A fianco dei 5 Stelle

Milano aprile 1948. Manifestazione del Fronte democratico popolare

  In questo momento, a crisi di governo ancora aperta e dagli esiti incerti, è necessario riaffermare alcune questioni di fondo sulle quali abbiamo creduto opportuno nei giorni scorsi costituirci in gruppo di lavoro permanente, superando la provvisorietà degli interventi precedenti.

   In primo luogo abbiamo definito i punti di programma trasformando la nostra campagna antiliberista in riferimenti alla Costituzione non per seguire, con ciò, una moda ormai diffusa, ma per avere un punto di vista ampiamente condiviso su: concezione sociale dell'economia, difesa dei diritti dei lavoratori e dei cittadini e rispetto del principio che, a fronte dei criminali interventi 'umanitari' UE/NATO, l'Italia ripudia la guerra. Una premessa questa che ci può consentire un largo fronte di forze per combattere il liberismo e l'interventismo militare.

   La necessità di organizzarci in questa prospettiva rende ancora più urgente il fatto che la dialettica politica e lo scontro non ci veda spettatori, ma parte attiva. Dal marzo del 2018 la situazione è profondamente cambiata e noi ci siamo spesi per dimostrare che l'occasione andava colta, uscendo dalle nicchie di una sinistra inerte per riprendere in campo aperto l'iniziativa. Una iniziativa ancora di minoranza, ma non con caratteristiche minoritarie.

   Questa scelta si è andata contrapponendo sempre più nettamente a quei gruppi che, invece di cogliere le novità, si sono impegnati negli attacchi al movimento 5 Stelle o hanno introdotto nel linguaggio politico della sinistra concetti 'sovranisti' che deformano pericolosamente il significato della posta in gioco.

   Il significato della lotta in corso non può che essere uno: la lotta al liberismo come base delle relazioni sociali e la costruzione di una società basata sul principio che il profitto non ne può essere la regola.

   Col movimento 5 Stelle si è aperta una crepa nel muro della politica liberista che si può richiudere se gli attacchi concentrici a cui è soggetto non trovano ampia solidarietà e sostegno. Il sinistrismo velleitario, che prescinde da questa necessità e viene strumentalizzato anche dalle forze politiche ed economiche schierate con la politica liberista, va combattuto con decisione. I compagni che si riconoscono nella tradizione migliore dei comunisti italiani che - fino alla degenerazione del PCI - sulla base dell'analisi delle contraddizioni reali, hanno saputo definire una linea corretta e di massa per cambiare le cose in Italia, hanno il compito di far emergere un nuovo atteggiamento verso il ruolo che i 5 Stelle stanno svolgendo.

   Questo movimento, nelle condizioni poste dai risultati successivi alle elezioni del marzo 2018, ha saputo gestire una tattica che mantiene aperta la via alla realizzazione di una politica sociale avanzata. Certamente questa tattica è lontana dal radicalismo impotente di una certa sinistra e dalle elucubrazioni ambigue di un sovranismo dell'ultima ora, ma è ciò che ora tiene banco e con cui bisogna sapersi confrontare positivamente.

   A questa linea si ispira la proposta del Fronte politico costituzionale di cui un gruppo di comunisti sono portatori nella battaglia che si è aperta.

Aginform
31 agosto 2019