La Jugoslavia resiste
Le manifestazioni di Belgrado contro il sequestro

Già nei giorni che hanno preceduto la definitiva consegna di Milosevic alla NATO per il tramite del tribunale di comodo dell’Aja la mobilitazione per la liberazione di Milosevic era cresciuta in tutta la Jugoslavia. Ne sono stati testimoni diretti i compagni presenti a Belgrado il 16 giugno, di cui riportiamo alcune impressioni. Da allora, di fronte allo spettacolo del tradimento più sfacciato, c’è stato un crescendo impetuoso della protesta in tutto il paese, che viene però regolarmente e radicalmente minimizzato dai mass media asserviti alla NATO. Riferisce Grimaldi sul 16 giugno:

"Si sono riunite, in una piazza stracolma di bandiere jugoslave moderne dell’epoca di Tito, di bandiere rosse con la falce e il martello della coalizione comunista e di ritratti di Che Guevara, oltre 25.000 persone (effettive, nonostante i giornali se la siano poi cavata con la cifra di "piu’ di 5000"), in leggero aumento, cioe’, rispetto alla manifestazione di 20.000 del 24 marzo scorso, anniversario dell’attacco Nato. La manifestazione era stata preceduta da mobilitazioni in molti centri jugoslavi. Impresa tanto piu’ riuscita quanto meno l’opposizione ha oggi accesso ai mezzi d’informazione, tutti indistintamente in mano alla DOS, o facenti parte, come Radio B-92, del circuito mediatico europeo allestito dalla CIA. La composizione dei manifestanti era ad altissimo tasso proletario. Quasi solo facce operaie e contadine, con un grande numero di donne, studenti e militari. E’ poi partito un corteo che, per sette chilometri, ha attraversato la citta’ per arrivare alla prigione centrale, in cui e’ rinchiuso Milosevic... Tra le parole d’ordine della manifestazione: il rifiuto della consegna di cittadini serbi o jugoslavi a autorita’ o enti stranieri. La liberazione immediata di Milosevic. La fine delle violenze politiche e delle montature processuali. La fine di misure legislative che accentuino la dipendenza dell’economia nazionale dall’estero e stanno riducendo alla fame milioni di jugoslavi. Il ritorno in assoluta sicurezza dei 400.000 profughi dal Kosovo prima che vi si tengano elezioni e l’attuazione della risoluzione 1244 dell’ONU che sancisce la sovranita’ di Belgrado su Kosovo e Methoja. La verita’ sulle oltre 1300 persone di origine serba scomparse in Kosovo. Sono indimenticabili le mani di operai e operaie che ci hanno salutato e stretto nel corso della manifestazione per la liberazione di Milosevic."

Nei giorni successivi le manifestazioni sono cresciute ancora in forza e partecipazione, il 26 e poi ancora il 27 una folla immensa, che i media occidentali hanno vergognosamente ridotto a diecimila manifestanti, circondava il palazzo della Federazione, dove risiede Kostunica per chiedere le dimissioni del governo, la liberazione di Milosevic, la fine della repressione. La foto mostra una parte dei manifestanti del 29 giugno a tradimento consumato e crisi politica aperta. La gente ha capito da che parte stanno le ragioni della democrazia, dell’indipendenza, della dignità nazionale, della giustizia sociale. Ai Quisling di Belgrado rimane la NATO.

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