Votare Rifondazione?

La sortita di Nanni Moretti contro Fausto Bertinotti ha, nella sua insipiente arroganza e provocatorietà, il pregio di costringere ad uno sforzo di chiarezza. Essa rende evidente che, come si è già avuto occasione di scrivere, il grosso delle forze raggruppate nel centro-sinistra e in particolare quelle di c.d. sinistra moderata hanno, proprio come quelle dette di destra, il loro referente sociale nella borghesia - con differenze non essenziali dal punto di vista di classe - e che qualunque sforzo di uscire dalla tenaglia del maggioritario e di rappresentare (bene o male, per ora non conta) interessi popolari o addirittura di classe contrapposti ai dominanti viene condannato e represso. L'episodio dell’incarcerazione dei compagni di Iniziativa Comunista, a cui va tutta la solidarietà, è eloquente. Ma anche l’autonomia di RC, peraltro assai relativa, merita condanna agli occhi del fatuo uomo di cinema, cantore dell’assopimento e della normalizzazione delle masse per conto del centro-sinistra.

Nell’attuale situazione, constatata la difficoltà di por mano a una forza reale anticapitalistica e perché no comunista per la frammentazione per ora irriducibile (Firenze insegna) dei gruppi e centri dichiaratamente antisistema, merita attenzione e comprensione - si spera, provvisoria - la posizione dei compagni che hanno votato il 13 Maggio per RC: come è ovvio, esclusivamente ove questa si sia presentata da sola, ed evidentemente in vista di un sostegno a quella parte, rninoritaria, che si rifa, per intenderci, alla tradizione terzinternazionalista.

Il 5% conseguito da RC (cospicuo nelle circostanze date e contro l’evidente tentativo di cancellazione del partito, peraltro povero in sé) mostra che RC non convince tutti i comunisti. Giustificato appare il forte astensionismo. Due almeno ne sono, ai miei occhi, i principali fattori.

Il ricorrente attacco a Stalin, anche con l’uso continuo del termine "stalinismo" (antiscientifico, antistorico e privo di preciso significato) come qualificazione negativa - per cui sarebbe invece tante volte più proprio che si utilizzasse "fascismo" - , porta a divisioni tra i comunisti e a falsificazioni della storia del movimento internazionale: si tratta di un "revisionismo dì sinistra" che è la vera matrice dell’odierno lamentato revisionismo storico (di destra). Gli elementi negativi che si vogliono connotare con quel termine sbagliato (e che non inficiano in alcun modo la gigantesca e vittoriosa impresa di Stalin nelle ferree condizioni reali in cui essa si compì: il resto sono, nella migliore delle ipotesi, chiacchiere e sogni) si riscontrano oggi proprio in chi professa il c.d. anlistalinismo: chiusura, censure, esclusione, mancata ricerca di unità. Ne sappiamo qualcosa. Ecco un limite attuale della maggioranza dì RC, che impedisce la crescita del partito.

Ma il secondo, e oggi, decisivo, elemento della scelta di astensione - che ho personalmente argomentato in una pubblica assemblea a Teramo - sta nella non completa rescissione dei legami di RC con il centro-sinistra. Non si può entrare in belligeranza per alcune votazioni, proclamare il. digiuno per le liste-civetta, dichiarare la non belligeranza all’uninominale per la Camera con il regalo di almeno trenta deputati al centro-sinistra, stringere l’alleanza nelle più importanti amministrative con il sostegno alla candidatura di Veltroni a sindaco di Roma: dunque del segretario dei Ds, e cioè della forza maggiormente responsabile della mutazione della "sinistra di classe" e di tutti i misfatti sociali, culturali, internazionali e anticostituzionali dei governi di centro-sinistra. Si tratta di una contraddizione patente e, per molti, di un’autentica provocazione. Chissà che almeno un 3 o un 4% sia mancato per questi motivi a RC: e qui fra l’altro è la definitiva risposta al piccolo borghesuccio integrato e pasciuto che è Nanni Moretti.

Aldo Bernardini

Ritorna alla prima pagina