Sul partito

Noi siamo comunisti perchè siamo materialisti dialettici. Questo significa che per noi il comunismo non è uno stato d’animo, un rapporto di continuità con alcuni simboli o con un movimento politico passato, una mitologia debole per contrastare (almeno esistenzialmente) l’impatto delle trasformazioni (forti) indotte dalla globalizzazione imperialistica. Noi siamo comunisti perchè siamo materialisti dialettici: aderiamo ad una concezione del mondo che non è una visione intuitiva di tipo essenzialista o metafisico del mondo. E’ una visione del mondo in termini di relazionismo. Per noi le relazioni sono la sostanza del mondo. Le relazioni consistono nelle contraddizioni tra lati opposti della realtà. L’unità degli opposti è la nostra prima bandiera. Nella lotta dell’idealismo contro il materialismo noi sosteniamo che la ragione sta dalla parte del materialismo, perchè l’idealismo conduce necessariamente, per quanto parli di storia a di storicità, di processi e di processualità, alla metafisica. Il materialismo dialettico, cioè la concezione dell’unità degli opposti, guida anche il processo di conoscenza dei comunisti. (...) Secondo la dialettica la conoscenza percettiva, accumulata, accresciuta attraverso l’esperienza, le inchieste, la pratica sociale, si trasforma nella conoscenza concettuale. Si tratta, com’è evidente di un caso di unità degli opposti (quantità e qualità). La crescita quantitativa della conoscenza dà luogo ad un salto qualitativo ad una nuova forma di conoscenza, la conoscenza concettuale, la conoscenza scientifica.

Applichiamo questo approccio alla questione del partito che costituisce al presente la "questione delle questioni". Giustamente i maestri del marxismo-leninismo hanno sottolineato che la teoria è indispensabile ad un movimento rivoluzionario, ma hanno indicato al tempo stesso che è la condizione fondamentale di un partito comunista. Lo stesso aspetto organizzativo non è, secondo il marxismo-leninismo, un aspetto tecnico, che può ricevere soluzioni amministrative, senza toccare il fondo della questione, cioè la "questione dei quadri". E la questione dei quadri, dal punto di vista leninista, rinvia alla formazione teorica e politica dei militanti.

Spesso negli interventi dei compagni più lucidi politicamente si avverte quindi l’esigenza di non "affrettare i tempi" della ricostruzione del partito, cioè di non rompere il legame tra il partito e il livello attuale della lotta di classe. (...)

Naturalmente, dal nostro punto di vista, il partito è il reparto più avanzato della classe rivoluzionaria, raccoglie e organizza secondo le regole del centralismo democratico questo reparto e apprende ad esercitare la sua direzione sul movimento di classe nel suo insieme, sulla base della sua strategia rivoluzionaria. Senza questo "ruolo" la natura stessa del partito si trasforma in quella di un partito socialdemocratico, di un partito di mera rappresentanza. (...)

Il movimento comunista ha bisogno ancora di crescere, nel nostro paese come altrove. La sconfitta temporanea subita dallo schieramento rivoluzionario nel mondo con il crollo dell'Urss ha determinato nei tempi lunghi un effetto di oblio nella coscienza di massa e nelle posizioni politiche delle avanguardie marxiste. (...)

In tal senso si può parlare di vera e propria regressione di una parte del cosiddetto "movimento" verso forme antagoniste e gruppettare e/o dogmatiche ed avventuristiche. (...)

Per un altro verso assistiamo alla definizione, faticosissima, di un'area comunista con intenzionalità costituente, che fa tesoro dell'esperienza positiva e negativa dei tentativi di costruzione del partito comunista della classe operaia succedutisi nel nostro paese, del peso forte del revisionismo e del dogmatismo così come delle risorse disponibili sul terreno della lotta politica, e compie un'analisi nient'affatto approssimativa della congiuntura internazionale e nazionale, ponendo il problema della costruzione del partito come un problema di fondo del nostro orientamento, in termini di percorso e di metodologia politica.

Assistiamo inoltre, ed è un dato estremamente importante, ad una crescita dei movimenti anti-globalizzazione, che stentano purtroppo ancora a darsi fisionomia chiara di movimenti politici di lotta per la pace e il socialismo ma che, in sinergia con il risveglio delle lotte operaie come risposta all'attacco massiccio contro le condizioni di vita delle masse popolari condotto dal capitale con le sue politiche liberiste, costituiscono un'alternativa materiale al dominio presente.

E' prevedibile infatti che coloro che oggi si battono per i diritti politici ed i bisogni elementari (lavoro, salario) si uniranno a coloro che difendono le scienze e i fondamenti della cultura, della civiltà e della tecnica moderna contro rigurgiti reazionari e irrazionalistici e si coaguli un blocco sociale che si batte per il progresso, l'emancipazione dei popoli e il socialismo, così che il comunismo diventerà il movimento politico che dà espressione realmente a tutti gli sforzi rivoluzionari di questo mondo.

Ma perché ciò avvenga è necessario che i comunisti assolvano al loro ruolo di forza strategica sull'arena politica, vale a dire si pongano problemi concreti di collegamento e di direzione della sinistra di opposizione e costituiscano il cemento del blocco sociale che si contrappone, resistendovi conflittualmente, al progetto di restaurazione neofascista e berlusconiana.

Per farlo si pone il problema di un rapporto politico organico con Rifondazione comunista, cioè con un settore proletario di massa che rappresenta oggettivamente, nella fase presente, una riserva di forze fondamentale e il punto massimo di resistenza al progetto reazionario. I comunisti devono insomma reimparare gli elementi che integrano i diversi aspetti e lati di questo mondo (del mondo capitalistico globalizzato ovvero imperialistico) perché possano raggiungere nuovamente un livello di accumulazione e di concentrazione della loro grande forza potenziale, in termini di costruzione organizzativa e di incidenza politica reale nello scontro di classe in atto.

Massimo Piermarini

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