Sequestro Milosevic
Le responsabilità della sinistra imperialista

Le modalità con cui è avvenuto il sequestro di Milosevic da parte degli americani e lo scambio soldi contro estradizione hanno reso difficile una difesa decente di tutta l’operazione. L’imbarazzo tra coloro che hanno sempre demonizzato Milosevic per mascherare l’aggressione Nato alla Jugoslavia è molto diffuso, anche se politici e pennivendoli cercano di fare del loro meglio per dare una qualche dignità all’operazione.

In questo quadro, ovviamente, non si distingue la sinistra di governo, dai DS ai cossuttiani i quali, avendo preparato la guerra, per esplicita ammissione di D’Alema, non possono certamente dissentire.

L’imbarazzo non è però solo della destra e del centro-sinistra, ma si estende anche a quell’area di rivoluzionari che hanno la pessima abitudine di essere contigui alle posizioni imperialiste. Ci riferiamo non solo al Manifesto, alle varie chiese trotskiste, agli antagonisti di varia foggia, etc etc, ma anche ai vari settori che pur ritenendosi antimperialisti riescono quasi sempre a colpire laddove l’imperialismo indirizza i suoi missili.

Sicchè, paradossalmente, mentre gli imperialisti veri organizzano le loro provocazioni e le loro guerre umanitarie, i rivoluzionari antimperialisti si preoccupano di demolire ideologicamente i punti di resistenza presi di mira dagli americani e dalla NATO. I casi della Cina e della Jugoslavia sono stati una sconcertante conferma di questa verità, come a suo tempo la sinistra ultrarivoluzionaria di estrazione trotzkista e di altro genere ha sempre esaltato Solidarnosch, i Talebani, i Dalai Lama, Charta 77, quali simboli di liberazione dei popoli dall’oppressione comunista-stalinista.

Siccome però il tempo è galantuomo, i fatti si stanno imponendo, come nel caso del sequestro Milosevic, dell’Est europeo ‘liberato’, dell’Afghanistan, della pulizia etnica antiserba e della devastazione macedone. Questo ci permette di ribadire un concetto che andiamo da tempo ripetendo: tutto questo sviamento di attenzione su diversivi che permettono all’imperialismo di attutire le proprie responsabilità, fa parte di un progetto a cui i servizi lavorano accuratamente. Ciò fu vero a suo tempo con la nascita della IV internazionale e ora è vero a proposito delle campagne diffamatorie lanciate dagli imperialisti contro le loro vittime. Esiste, è vero, una spiegazione anche politica di questi comportamenti. Il democraticismo piccolo borghese e le teorie ultrarivoluzionarie dei gruppettari sono il brodo di cultura su cui nascono certi comportamenti della sinistra imperialista. Ma non solo di questo si tratta. Chi è osservatore attento delle cronache giornalistiche potrà rilevare facilmente che esiste nei giornali della sinistra, dal Manifesto a Liberazione, passando per giornaletti e periodici ‘antimperialisti’, un filo rosso che lega la trattazione di avvenimenti che riguardano la Cina, la Cecenia, la Serbia e altri punti caldi dell’iniziativa imperialista. II martellamento mediatico su queste situazioni ha una regia che sfugge al normale dibattito politico fra posizioni diverse all’interno della sinistra. Si percepisce chiaramente che qualcuno ha seminato una rete di persuasori occulti che hanno il preciso scopo di fare opinione per neutralizzare la reazione contro le azioni dell’imperialismo.

Dopo il sequestro Milosevic dobbiamo denunciare l’opera di questi persuasori occulti dentro la sinistra e metterli in condizione di non nuocere. Non si tratta di ‘compagni che sbagliano’.

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