Le critiche di «Nuova Unità»

Da "Nuova Unità" n.6/2001 riprendiamo la parte che più direttamente ci riguarda dell’intervento firmato "Commissione politica nazionale" dal titolo "Alcune riflessioni su Rifondazione comunista, Aginform e il processo di unità dei comunisti"

(...) Nonostante che Rifondazione abbia espresso ed esprima una forte opposizione sociale, nonostante che in questo partito siano presenti tanti compagni che sentono e vivono da comunisti la loro militanza, il PRC non è un partito comunista.

Da qui la necessità di portare avanti il processo di unità dei comunisti, di operare con determinazione ma anche con pazienza per la ricostituzione del partito della classe operaia. Questo obiettivo necessita di un lavoro comune da parte di quelle organizzazioni che si sono poste su questo terreno, sapendo che il partito comunista non può essere espresso da avanguardie limitate ma che la sua ricostituzione avverrà come risultato della volontà di unità delle avanguardie politiche con la parte più attiva e cosciente della classe operaia e perciò non in una situazione di arretratezza politica ma di ascesa di un forte movimento di massa anticapitalista e antimperialista.

Si tratta di un percorso di lungo respiro al quale recentemente Aginform e Nuova Unità hanno cercato di dare concretezza, anche se il risultato è stato negativo, promovendo una serie di incontri con altre organizzazioni politiche.

A questo proposito riteniamo necessarie alcune considerazioni su due articoli pubblicati su Aginform "No grazie cambiamo musica" e "Perché abbiamo votato PRC" non tanto per rispondere ad una polemica astiosa e strumentale, quanto piuttosto per una valutazione sulle conclusioni che Aginform ha tratto da questa esperienza.

Le ragioni che Aginform indica come motivo del fallimento dell’iniziativa vengono ricondotte, nella sostanza, a due ordini di idee. Da un lato la mancanza di correttezza politica da parte dei compagni di Nuova Unità e l’ambiguità tenuta nella gestione della presidenza della riunione di Firenze (ma non c’era anche Aginform alla presidenza?) elementi questi che avrebbero condotto i compagni di Nuova Unità al "solito giochetto - così lo definisce Aginform - dei quattro cantoni con i gruppettari di turno contribuendo al fallimento dell’iniziativa comune" e, dall’altro, al rifiuto di una serie di questioni indicate nell’articolo "No grazie cambiamo musica" da parte di gruppi e persone che "ci hanno proposto la solita solfa di un’astratta purezza rivoluzionaria, senza effettivi contenuti politici e strategici e soluzioni organizzative che sono la panacea di tutte le frustrazioni ed incapacità politiche dei gruppi che si ergono a partito".

Per completezza vale la pena di esaminare anche l’altro articolo pubblicato su Aginform "Perché abbiamo votato PRC" e un comunicato a firma della redazione del foglio e rivolto ai suoi abbonati. Aginform indica "Due buoni e importanti motivi" per aver votato il PRC: "Esso rappresenta un’opposizione di sinistra e quindi un punto di riferimento di massa su contenuti che travalicano l’impostazione del partito. L’opposizione alla guerra e al militarismo, la difesa degli interessi operai, l’opposizione alle privatizzazioni, la difesa dello Stato laico, ecc. sono contenuti di tutta la sinistra di opposizione e dei comunisti. Che in questo contesto di spostamento a destra del paese si rafforzi un’indicazione sia pure elettorale di adesione a questi contenuti, è un risultato che va aldilà di quello che il PRC rappresenta come partito e siccome solo esso può esprimerli significativamente a livello elettorale, il voto a questa lista è sicuramente valido.

- Votando Rifondazione comunista non vogliamo stavolta lanciare il sasso e nascondere la mano. Per quanto ci riguarda, ma il fatto non è solo nostro, con il voto a Rifondazione bisogna sciogliere il nodo del rapporto con questo partito. Ci rendiamo conto che la questione non è facile da affrontare perché da Garavini a Cossutta, passando per le nuove tendenze neo-trotzkiste bertinottiane, la distanza che separa i comunisti da queste posizioni è grande, ma è pur vero che quella che possiamo benevolmente definire l’armata Brancaleone dei gruppettari, ricettacolo di frustrazioni e di velleità rivoluzionarie, non rappresenta l’alternativa. Dunque? Bisogna cominciare a discutere sui percorsi possibili".

Il senso di questi due articoli è ulteriormente sviluppato da Aginform in un comunicato agli abbonati con il quale la redazione si pone e pone ai lettori, anche se in termini interrogativi, la questione di Rifondazione e cioè "se il percorso dei comunisti (immaginiamo per la ricostituzione del partito) passa per un rapporto con questo partito dal momento che all’esterno non si è coagulato nessun soggetto politicamente dignitoso e autorevole".

Crediamo che un articolo (il difficile percorso dell’unità dei comunisti - Nuova Unità n°3/2001), oltre a chiarire in quali termini ci poniamo nei confronti di Rifondazione comunista, possa fare giustizia delle affermazioni di Aginform sulla presunta scorrettezza e ambiguità dei compagni di Nuova Unità definiti come impegnati nel gioco dei quattro cantoni con quei compagni che Aginform, con presunzione e boria, definisce gruppettari e armata Brancaleone.

Questo un passo dell’articolo di Nuova Unità: "Spostare forze: incidere sia dentro il PRC, mettendo in contraddizione quei gruppi dirigenti che, subalterni alle logiche elettorali ed istituzionali, sono pronti a compromessi contro la volontà di lotta e di opposizione al centro sinistra (l’articolo è precedente alle elezioni del 13 maggio), alla guerra di aggressione scatenata nei Balcani, espressa da quella parte della base più impegnata nella battaglia anticapitalista; sia fuori dal PRC, riuscendo a smantellare le posizioni settarie dei piccoli gruppi, rimettendo al centro dell’attività la volontà di discutere tra comunisti sulla base di iniziative comuni e delle loro verifiche".

Non è certo questo quello che sostiene Aginform quando, negando che fuori di Rifondazione esistono organizzazioni di comunisti, afferma che il percorso di questi passa esclusivamente per un rapporto con Rifondazione le cui posizioni, dice semplicemente Aginform, sono lontane da quelle dei comunisti. E allora non sta qui l’ambiguità se non nel fatto che Aginform evita accuratamente di dare una valutazione politica complessiva di Rifondazione e cioè di dire che questo partito non è comunista?

I nostri compagni negli incontri di Torino e di Firenze che non hanno prodotto i risultati auspicati, hanno ricercato sempre la massima unità evitando rapporti privilegiati con qualsiasi organizzazione ivi compresa Aginform con la quale avevamo promosso l’iniziativa.

Siamo consapevoli che alcune organizzazioni politiche sono tuttora prigioniere di logiche settarie da piccolo gruppo e che se non supereranno questo limite e quello della semplice difesa dei principi non sarà possibile un percorso comune per l’unità dei comunisti. Ma siamo altrettanto consapevoli che è un ostacolo ben maggiore al processo di unità dei comunisti e alla ricostituzione del partito l’opportunismo di destra che si traduce nella mancanza di principi e di posizioni chiare come quella di non dare un giudizio preciso su Rifondazione comunista.

(...)

Commissione politica nazionale di Nuova Unità

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