Prima osservazione
Principali soggetti dellimperialismo sono oggi gli USA. Davvero? Può la sinistra condividere questa tesi? Si tratta della sedicesima Tesi sul nazionalismo della NPD (Partito Nazionale Tedesco, neonazista NdT). Chi si affrettasse a dire che spesso per ragioni demagogiche i neonazisti si appropriano del linguaggio della sinistra, dovrebbe riflettere: limitazione di forme e simboli di sinistra (di solito non senza trasformazioni) è stata sì ed è prassi del fascismo, non però lassunzione di identici programmi. E poi la NPD ha una sua ben definita teoria dellimperialismo. Tutto ciò non dovrebbe far scattare un allarme?
Seconda osservazione
Il concetto di imperialismo è più antico del suo impiego a sinistra. Lenin, Bucharin, la Luxemburg e altri hanno ripreso il termine e lhanno riempito di propri contenuti marxisti. La loro teoria dellimperialismo si contrapponeva consapevolmente e polemicamente alla teoria borghese.
La teoria borghese definisce imperialismo la politica aggressiva di uno stato basata sulla violenza militare. La teoria della NPD ne è una variante. Per i comunisti limperialismo è uno stadio dello sviluppo economico-politico del capitalismo, che lo costringe a superare e spezzare tutti i limiti esistenti. La politica è vista solo come riflesso di questo processo economico-politico. Lenin sosteneva che non si poteva comprendere limperialismo solo sulla base dei rapporti politici tra gli stati. Losurdo in tutto il suo articolo non si limita a utilizzare sempre il concetto borghese di imperialismo da cui trae le sue conseguenze, ma si contrappone apertamente a una concezione di tipo economico.
Terza osservazione
Nella concezione borghese, imperialismo e stato nazionale fanno un tuttuno, come pappone e prostituta. Senza il secondo termine non può esserci neanche il primo. E così anche nel marxismo? Per Losurdo sì, altrimenti non potrebbe argomentare che, non essendoci uno stato europeo, non ci può essere un imperialismo europeo.
Chi considera le attuali multinazionali patriotticamente legate a uno stato nazionale, scambia una nave portacontainer per una galera. Al giorno doggi le multinazionali non hanno più interessi nazionali chiaramente definibili ma sono intrecciate a più di uno stato. E proprio questo intreccio mette in evidenza la contraddizione dellimperialismo moderno, la globalizzazione: il capitale assume una forma transnazionale, ma il potere politico-militare continua a esistere solo in forma nazionale. Luniversalismo del capitale è solo economico, non politico. Per questo cè un mercato mondiale ma non cè uno stato mondiale e neanche una tendenza in quella direzione. Se un tale stato mondiale esistesse non ci sarebbe imperialismo dato che questo si basa sulo scambio ineguale tra i diversi livelli delle forze produttive nazionali. In assenza di stati nazionali non ci sarebbe neanche scambio ineguale nè extraprofitto. Sul piano politico-militare il capitale transnazionale deve perciò assumere la forma del suo opposto, la forma dello stato nazionale. Quando si parla di interesse nazionale degli USA, si tratta in realtà della contraddizione insolubile di globalizzazione e nazionalismo. Gli USA assumono funzioni di stato mondiale senza poterlo essere e senza ottenere veri vantaggi nazionali per la loro popolazione. Questa è la differenza con gli anni 50 e 60.
Quarta osservazione
Una teoria dellimperialismo che si basi sullidea di un campo nazionale porta inevitabilmente a destra. Infatti lidea che i popoli del terzo mondo siano per natura progressisti così come lidea che ogni rivoluzione in quei paesi non possa che essere almeno tendenzialmente socialista, ha ben poco a che fare col marxismo. Le esperienze pratiche degli ultimi ventanni dicono il contrario ma, nonostante ciò, queste idee sono assai diffuse oggi nella sinistra. Sono espressione di un pensiero metafisico, un pensiero che si muove per contrapposizioni, con concetti fissi e immutabili. Limperialismo è limperialismo e sarà sempre lo stesso analizzato da Lenin; su tutto prevale la parola scritta del 1916. Tutti gli avversari degli Stati Uniti sono automaticamente i buoni che contribuiscono al progresso nel mondo. Anche persone della levatura di un Hans-Heinz Holz attribuiscono così ai Talebani e alla resistenza irachena il marchio nobile di cosiddetti antimperialisti.
Per i marxisti il mondo non può essere compreso per le sue contrapposizioni ma - dialetticamente - per le sue connessioni. Chi vede le connessioni politiche non può pensare che gli assassini bestiali di comunisti, gente di sinistra, sindacalisti, i nemici giurati di diritti delle donne, tolleranza o industrializzazione siano promettenti combattenti antimperialisti. I comunisti non hanno interessi comuni con i Talebani, gli Hezbolla o simili e non hanno niente da guadagnare al loro fianco. Chi analizza lattuale terzo mondo nelle sue connessioni di classe si renderà conto che la tendenza allimputridimento di classi e strati sociali è in aumento. Gli strati sociali in putrefazione sono però la base sociale della reazione e del fascismo. Chi non vuole vedere questi pericoli finisce per approdare alla tesi di Losurdo di un asse americano-israeliano di aggressione imperialista, che suona come il fratello colto dellimperialismo ebraico-americano .
Quinta osservazione
La NPD e altri elementi della destra definiscono come imperialismo la dipendenza dallo straniero o la pressione demografica di un popolo su un altro. Questa visione nazional-popolare porta a lottare contro la cultura americana... insomma a una forma semplice ma efficace di antiamericanismo. Chi è di sinistra dovrebbe sentirsi profondamente a disagio su questo terreno. La letteratura e la musica degli Stati Uniti mi piacciono, i cittadini statunitensi che ho conosciuto erano per lo più gente simpatica e molto si può imparare dai movimenti o dai sindacati degli Stati Uniti. Anche il governo attuale non mi porta certo a condividere lidea meschina che gli USA come paese o cultura siano gli agenti del male nel mondo. Con Marx la vedo piuttosto in questi termini: Il paese industriale più sviluppato mostra al meno sviluppato nientaltro che limmagine del suo stesso futuro. In molta gente di sinistra si fa invece strada unaltra considerazione, che va di pari passo con lidea che il nemico del mio nemico è mio amico.
Ne è un chiaro esempio il Manifesto antiamericano - Popoli colpite lAmerica! della primavera del 2003. Parla dellimperialismoo Yankee e di popoli oppressi che non vogliono farsi americanizzare. Lamericanismo - vi si dice - non è solo il prodotto dei grandi interessi capitalistici degli USA e si denuncia una crociata gonfia dodio contro il mondo islamico, una guerra di civiltà. Il manifesto viene dal Campo Antimperialista, ramo italiano del Coordinamento Antimperialista (AIK). Tra i firmatari anche Domenico Losurdo. Il testo è stato ora tolto dal sito internet dellAIK, ma lo si può leggere in internet sulle pagine di destra della Eiserne Krone. Lo si trova accanto a discorsi del Führer della rivoluzione islamica iraniana, layatollah Ali Khamenei, dellideologo del fascismo Julius Evola o dellestremista di destra viennese Martin A. Schwarz.
Scrivo queste righe per sottlineare che il dibattito sullimperialismo ha assunto da molto tempo una dimensione pratico-politica. Una pratica politica come quella appunto dellAIK di Vienna, nei cui campi estivi comunisti, esponenti di movimenti di liberazione e maoisti collaborano con fascisti serbi, islamisti e altri strani personaggi in seminari su temi come: Il contributo dellIslam nella lotta contro limperialismo e il sionismo. Lesperienza degli Hezbolla in Libano.
Herbert Steeg
Americanismo, imperialismo, fascismo, leggi la risposta di Losurdo