Chiamata alle armi
la Nato mobilitata su due fronti
L'Italia cosa fa?
E' il momento di far sapere anche al ministro Guerini
che l'Italia 'ripudia la guerra'

  La risposta USA-NATO al voto iracheno che chiede l'allontanamento delle truppe straniere dal paese spazza via torrenti di parole bugiarde sulle missioni di pace. Anche gli italiani in Iraq, come francesi e inglesi in Siria e altrove, non sono altro che truppe di occupazione. Su questo e sulle imponenti manovre militari nell'Europa orientale fa il punto Manlio Dinucci [qui].

   Intanto sulla posizione italiana emergono due linee opposte. Il ministro della difesa Guerini del PD con arroganza coloniale ignora completamente la decisione dell'Iraq sull'allontanamento delle truppe straniere - come se non ci fosse mai stata - e si allinea subito alle richieste di Trump di maggior coinvolgimento della NATO e vorrebbe anzi una missione NATO del tipo di quella in Afghanistan, naturalmente con la scusa sempre pronta di contrastare l'ISIS. I 5 Stelle però non ci stanno. A Guerini risponde Manlio Di Stefano: "Il futuro dell'Iraq lo sceglierà il suo parlamento e oggi non credo possa essere una missione Nato. Non è certo il momento di avventurismi che solo richiamando la parola Afghanistan ci parlano di un noto fallimento. Ci vuole cautela" [qui]. Per fermare il coinvolgimento italiano nelle guerre americane serve una grande mobilitazione nel paese.