Affrontare lo scontro sul piano ideologico e culturale

Cari compagni di AGINFORM,

rispondendo alle vostre sollecitazioni per una più ampia partecipazione possibile al dibattito con interventi scritti, vi trasmetto questo mio intervento, frutto di alcune riflessioni che ho già avuto modo di esprimere in altra occasione e che risalgono al giugno di quest’anno nel corso della guerra imperialista alla Serbia. Ecco il condensato delle mie valutazioni, che possono essere utili, credo, ai compagni e sulle quali penso che tutti possiamo aprire un dibattito.

Io credo che nelle nostre prossime battaglie politiche dobbiamo imparare ad alzare il tiro contro il nemico, ad elevare il livello dello scontro a livello tale che, senza trascurare quello economico e quello sociale, lo scontro sia ideologico-culturale. Dobbiamo arrivare a questo livello e capirlo a fondo, altrimenti non riusciremo mai a trasmetterlo a masse che, corrotte dall’informazione dominante, non sanno più distinguere la verità storica.

Di cosa sto parlando, compagni? Qual’è lo scontro col quale dovremo fare i conti? E’ lo scontro che ci vide in fase difensiva. Ricordate quando dicevano che i comunisti avevano portato il cervello all’ammasso? I dominatori di allora si ergevano a difensori dell’individuo, della personalità, dell’unicità dell’uomo. Era una falsa accusa. I comunisti hanno sempre saputo che solo il socialismo, rettamente interpretato e applicato, porta alla liberazione dell’individuo, allo sviluppo della sua personalità. Ebbene, compagni, dopo 50 anni di vicissitudini varie, oggi possiamo capire quanto vero questo fosse. A me lo ha fatto capire in particolare la guerra del Golfo, poi Gheddafi, poi la guerra contro la Serbia. Il discorso è un po’ difficile (ma non cantava forse Brecht che il comunismo "è la semplicità che è difficile a farsi"?) ma forse qualche esempio servirà a capire quale è il pericolo che stiamo correndo.

Nella guerra del Golfo, al controllo del petrolio si accompagnava la violenza contro un uomo, Saddam, e contro un popolo che aveva il "torto" di seguirlo in modo quasi carismatico. Saddam mostro e popolo inferiore, ignorante che non lo detronizza. Poi Gheddafi, uomo nero libico, anch’egli antiamericano, che va ucciso fiono a bombardargli la tenda nel deserto, capo di "beduini" che lo assecondano (come del resto il popolo di Cuba che asseconda Castro e che va affamato fino a che non lo detronizza per darsi un regime simile a quello americano) e infine la guerra per la conquista dei Balcani si è accompagnata, in un ritornello ormai vecchio, alla violenza contro un uomo, Milosevich, e contro un popolo che ha il "torto" di seguiirlo.

Che significa tutto questo, compagni? Significa che un razzismo strisciante si sta impadronendo del pianeta, che gli USA, razza superiore, stanno muovendo all’attacco delle coscienze per stabilire, in ogni parte del mondo, il loro sistema di vita, la loro morale, la loro cultura.

La nazione imperiale USA sta realizzando, nel sistema capitalistico, quello che nemmeno gli imperatori romani avevano mai osato fare, che nemmeno Alessandro Magno aveva mai tentato od osato fare, e che solo l’impero napoleonico (ma siamo già in periodo capitalistico) aveva cominciato a fare: sia i Cesari di Roma sia il grande macedone Alessandro Magno cercarono il consenso dei popoli dominati e ne rispettavano le tradizioni e le culture. Vorrei solo ricordare, ad onore degli antichi romani, che quando l’apostolo Paolo (come si narra) giunse ad Atene dalla Palestina, si imbattè in un luogo ove erano eretti altari a diverse divinità e, fra questi, ve ne era uno non eretto a nessun dio, ma su vi era scritto "al dio sconosciuto" e questo perchè i romani, tolleranti, prevedevano che qualche straniero avesse un dio a loro non noto e avevano predisposto un altare. Ebbene, compagni, Paolo iniziò la sua predicazione (si narra) dicendo "vengo a parlarvi in nome proprio di quel dio sconosciuto" (per inciso: il capitalismo colonialista ha strappato gli idoli locali e imposto dovunque con la violenza la propria religione ai popoli d’Africa e d’America). Ora, per tornare a noi, l’imperialismo capitalistico americano, invece, schiaccia tutto, cuore, mente, personalità, poesia, sogno. Tutto cade sotto la legge del profitto, del dio-dollaro, oggi impegnato nella colonizzazione dell’Est europeo, domani a controllare il mercato cinese. Cosa dobbiamo capire allora, compagni?

Dobbiamo capire (e far capire) che oggi è il capitalismo a mandare il cervello all’ammasso (come si diceva di noi comunisti una volta) ed è il socialismo a difendere l’uomo singolo, l’individuo.

Stiamo subendo l’aggressione del Pensiero Unico. Gli USA stanno frazionando il mondo in tante tribù, creando etnie separate, mentre al contrario unificano le nazioni europee e ne fanno il loro braccio armato per controllare i vari staterelli. Da 10 anni avviene lo smembramento dello stato nazionale multietnico jugoslavo in staterelli, poi sarà la volta degli Stati federati russi (CSI) che diventeranno staterelli etnici, poi del Tibet contro la Cina. Da un lato il gigante USA-NATO e dall’altro miriadi di tribù (naturalmente etnie favorevoli al sistema di vita USA, perchè, ad esempio, l’etnia curda non è bene accetta perchè osteggiata da uno Stato, la Turchia, che è un caposaldo medio-orientale dell’imperialismo USA).

Forse ora è più chiaro che quando dicevo di elevare lo scontro politico, di alzare il tiro, è perchè è in gioco la nostra coscienza di uomini, la nostra libertà di individui, la nostra cultura, oltre che il nostro stato sociale e la nostra economia tra dollaro ed euro.

Oggi che siamo in Europa, noi dobbiamo dire che vogliamo anzitutto un’Europa europea e non un’Europa americana: anzi, un’Europa che denunci l’aggressione strisciante americana contro la nostra civiltà per imporci la sua "civiltà", civiltà che ha tristi tradizioni, che è nata da una feroce pulizia etnica contro gli indiani d’America, vero e proprio genocidio; civiltà che si è mantenuta e si mantiene con l’oppressione dei popoli del Sudamerica; civiltà che vuole imporre la sua concezione di democrazia e di diritti umani.

Infatti viene imposto il nuovo ordine mondiale per cui gli USA-NATO possono intervenire con le armi non solo per impedire "aggressioni" di uno Stato sull’altro, ma anche con i cosiddetti "interventi umanitari": sia se un governo "opprime" il suo popolo, sia se un popolo si dà un sistema sociale diverso da quello in uso nella concezione americana.

Una simile "civiltà" a noi non ha assolutamente nulla da dire, nè da insegnare. Dobbiamo solo denunciarla e combatterla. Dobbiamo capire che oggi il colonialismo non lo si esprime più con invasioni e sfruttamento dei popoli, ma che oggi si preferisce costringere i popoli a reagire con le armi contro i propri governanti (che non piacciono agli USA), a combattere i propri regimi e creare regimi favorevoli al sistema sociale americano: l’embargo a Cuba, l’embargo all’Iraq, la campagna contro la ricostruzione della Serbia di Milosevich, sono azioni tese a rovesciare quei sistemi che sono tutti, guarda caso, antiamericani.

Il livello cui è giunto l’imperialismo americano è questo: non solo conquista e sfruttamento del territorio, ma conquista della coscienza dei popoli vinti. Dobbiamo alzare il tiro, elevare il nostro livello di lotta, perchè è il nemico a chiedere, novello Mefistofele, le nostre anime, le nostre coscienze, cioè la nostra più profonda ricchezza. A mio avviso ci attendono battaglie ideologiche, perchè se i potenti, se i poteri forti decidono che si può intervenire per difendere o instaurare una democrazia, o che si può intervenire per difendere i diritti umani, ebbene, allora io pretendo che si apra una discussione, fra di noi, e con i poteri forti, sui concetti di democrazia e di diritti umani.

Ed ecco che è allora qui che si alza il tiro del nostro scontro; è qui che si fa ideologico; è qui che si fa culturale.

E allora possiamo dire che in USA non si rispettano i diritti umani, come del resto ha già affermato Amnesty International tempo fa; che questi diritti umani gli USA li hanno già violati bombardando a tappeto la Serbia, che li hanno violati nel Vietnam con le bombe al napalm e gli erbicidi, che li hanno violati nell’Iraq e a Cuba, con gli embarghi; e allora possiamo dire che negli USA non c’è vera democrazia, perchè possono candidarsi solo i protetti dai magnati dell’industria e i padroni delle comunicazioni, e perchè in USA i comunisti sono messi fuorilegge.

La nostra politica non può non diventare più elevata, più difficile, perchè i popoli del pianeta hanno capito che mai e poi mai potranno sconfiggere la potenza militare del capitalismo imperiale e che ora più che mai è solo con l’arma della ragione che si potrà sconfiggere la ragione delle armi (per riprendere un felice slogan degli anni passati). Ma hanno capito, nello stesso tempo, che questa gente, pur essendo potente, non invaderà più con le armi i popoli e forse con quella del Kosovo siamo stati davvero all’ultima guerra del millennio. Non invaderà più con le armi i popoli perchè è iniziato un nuovo colonialismo.

Un colonialismo di tipo nuovo. Questa gente creava, ha creato, carri armati e bombardieri di inaudita potenza alla quale noi opponevamo l’uomo. Ricordate la poesia di Brecht?

"Generale, il tuo carro armato è una macchina potente
spiana un bosco e sfracella cento uomini
ma ha un difetto:
ha bisogno di un carrista.
Generale il tuo bombardiere è potente.
Vola più rapido di una tempesta e porta più di un elefante
ma ha un difetto:
ha bisogno di un meccanico.
Generale, l’uomo fa di tutto
può volare e può uccidere
ma ha un difetto:
può pensare."

Ebbene, compagni, ora anche questa gente ha capito che l’uomo può pensare, comincia a capire che l’arma più micidiale di tutte è il pensiero. E cerca di rubarcelo; cerca di trasformarci in automi.

Questa gente invaderà i popoli con il dollaro, con la stampa, con l’editoria, con le TV, con i libri, con i programmi scolastici, con i modi di vestire, di comportarci, attraverso mille messaggi che scavano nella nostra coscienza italiana ed europea e ci colonizzano.

Con idee e parole è il Pensiero Unico che ci aggredirà ogni giorno di più. Così i nostri nipoti o invecchieranno in un’epoca storica robottizzata, fredda, vuota, creata dal capitalismo imperiale, o invecchieranno in un’epoca storica dove l’uomo conta ancora per la sua unicità, per il suo essere uomo, per la sua caratteristica umana. La nostra grande sfida è questa: che tocca a noi comunisti difendere l’unicità dell’uomo dalla collettivizzazione globalizzante del capitalismo. A questa sfida dobbiamo preparaci fin da ora, sin da oggi, perchè è la sfida del millennio, è la sfida dell’uomo contro il superuomo che sta nascendo nel mondo americano.

Gaetano Mattarocci

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