Revisionismo e controrivoluzione

Nonostante gli inviti perentori di Bertinotti a cancellare lo stalinismo dalla storia del movimento comunista, c’è molta voglia di discussione tra i compagni e non ci sembra che questo sia dovuto a richiami nostalgici, quanto perchè si avverte che il giudizio sul movimento comunista dopo Lenin è un punto di discrimine per ogni ipotesi di ripresa. In ballo sono questioni di non poco conto quali: controrivoluzione o degenerazione? L’idealismo ‘comunista’ nelle sue molteplici varianti ci ha riproposto il concetto di rivoluzione tradita, nascondendo invece il fatto reale e concreto di un processo controrivoluzionario a cui hanno dato il loro contributo le correnti di ‘sinistra’.

Sciogliere il nodo se a partire dagli anni trenta c’è stata una degenerazione del progetto comunista in URSS oppure questo progetto, storicamente determinato, è stato l’asse portante e la forza del movimento comunista internazionale e dopo la morte di Stalin si è aperta una fase di controrivoluzione, diventa quindi essenziale.

Inutile quindi sostenere che c’e del buono in quello che si è fatto dopo la morte di Lenin senza avere il coraggio di un giudizio sulle questioni principali. La rifondazione nasce da qui. Evitare questo giudizio vuol dire non fare una scelta di campo tra rivoluzione e controrivoluzione con tutto ciò che consegue nella impostazione pratica di un progetto strategico comunista e la capacità di calarlo nella dialettica storica.

Si potrebbe ad esempio, operando un parallelo storico, non dare un giudizio sulla eliminazione dei giacobini nella rivoluzione francese limitandosi a dire che essa ha pur registrato risultati positivi e magari vergognandosi di fare riferimento all’uso della ghigliottina?

Si dirà: ma quali sono state le ragioni oggettive e soggettive che hanno portato al successo della controrivoluzione? Chiaramente questa è un’analisi che occorre fare contestualmente alla scelta di campo, ma deve essere chiaro che partiamo dalla controrivoluzione e non dal ‘fallimento’ del socialismo. In sostanza, deve essere chiaro che la definizione di processo controrivoluzionario non è in contraddizione con l’analisi delle ragioni che lo hanno avviato. I contributi che i compagni stanno dando attraverso AGINFORM alla discussione su questi temi sono dunque collegati a quella rifondazione che è la base di ogni possibile ripresa comunista.

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