I comunisti e la ricerca

Si è svolto a Napoli nel mese di novembre un convegno organizzato dall’editore (e compagno) Sergio Manes sul tema della ‘transizione’ intendendo con questo termine l’analisi del periodo intercorso tra la rivoluzione d’ottobre e il suo epilogo. Lo scopo dichiarato del convegno è quello di organizzare una ricerca di lungo periodo che sia in grado di mettere in luce le questioni poste dalla rivoluzione russa rispetto alla costruzione del socialismo in URSS. I contributi che sono stati letti, o inviati, per il convegno rappresentano indubbiamente una significativa controtendenza rispetto alla deriva anticomunista corrente e un utile tentativo di aprire una ricerca sulla storia del movimento comunista che contrasti le deformazioni della cultura dominante, compresa quella della sinistra anticomunista. Il convegno di Napoli ha anche dimostrato che esistono le potenzialità perchè tale ricerca possa progredire e incidere nel dibattito politico e culturale. Detto questo, però, nel proseguo della iniziativa occorrerà, perchè essa risulti efficace, evitare dispersioni e protagonismi di carattere accademico che possano depontenziare quello che, a nostro parere, dovrebbe essere lo scopo di una iniziativa di questo genere. Non se ne abbiano a male i fautori della ricerca ‘pura’, alcuni esponenti dei quali erano presenti al convegno di Napoli, ma a noi sembra che l’interesse a mettere in piedi una ricerca sul socialismo realizzato e sui problemi posti dalla trasformazione sociale connessa sia legato alle risposte che da questo lavoro devono scaturire rispetto al dibattito ‘revisionista’ in corso. Principalmente sul significato storico e l’importanza del socialismo reale in quanto fattore propulsivo di un intero processo di liberazione mondiale. Parlare di transizione in termini specifici e non vedere il rapporto dialettico tra questa e i processi mondiali che essa condizionava e da cui era condizionata non ha senso, in termini di bilancio storico. E solo in quanto si riesca mettere a fuoco questa questione principale si potrà capire se e come le scelte operative rispondessero veramente a modelli di transizione ‘nazionali’ oppure fossero una strutturazione dello scontro tra forze capitalistiche organizzate a livello mondiale e sistema sociale socialista. In sostanza, transizione come momento storico concreto della lotta rivoluzionaria per il superamento del capitalismo. In questo senso, e solo in questo senso, i comunisti possono discutere della ‘transizione’. Già Marx, rispetto alla Comune di Parigi, aveva affrontato, da comunista e da rivoluzionario, nella Guerra civile in Francia le questioni concrete poste da un processo rivoluzionario, come esperienza concreta del proletariato. Questo approccio ci consente di mantenere legata la ricerca storica con la concezione materialistica e ci consente di combattere efficacemente l’idealismo che porta al revisionismo .

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