Dagli "stati canaglia" alle "organizzazioni canaglia"

La lista dei cosiddetti paesi canaglia o dell’asse del male di Bush suscita più di un commento ironico in Europa. Eppure l’Unione Europea ha incominciato a seguire esattamente la stessa logica degli USA compilando, al di fuori di ogni confronto e controllo democratico, la lista nera delle organizzazioni da definire "terroristiche" e quindi da reprimere sulla base delle "direttive per la lotta al terrorismo" che i viceministri degli esteri europei hanno adottato il 15 luglio e che assomigliano molto al Patriot Act americano.

Un esempio particolarmente odioso della applicazione di queste direttive o più semplicemente della pronta risposta alle pressioni americane viene dall’Olanda con la persecuzione di cui è oggetto Josè Maria Sison, prestigioso dirigente del Partito Comunista delle Filippine.

Sison è considerato il fondatore del Partito Comunista delle Filippine, è stato prigioniero politico nel suo paese sotto il regime di Marcos, ed è riparato nel 1987 in Olanda, dove gode dal 1992 dello status di rifugiato politico e persona sotto la protezione della Convenzione Europea per la Protezione dei diritti dell’Uomo e delle Libertà Fondamentali. Dal 1991 Sison ha ricoperto l’incarico di consulente politico del Fronte Democratico Nazionale delle Filippine per i negoziati di pace con il governo filippino che si sono tenuti a più riprese in Olanda e poi in Belgio e in Norvegia. Questi negoziati hanno il sostegno ufficiale del Parlamento Europeo, espresso in due risoluzioni, e hanno già portato al raggiungimento di diversi protocolli di accordo.

Nonostante ciò, da un giorno all’altro, Sison (a cui è negato il permesso di lavoro in Olanda) è stato privato di tutti i già magri mezzi di sussistenza suoi e della famiglia, consistenti in un assegno alimentare, alloggio e assistenza medica. Lo status di rifugiato politico gli è stato improvvisamente revocato per decisione puramente amministrativa, e si può temere addirittura che venga caricato su un aereo e portato, senza nessuna procedura legale, negli Stati Uniti.

Tutto ciò non è casuale. E’ noto il crescente impiego di forze militari americane nelle Filippine con la scusa di combattere i ribelli di Abu Sayyaf e in realtà con l’obiettivo della guerra ad oltranza contro le organizzazioni popolari raggruppate nel Fronte Democratico Nazionale e del ristabilimento di importanti basi militari USA per il controllo di tutta l’Asia orientale. Gli americani vogliono fare saltare qualsiasi prospettiva di trattativa e la criminalizzazione di Sison, preparata anche con una diffusa campagna mediatica prefabbricata come ormai sempre avviene, serve a questo oltre che alla propaganda di guerra ormai generalizzata.

Nelle lista nera delle "organizzazioni canaglia" del resto non c’è solo il FDN filippino, ma molte altre organizzazioni, alcune di grande prestigio e vasto riconoscimento internazionale come il PKK curdo o le FARC colombiane o il Fronte Popolare per la Liberazione della Palestina.

Il 26 ottobre è prevista una manifestazione a Bruxelles, sotto la sede dell’Unione Europea, contro questa prassi generalizzata di incriminazione extragiudiziale che emana ormai la puzza insopportabile del fascismo.

Per quanto riguarda la vicenda di Sison, è possibile mettersi in contatto con il Comitato per la sua difesa al seguente indirizzo:

Comitato DEFEND
Indirizzo postale:
Postbus 15687, 1001 ND Amsterdam
Tel: 0031-30-2368722
Fax: 0031-30-2322989
Posta elettronica: defenddemrights@yahoo.com
Sito internet: www.defendsison.be


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