Le ragioni delle mie dimissioni dal PRC

Il giorno 19 è uscita, su "La Nazione"(cronaca locale ), la notizia della mia uscita dal PRC di Piombino, dalla formulazione sembrava di dedurre che io fossi favorevole alla permanenza delle truppe italiane in Iraq. Ho pertanto inviato una precisazione sia a "La Nazione" che a "Il Tirreno"; su ambedue i quotidiani è uscita alquanto "sforbiciata". Per Opportuna conoscenza vi inoltro il testo integrale.

Gentile Direttore,
a parziale rettifica di quanto riportato da "La Nazione", il giorno 19/2/2004, circa la mia uscita dal Partito della Rifondazione Comunista, invio alla stampa locale le seguenti precisazioni.

E’ vero che ho comunicato al PRC la mia decisione di non rinnovare la tessera per il 2004. Ho rimesso il mio mandato di Consigliere nelle mani del Partito, il cui Direttivo ha deciso di chiedermi di restare capogruppo, come indipendente, sino alla fine della legislatura, cosa che ho accettato;d’altro canto le divergenze che hanno determinato la mia decisione sono di carattere generale, mentre sulla politica amministrativa locale non si sono verificate, nei 4 anni della legislatura sin’ora trascorsi, contraddizioni importanti.

E’ proprio sulle motivazioni del mancato rinnovo della tessera (diverso da una "rottura") che l’ articolo de "La Nazione" induce in errore, poiché se ne deduce che sarei d’ accordo con la permanenza delle truppe di occupazione in Iraq. E’ vero il contrario: io sono per l’appoggio pieno alla legittima (anche sul piano del diritto internazionale) Resistenza (con la R maiuscola) del popolo iracheno, in armi contro un invasore spietato che,non pago di rapinare le ingenti risorse naturali vuol cancellare quel paese e quella nazione dalla geografia e dalla storia. Il PRC ritiene invece che non si possa parlare di resistenza ma di "guerriglia", con ciò intendendo una azione violenta di dubbia legittimità, se non completamente illegittima e da assimilarsi al terrorismo, comunque politicamente errata, secondo quanto si deduce dal dibattito sulla "non violenza" .

La divergenza non è di poco conto ed è la proiezione attualizzata delle diverge sul bilancio della esperienza del movimento comunista internazionale nel 900. Se si cancella tale esperienza, invece di studiarla da marxisti, si perdono gli strumenti per identificare ed affrontare la contraddizione principale dell’ epoca attuale: quella tra imperialismo e popoli oppressi. Succede allora che in nome del pacifismo, della non violenza e della democrazia si rischia di dare una mano a chi porta la guerra in ogni angolo del mondo distruggendo i diritti civili, il diritto internazionale, il diritto all’ indipendenza dei popoli.

Il mio impegno politico continuerà, oltre che sulla politica amministrativa ( anche a fianco del PRC sulle molte questioni che civedono concordi), in particolare contro l’ imperialismo americano ed in appoggio ai popoli che resistono, anche militarmente, alle aggressioni militari.

In questa chiave mi adopererò affinché anche in Val di Cornia nasca un Comitato Iraq Libero, analogamente a quanto sta avvenendo in molte città italiane.

Nel ringraziarla mi permetto di insistere per la pubblicazione della precisazione, a motivo dell’ importanza che la questione Irachena assume in politica nazionale ed internazionale.


Francesco Pappalardo


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