I golpisti non hanno ancora vinto
Grandiosa mobilitazione popolare contro il golpe in Bolivia

I golpisti boliviani hanno emanato il loro "scudo penale", un decreto che esenta da responsabilità penali i militari che partecipano alle operazioni che loro chiamano di "ristabilimento dell'ordine". E' un semaforo verde per scatenare la repressione sull'esempio di quanto già avvenuto prima delle dimissioni e della successiva fuga di Evo Morales e poi nei giorni successivi come nel massacro di Sacaba.

   Le notizie che arrivano dalla Bolivia, nonostante il muro di silenzio dei principali organi di informazione occidentali, evidenziano però soprattutto un imponente movimento di popolo contro il golpe. Migliaia e migliaia di manifestanti, soprattutto delle popolazioni indigene che sono la maggioranza in Bolivia, stanno confluendo verso le città contigue di El Alto (sede del parlamento bicamerale dove il MAS di Evo Morales dispone di una solida maggioranza) e di La Paz (sede del governo) e hanno bloccato tutte le vie di accesso in modo da impedire i rifornimenti.

   Segnaliamo ai compagni la diretta di Russia Today [qui] che ha filmato uno dei tanti cortei in marcia verso La Paz con slogan come "La Bolivia non è in vendita", Aňes assassina, vogliamo che ti dimetti" "Dov'è la giunta, la giunta dei traditori?" "Dov'è la stampa, la stampa menzognera?".

   Per seguire gli sviluppi della situazione, che hanno certamente una grande rilevanza, e non solo per la Bolivia e l'America Latina, si può accedere ai servizi quotidiani dei cronisti in loco di Telesur [qui]. Per quanto riguarda la posizione presa dal nostro paese, segnaliamo le parole del vicesegretario agli esteri 5 Stelle Manlio Di Stefano [qui]

.