Sulle dimissioni di Ratzinger

Piattaforma Comunista

Fonte: Piattaforma Comunista
17 febbraio 2013


Le clamorose dimissioni di Ratzinger hanno messo in luce le difficoltà in cui si dibatte il Vaticano, scosso da scandali, corruzione, crimini sessuali, diffusione di documenti segreti, gravi problemi finanziari, acute lotte intestine, con conseguenze devastanti. Il quadro in cui sono maturate è quello di una Chiesa divisa e ingovernabile, con un papa “circondato da lupi” (così scrisse l’Osservatore Romano), irresoluto e logorato dallo scontro fra fazioni, incapace di fare pulizia e di gestire la situazione col suo conservatorismo morale. Altro che problemi cardiaci!

La crisi è più grave e profonda di quella che appare in superficie. Dopo Woytila la Chiesa cattolica non è riuscita ad aprirsi nessuno spazio e il “capitale spirituale” ereditato dal campione anticomunista (che ha nascosto sotto la sua sottana i crimini ecclesiastici) è stato dilapidato in pochi anni. La ri-evangelizzazione, specie ad est, è fallita. La politica conciliare si è esaurita. Il dialogo con le altre religioni ha segnato il passo. Non c’è stata alcuna riconciliazione con la scienza moderna. L’offensiva reazionaria su matrimoni gay, contraccezione, eutanasia, aborto, cellule staminali, ha prodotto scarsi risultati ed ha fatto perdere altro consenso. Gli ordini religiosi sono decimati dalle mancanza di vocazioni. Il numero dei matrimoni religiosi e dei battesimi è in calo costante. Le chiese sono sempre più vuote, i giovani più lontani dalla fede cattolica.

La stessa crisi economica capitalistica, che avrebbe dovuto favorire il ruolo della "carità cattolica", ha funzionato come un boomerang. Sia perché ha accelerato il risveglio delle masse, sia perché ha ampliato il buco di bilancio delle casse vaticane ed acuito le rivalità fra centri imperialisti.

Va inoltre ricordato che è di pochi mesi fa la rimozione di Gotti Tedeschi, il presidente dello IOR (membro dell’Opus Dei ed amico di Ratzinger) che temeva di essere ucciso per aver scoperto in alcuni conti cifrati il denaro sporco di politici, faccendieri, costruttori e alti funzionari dello Stato, nonché di boss mafiosi, come sostengono alcuni magistrati. E’ stata la manifestazione di un feroce scontro nelle gerarchie ecclesiastiche sulla questione dei conti off-shore, le norme antiriciclaggio, la trasparenza finanziaria, il contrabbando di valuta, i “capitali anonimi…potere distruttore che minaccia il mondo ” (discorso di Ratzinger dell’11.10.2010). Che la disputa intorno allo IOR sia all’origine di acuti contrasti nella cupola vaticana, che fanno da sfondo alle dimissioni di Ratzinger, lo dimostra il fatto è stato nominato in extremis, dopo un balletto di nomi, il nuovo presidente della banca: Von Freyberg, legato all’industria bellica tedesca. La disputa “teologica” sul solo paradiso esistente - quello fiscale, situato tra le Bahamas e Panama - proseguirà senza esclusioni di colpi.

Come ha dovuto riconoscere lo stesso papa la Chiesa è “una barca che fa acqua da tutte le parti”, sempre più distante dalla realtà sociale, in perdita di influenza e consenso. Dunque le inedite dimissioni, che la stampa esalta come sinonimo di modernità e di umanità, sono anzitutto il risultato di un fallimento su tutta la linea. Non solo del suo pontificato, ma della strategia del Vaticano, del suo consenso e del suo stesso sistema di governo. Questioni che non si possono risolvere con i messaggini di Twitter.

Riuscirà la Chiesa a risolvere la sua crisi? No, perché questa potenza reazionaria è storicamente sulla difensiva e in declino dopo i colpi assestati dapprima dalla Rivoluzione francese e poi dalla Rivoluzione Socialista d’Ottobre. Non può risollevarsi perché si sono esaurite le condizioni della sua egemonia e subisce continuamente l’iniziativa dei suoi avversari. Non può innovarsi perché ciò avrebbe per conseguenza ulteriori spaccature. E’ dunque destinata a perdere terreno.

Chi sarà il nuovo monarca assoluto dello Stato della Città del Vaticano? La lotta è aperta e i diversi settori delle gerarchie ecclesiastiche non si risparmieranno i colpi. I cardinali italiani manovreranno per recuperare il trono e confermarsi alla Segreteria di Stato. Alcune caratteristiche del successore derivano dal fatto che Ratzinger è apparso fin dall’inizio troppo debole sia nei confronti del suo predecessore, sia nei confronti del principale concorrente sul piano religioso, l’Islam. Di qui la necessità di sostituirlo con un nuovo pontefice relativamente più giovane ed energico, abile nella comunicazione per recuperare un’immagine deteriorata, in grado di modernizzare un apparato tanto barocco quanto corrotto. Ma è prevedibile la strenua opposizione della Curia romana in un Conclave da resa dei conti.

La grave crisi in cui si dibatte la Chiesa cattolica non ci deve far dimenticare che questa potenza è un pilastro del sistema di sfruttamento e un nemico giurato del proletariato internazionale. La Chiesa è la stampella a cui si appoggia la malata borghesia italiana e il Vaticano è un potente fattore di condizionamento regressivo della vita politica, sociale, sindacale, culturale del nostro paese, di ingerenza e di limitazione della sovranità nazionale attraverso il Concordato (che si somma a quella imposta dagli USA e dalla UE). E’ perciò nostro dovere portare a fondo la critica sul piano politico e ideologico, indebolirli e combattere la loro nefasta influenza nel movimento operaio e popolare, in vista dei prossimi “assalti al cielo”.

Di qui la necessità di sfruttare tutte le contraddizioni che stanno emergendo con le dimissioni del papa per accrescere la crisi vaticana e scalzare le posizioni tradizionali della casta cattolica. La situazione apre spazi al lavoro dei comunisti. Sul piano delle rivendicazioni politiche è necessario rilanciare la lotta su alcuni obiettivi immediati: fine dei finanziamenti al Vaticano, alla Chiesa, alle scuole e alla sanità privata, agli enti religiosi; abolizione dell’8x1000; forte tassazione per i beni mobili e immobili della “Vaticano S.p.A.” e degli enti ecclesiastici, con restituzione degli arretrati; soppressione di tutti i privilegi economici, sociali e fiscali del Vaticano e della Chiesa; verità e giustizia sui traffici finanziari dello IOR; basta con le emissioni nocive di Radio vaticana; completa separazione della Chiesa dallo Stato; lotta all’oscurantismo religioso, alle ingerenze clericali; difesa intransigente dei diritti delle donne; una scienza e una scuola libere da ogni condizionamento e da tutte le confessioni religiose.

La “questione vaticana”, assieme alla questione operaia e a quella meridionale, rappresenta uno dei nodi che il proletariato dovrà sciogliere instaurando la sua dittatura. Con la presa del potere da parte della classe operaia e dei suoi alleati saranno dichiarati nulli e senza effetto i Concordati e le varie intese stipulate dallo Stato italiano con le confessioni religiose. L’enclave della Città del Vaticano sarà annessa allo Stato italiano. Tutti i beni appartenenti alle istituzioni religiose saranno espropriati senza indennizzo. Tutti i cittadini avranno il diritto di professare liberamente la propria fede religiosa e di praticarne il culto, così come sarà assicurata la libertà di propaganda atea. Non sarà ammessa la propaganda religiosa a fini politici, e sarà eliminata ogni influenza delle religioni nelle scuole di ogni ordine e grado. Con il socialismo ed il comunismo sarà distrutta la pesante eredità dell’ideologia reazionaria e clericale.

Se con le dimissioni di Ratzinger la cupola cattolica ha evidenziato le sue crepe, chi può allargarle e aprirne delle nuove sono i comunisti assieme agli elementi avanzati del proletariato, denunciando e combattendo il ruolo reazionario del Vaticano e delle gerarchie ecclesiastiche, il carattere ipocrita, alienante e oppressivo delle religioni, difendendo fino in fondo i valori e i contenuti della scienza moderna e che hanno il loro compimento, la loro concreta e costruttiva realizzazione nel marxismo-leninismo. Per la rivoluzione proletaria e la costruzione di una civiltà veramente libera.

17 febbraio 2013 (413° anniversario dell’assassinio di Giordano Bruno)


Piattaforma Comunista