Comunisti iracheni

La linea di condotta

Appello del Partito Comunista dell’Iraq (quadri)

Americani! Voi lascerete l’Iraq portandovi dietro le vostre bare o al loro interno! Affrettatevi a salvare i vostri soldati da una morte certa! Combattenti della resistenza irachena! Uccidete gli occupanti dovunque si trovino! Per una patria libera e un popolo felice! Lavoratori di tutto il mondo e popoli oppressi, unitevi! L’ora è giunta! Fratelli comunisti e amici!

L’eroico popolo iracheno e i coraggiosi combattenti della resistenza si sono fatti carico dell’imperativo della liberazione. Facciamo appello alla vostra solidarietà e al sostegno del popolo iracheno, non solo perchè la nostra lotta è giusta e perchè è una questione di principio, ma anche perchè possiate partecipare al grande evento della caduta degli Stati Uniti, nemici dei popoli, che prende le mosse oggi dall’Iraq.

Il crimine dei rinnegati del partito è imperdonabile ed è nefasto per tutto il movimento comunista in Iraq, nella patria araba, nel mondo intero. Non servirà a niente nè l’autocritica a posteriori, nè il perdono. Gli statuti del partito condannano formalmente gli atti di questo tipo, ma la cospirazione dei rinnegati persiste nel tradimento e ha gettato nella spazzatura la storia del partito, il suo dinamismo e la lotta nel corso della quale migliaia di martiri sono caduti.

Per questo noi che siamo la massa dei membri del Partito Comunista Iracheno e la sua base dichiariamo:

- Il Partito Comunista Iracheno non abbandona i suoi obiettivi nazionali e internazionali nella lotta per la pace, la democrazia e l’uguaglianza tra i popoli e le nazioni. Non abbandona l’obiettivo della costruzione di una società socialista, democratica e libera. Ma la situazione attuale è una situazione di occupazione e la lotta di resistenza armata è l’unico mezzo per colpire il nemico e cacciarlo dall’Iraq.

- Si tratta della forma più alta della lotta contro l’occupante. Gli obiettivi che fuoriescono da questo quadro di resistenza devono essere rimandati a dopo la liberazione. Siamo vicini ai figli e alle figlie del nostro popolo, contro l’occupazione, concentrati nella lotta di resistenza armata che sosteniamo indipendentemente dalle correnti ideologiche e politiche. Perchè il nostro primo e fondamentale obiettivo è la cacciata delle forze di occupazione dall’Iraq.

- I comunisti che collaborano con l’occupazione in qualsiasi forma meritano l’accusa di tradimento della nazione.

- La posizione e le azioni della direzione attuale del PC iracheno non rappresentano il Partito e i patrioti iracheni.

- Noi non ci facciamo impressionare dalle accuse stupide per cui "rafforzeremmo il terrorismo", "saremmo antisemiti" o "sosterremmo Al Qaida". Gli Stati Uniti hanno dichiarato guerra al mondo amante della pace senza tener conto del diritto internazionale e della morale. Pertanto facciamo appello a tutti gli avversari degli Stati Uniti, a tutti i nemici dell’intervento armato e del colonialismo, perchè vengano in Iraq a battersi al fianco dei fratelli della resistenza irachena o diano tutto quello che possono dare, indipendentemente dal paese in cui vivono, per il conseguimento di questo obiettivo.

- Gli Statunitensi hanno violato i nostri confini. Per questo, sul fatto che se ne devono andare, noi diciamo: Nessun negoziato! Nessuna discussione! Nessun accordo!

- Non accettiamo nessun governo di occupazione e nemmeno di diventare un protettorato dell’ONU! Non accettiamo e non acetteremo nessuna forza internazionale sul territorio iracheno, comunque motivata! La sicurezza del nostro paese la difendiamo noi e siamo noi che dobbiamo costruire le sue istituzioni!

- Tutte le nostre azioni vanno nel senso della resistenza, fondamentalmente armata, all’occupazione! Vergogna e disonore a chi invita i conquistatori nel proprio paese! Gloria al coraggioso popolo iracheno! Gloria ai popoli amanti della pace e della libertà! Gloria al movimento patriottico e comunista mondiale!

Appello datato 5/12/2003, pubblicato il 10/12/2003 dal quotidiano comunista greco "Rizospastis" e ripreso da "Dossiers du BIP" n. 96, dic. 2003.

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