Lettera ai compagni di Nuova Unità

A parte ogni amarezza che può aver provocato in ciascuno di noi il modo in cui si è svolto l’incontro del 3 marzo, riteniamo che vadano fatte alcune considerazioni su ciò che è accaduto.

In termini autocritici, dobbiamo dire che siamo stati un pò troppo ottimisti e ingenui nel credere che il dialogo tra compagni fosse avviato e ci consentisse di andare alla definizione rapida di un programma di lavoro. In realtà una parte dei convenuti è venuta col solito atteggiamento del dividersi per definirsi, cioè con quel bagaglio che riteniamo faccia parte del cretinismo ‘leninista’ nel migliore dei casi. Non a caso abbondava, a Firenze, il partito degli accendini, le varie iskre, scintille, ecc.

Le dichiarazioni fatte a Torino e l’ordine del giorno di Firenze, per chiunque lo voglia rileggere, ponevano chiaramente le questioni della comune prospettiva di organizzazione comunista e indicavano alcuni punti programmatici per avviarsi in questa direzione, naturalmente col pessimismo dell’intelligenza, dal momento che ci rendiamo conto che questo obiettivo è qualcosa di diverso da un dopolavoro per dilettanti in cerca di autoreferenze.

Purtroppo abbiamo dovuto constatare che le resistenze a scendere su un terreno di vera discussione politica sono ancora molte e le lezioni del passato non hanno, in acuni settori che si definiscono comunisti, maturato una vera autocritica.

Di questo eravamo abbastanza consapevoli e per questo abbiamo scelto di iniziare un percorso nuovo coi compagni di Nuova Unità che nel corso di questi anni hanno avuto un approccio politico che a nostro parere va nella direzione giusta. Ed è per lo stesso motivo che rifiutiamo di partecipare ad ogni coordinamento di ‘veri’ comunisti che oltre a durare lo spazio di poche settimane è sempre caratterizzato da infantilismo ideologico e da una sostanziale incapacità di creare le condizioni perchè in Italia esista un partito comunista politicamente forte e credibile.

Chi oggi sente l’esigenza di creare questo partito deve avere l’intelligenza politica, la capacità teorica e la coerenza di perseguire questo obiettivo. Guru e grilli parlanti del ‘vero’ marxismo leninismo proliferano, nella loro squallida dimensione politica e organizzativa, solo in assenza di una forte e riconosciuta presenza comunista. Da parte nostra non vogliamo dare nessun alibi a posizioni che riteniamo profondamente sbagliate e soprattutto inutili. Coi compagni, coi comusti, vogliamo misurarci solo sul terreno di una vera ricerca teorica e politica e di una capacità programmatica di incidere nella realtà.

È per questo che riproponiamo ai compagni di Nuova Unità di riaffermare la validità delle proposte avanzate a Firenze che indicano un percorso politico nuovo, ma che bisogna saper seguire senza troppi tentennamenti. Come si è già detto e ripetuto più volte questo percorso è basato su:

1) la convinzione che la crescita delle posizioni comuniste è legata alla duplice capacità di unire un ampio spettro di posizioni che si rifanno alla storia del movimento comunista di Lenin e della Terza Internazionale e di dialogare con i comunisti che dentro Rifondazione stanno subendo una sorta di pulizia etnica da parte dell’asse Bertinotti, Maitan, Revelli. Per quanto ci riguarda non prefiguriamo ora esiti sullo sbocco di questo lavoro, ma riteniamo che bisogna prima di tutto realizzare questo obiettivo, definendo gli strumenti di collaborazione scientifica, politica e di programma.

2) La consapevolezza del ruolo di Nuova Unità e di Aginform, come strumenti base anche se non gli unici, di un processo di aggregazione, di informazione e di battaglia politica non per dividere i comunisti, ma per unirli e dare coscienza del ruolo che queste pubblicazioni debbono e possono svolgere in questa fase preliminare.

3) Organizzare un lavoro di presenza politica usando in modo sinergico le forze a disposizione, dando quindi concretezza alla presenza comunista e non solo sulle questioni generali, ma su punti di programma fondamentali come la lotta antimperialista e la presenza nello scontro di classe e sociale.

Questa era la proposta che abbiamo, in comune, avanzato a Firenze e su questa bisogna insistere. Dobbiamo impedire che si torni a certe logiche gruppettare e asfittiche.

Per dimostrare che non abbiamo scherzato e che siamo in grado di rilanciare, con le correzioni da apportare dopo l’esperienza di Firenze, il nostro progetto, riteniamo che le redazioni di Nuova Unità e di Aginform si debbano riunire al più presto, eventualmente in forma allargata, per discutere sul da farsi. Attendiamo una risposta rapida.

La redazione di Aginform

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