire che lo sciopero "generale" è dimostrativo, cioè simbolico, cioè  politico. E uno sciopero politico non può limitarsi a fare una lista di rivendicazioni: deve esprimere un orientamento politico il più chiaro e il più semplice possibile (approfittando anche del fatto che Cremaschi non ha aderito e questa volta non può contribuire ad annacquare la piattaforma come fece per il 9 giugno). Noi di UR e voi dei Cobas (e pochi altri del Coordinamento) vorremmo che tale orientamento riguardasse l'andata via del governo. Ma ciò non si è detto nella mozione di Roma e forse non si dirà nemmeno nella futura propaganda "unitaria" perché Sinistra critica non può dirlo. E non può dirlo perché essa non ha ancora rotto con il governo (non ha rotto nemmeno con il Prc, ma di questo secondo aspetto, come già ti dissi non ce ne importa molto: la rottura col Prc è questione tattica e di coscienza, la rottura col governo imperialistico è questione strategica e di classe).

Per quanto riguarda questa storia che vai ripetendo, secondo cui noi ce l'avremmo con Sinistra critica (accusa d'ordine psicologico) è forse arrivato il momento di smetterla: ce l'abbiamo con una corrente politica che ha fatto di tutto per l'avvento di questo governo imperialistico, che ha votato le missioni di guerra all'estero, ha votato i 12 punti e continua a votare alcune delle misure più ignobili di questo governo, continuando a far sì, col suo voto, che non cada. Casomai ce l'abbiamo con te (sempre psicologicamente) che a questa corrente - così lontana dalle posizioni politiche dei Cobas e tue personali - stai dando da molto tempo spazio e copertura politicamente ingiustificate.

Tutto qui. Non ci sono divergenze con i Cobas, ma con la funzione che il Coordinamento sta assumendo via via più chiaramente come tramite con un Prc decisamente in crisi (schiacciato dal peso delle sue contraddizioni) e come futura sponda per il giorno in cui questo partito vorrà o dovrà uscire dal governo. Se poi ad uscire dal governo dovesse essere l'intero centrosinistra, il ruolo oggettivo di questo Coordinamento tornerebbe a rassomigliare al carrozzone centrista che gestì il dopo-Genova fino al referendum da perdere. E poiché la storia ripete le tragedie della prima volta come farsa, datti una regolata...

Parole profetiche qui parliamo.

Un abbraccio da "due ragazzi" da tempo divenuti refrattari al lavoro per il Re di Prussia

Roberto e Andrea


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