Onore a Milosevic

In tutta la Serbia, il Partito Socialista e gli altri partiti della sinistra jugoslava subiscono gli attacchi squadristici dei cosiddetti democratici e i voltafaccia di non pochi opportunisti; gli imperialisti festeggiano il successo che sembra arridergli ora attraverso i dollari e i marchi profusi a fiumi, le sanzioni, la sovversione interna, là dove non erano riusciti con le bombe e le stragi; la strategia della più vergognosa pressione economica e militare continua, sanzioni comprese, con qualche strumento di ricatto in più. In questa situazione tragica, ci sembra necessario e prioritario rendere omaggio a quei partiti e dirigenti jugoslavi, Milosevic in testa, che hanno avuto in tutti questi anni il coraggio di opporsi alla barbarie imperialista. Questi dirigenti - con tutti i limiti personali e di eredità politica che possono aver avuto, ma soprattutto con tutti i limiti della situazione oggettiva e dei rapporti di forza - hanno dimostrato che è possibile resistere ai bestiali ricatti e all’aperta aggressione militare, hanno dato una prova di dignità che è una lezione anche per noi.

Anche per questo, non ci sentiamo oggi di montare in cattedra per analizzare errori e distribuire consigli, e abbiamo piuttosto qualche motivo in più per riflettere sulla debolezza della risposta alla guerra in Italia e in tutta l’Europa, e sull’isolamento in cui si è venuta a trovare la Jugoslavia nella sua resistenza contro un nemico tanto più potente.

Vogliamo rendere omaggio a Milosevic (e al Partito Socialista Serbo) con le parole del suo ultimo discorso pubblico pronunciato da presidente, il 2 ottobre. Nel mare di spudorate menzogne con cui l’imperialismo ha accompagnato l’opera decennale di squartamento, occupazione militare e conquista economica della Jugoslavia, questo discorso contiene molta verità. Forse per questo nessun giornale è stato sfiorato dall’idea di pubblicarlo.

«Come sapete, da dieci anni sono in corso manovre per porre tutta la penisola balcanica sotto il controllo di alcune potenze occidentali. Buona parte del lavoro in questo senso è stato compiuto mediante l’insediamento di governi fantoccio in alcuni paesi, trasformati in paesi a sovranità limitata o anche privati del tutto di qualsiasi sovranità. Per aver resistito alla prospettiva di un destino simile per il nostro paese, siamo stati sottoposti a tutte le forme di pressione immaginabili contro un popolo nel mondo attuale. Queste pressioni sono andate via via crescendo in quantità ed intensità. Tutte le esperienze accumulate dalle grandi potenze nel corso della seconda metà del XX secolo nel rovesciare governi, provocare disordini, fomentare guerre civili, denigrare o liquidare chi lotta per la libertà, ridurre in miseria le nazioni - tutte, sono state messe in opera contro il nostro paese e il nostro popolo.

Anche gli avvenimenti in rapporto alle elezioni fanno parte della persecuzione organizzata contro il nostro paese e il nostro popolo, perchè questo paese e questo popolo rappresenta una barriera che impedisce la piena dominazione della penisola balcanica.

Da molto tempo si è formato da noi un gruppo che, presentandosi con la maschera di partiti politici di opposizione di orientamento democratico, rappresenta gli interessi di quei governi da cui provengono le pressioni contro la Jugoslavia e specialmente contro la Serbia. Questo gruppo si è dato per le elezioni il nome di Opposizione Democratica Serba. Il suo vero capo non è il suo candidato alla presidenza. Il capo è già da molti anni il presidente del Partito Democratico, che ha collaborato con l’allenza militare che ci ha appena fatto la guerra. Non ha neanche potuto nascondere la sua collaborazione con quell’alleanza. In effetti tutti conoscono il suo appello alla NATO perchè continuasse a bombardare la Serbia per tutto il tempo necessario a spezzarne la resistenza. Il cartello che si è così organizzato per le elezioni rappresenta perciò direttamente gli eserciti e i governi che ci hanno appena fatto la guerra e, siccome rappresenta quegli interessi, ha lanciato alla opinione pubblica il messaggio che, con loro al potere, la Jugoslavia sarebbe uscita da ogni pericolo di guerra e di violenza, sarebbe arrivata la prosperità economica, il tenore di vita sarebbe aumentato in modo rapido e consistente, la Jugoslavia sarebbe stata reintegrata nelle istituzioni internazionali, e via dicendo.

E’ mio dovere mettervi pubblicamente in guardia per tempo sulla falsità di queste promesse e sul fatto che la situazione è ben diversa. E’ proprio la nostra politica che garantisce la pace, mentre la loro provoca conflitti e violenza e vi dirò perchè. Con l’instaurazione di un governo appoggiato o direttamente insediato dai paesi che fanno capo alla NATO il territorio jugoslavo verrebbe ulteriormente smembrato».

Segue un’analisi delle spinte secessioniste del Sangiaccato e della Voivodina e la facile profezia che la prima vittima sarebbe il Kosovo (a proposito, il "governatore" NATO Kouchner ha fatto sapere che - Kostunica o Milosevic - le forze jugoslave non possono ritornare come prevede la risoluzione dell’ONU, perchè "verrebbero assassinati"; intanto la pulizia etnica sotto protezione della KFOR, comandata da un generale italiano, prosegue tranquillamente).

«Il resto del territorio che continuerebbe a chiamarsi Serbia verrebbe occupato da forze militari internazionali, USA o comunque straniere che tratterebbero il nostro territorio come loro zona di esercitazioni militari e loro proprietà da controllare in base agli interessi della potenza che disloca il proprio esercito. Abbiamo visto casi di questo tipo e le loro conseguenze per decenni e specialmente negli ultimi dieci anni in molti paesi nel mondo e ultimamente purtroppo anche in Europa, per esempio nel Kosovo, nella Repubblica Serba di Bosnia, in Macedonia, per restare intorno a noi. Il popolo serbo subirebbe la stessa sorte dei Curdi, ma con la prospettiva di essere sterminato anche più rapidamente dei Curdi, essendo meno numeroso e muovendosi su un territorio assai più ristretto del loro. Quanto al Montenegro, il suo destino sarebbe lasciato nelle mani della mafia le cui regole del gioco i cittadini dovrebbero conoscere: chi rompe la disciplina e si oppone agli interessi mafiosi è punito con la morte senza diritto di appello.

Vi ho descritto il destino della Jugoslavia in caso di accettazione dell’opzione NATO per il nostro paese per mettervi in guardia sul fatto che alla perdita territoriale e all’umiliazione del popolo si aggiungerebbe la prospettiva di violenze senza fine...

Non vogliono la pace e la prosperità nei Balcani. Quello che vogliono è una zona di conflitti permanenti e guerre che giustifichi la loro continua presenza. Un governo fantoccio perciò significa violenza sicura e forse molti anni di guerra. certo non la pace. Solo il nostro governo garantisce la pace.

Non solo questo. Tutti i paesi che si sono trovati in condizioni di sovranità limitata e con governi sotto tutela di potenze straniere si sono rapidamente impoveriti in misura tale da distruggere ogni speranza di relazioni sociali più giuste e umane. La divisione radicale tra una maggioranza povera e una minoranza ricca: questo è il quadro che l’Europa orientale ci presenta da diversi anni ormai come tutti possono constatare. La stessa cosa accadrebbe anche a noi. Anche noi, una volta sottoposti al comando e al controllo di quelli che dominerebbero il paese, avremo una stragrande maggioranza di gente nella più estrema povertà e senza la minima prospettiva di uscirne. La minoranza ricca sarebbe composta da un’elite di profittatori che potrebbero conservare la loro ricchezza solo a patto di obbedire ciecamente agli ordini di chi deciderebbe del nostro destino.

La proprietà pubblica e sociale sarebbe rapidamente privatizzata, ma i nuovi padroni, come l’esperienza dei paesi vicini dimostra, sarebbero di regola stranieri...

Ho ritenuto mio dovere mettere in guardia i cittadini di questo paese sulle conseguenze delle attività finanziate e appoggiate dai governi dei paesi NATO. I cittadini possono credermi o meno. Mi auguro soltanto che non si ricredano quando sarà troppo tardi, quando sarà difficile correggere gli errori fatti, magari per ingenuità e superficialità, perchè quegli errori avranno prodotto situazioni difficili e forse impossibili da raddrizzare.

Nel dire queste cose non ho motivazioni di carattere personale. Sono stato eletto due volte presidente della Serbia e una volta presidente della Jugoslavia. Dovrebbe essere chiaro a tutti, dopo questi dieci anni, che non attaccano la Serbia perchè c’è Milosevic, ma attaccano Milosevic per attaccare la Serbia. La mia coscienza al riguardo è assolutamente tranquilla. Ma non lo sarebbe affatto se non dicessi al popolo, dopo tutti questi anni di governo, quello che penso accadrà se lascerà che il suo destino sia imposto da altri, anche se ciò significa dire al popolo che questo destino se lo sta scegliendo con le sue stesse mani.

Così ha parlato il 2 ottobre il "bieco dittatore" di Belgrado.

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