Di ritorno dal Vietnam

Da una intervista rilasciata da Nadine Rosa-Rosso, segretaria generale del Partito del Lavoro del Belgio, al ritorno da una visita nel Vietnam (da «Solidaire» n. 48 del 20/12/2000)

Come ha fatto il Partito Comunista del Vietnam a uscire da una guerra così devastante e qual'è stata la sua evoluzione?

Al momento della liberazione nel 1975 il primo compito del governo è consistito nel riunire tutte le forze per ricostruire da cima a fondo il paese. Dalle rovine doveva sorgere un’economia socialista che producesse cibo per tutti, sopprimesse l’analfabetismo, assicurasse a tutti l’assistenza sanitaria, ecc. Ma nel 1986, con il Sesto Congresso, il partito vietnamita si rese conto che non era riuscito a raggiungere gli obiettivi posti e che incominciava a perdere la fiducia del popolo. I rapporti di produzione non erano ancora maturi per il socialismo. Il partito decise perciò di fare un passo indietro con una serie di riforme economiche che introducevano un’economia a cinque componenti che servisse di preparazione al socialismo, e cioè: un’economia statale, un’economia cooperativa, un’economia individuale (impresa familiare senza limite di grandezza), un’economia capitalista privata (introduzione della proprietà privata con alcune limitazioni) e un’apertura economica al capitalismo nazionale e internazionale ("joint ventures" tra Stato e imprese private). Dopo il 1989, il partito ha respinto la perestroika che ha condotto alla liquidazione del regime socialista nell’Europa dell’est.

Il PC rimane sempre la forza che dirige il paese. Il Settimo Congresso del partito Comunista Vietnamita nel 1991 così definiva l’obiettivo complessivo per gli anni 1991-95: "superare le difficoltà e le situazioni critiche, stabilizzare e sviluppare l’economia e la società, rafforzare la stabilità politica, combattere i fenomeni negativi e le ingiustizie sociali, far uscire il paese dallo stato di crisi". Sono riusciti a eliminare la fame e hanno riguadagnato poco a poco la fiducia del popolo. Il Vietnam ha attualmente molti problemi tecnici. Molte ricchezze naturali non vengono sfruttate e si fa sentire soprattutto la mancanza di denaro. I fondi che sarebbero necessari sono ben poca cosa rispetto alle fortune di cui dispongono certe persone o ai profitti di certe società da noi. Per questo il paese si apre ai capitalisti stranieri.

Il Vietnam è ancora un paese socialista dopo tutti questi cambiamenti economici? E il Partito Comunista che cosa è diventato?

Il Vietnam è sempre un paese diretto da un partito d’avanguardia che si basa sui bisogni e gli interessi dei lavoratori. A questo proposito ho chiesto a un responsabile del PC vietnamita come venissero trattati e riferiti dalla stampa gli scioperi che avevano luogo nelle imprese. "C’è stato uno sciopero in un’impresa sudcoreana installata nel Vietnam. Lo abbiamo sostenuto e ne abbiamo riferito". Posso confermare che il paese è diretto da un partito che vuole risolvere i problemi dell’alimentazione, della sanità e dell’istruzione, a cui nel 1998 veniva consacrato il 10 per cento del bilancio nazionale. Il partito vuole andare avanti. I problemi fondamentali vengono posti e dibattuti in modo estremamente aperto. Per esempio: i quadri del PC possono occupare posti di direzione delle società private? I responsabili sono coscienti del fatto che certe persone potrebbero aderire al partito per avere dei vantaggi, mentre là dove il partito non è al potere, gli iscritti devono rinunciare a far carriera nelle imprese e rischiano il licenziamento per lottare con le masse. Nel Vietnam la corruzione rappresenta un pericolo serio. Perciò per diventare membri del partito bisogna farne domanda, dopodichè c’è un periodo di prova e le indagini che vengono fatte nell’ambiente del candidato permettono di valutare le sue motivazioni e la sua serietà.

Come si vive al giorno d’oggi nel Vietnam?

Non dobbiamo dimenticare che si tratta di un paese povero che ha enormi difficoltà. Quando sono arrivata a Città di Ho Chi Minh ho chiesto ai miei ospiti di mostrarmi i quarteri più poveri. La richiesta non li ha stupiti, al contrario. Quando lo zio Ho si recava in qualche località per parlare con la gente, mi hano detto, chiedeva sempre di vedere le cucine e i bagni...

Dopo aver girato la città per trovarle siamo arrivati alle baracche. Avevo già visitato Bombay in India, dove c’erano quartieri miserabili e maleodoranti estesi per chilometri. Ma qui, lungo un canale, abbiamo rischiato di non riuscire a trovarli... Nelle città la gente vive in piccole case confortevoli. Ma nelle campagne, come in tutti i paesi, la vita è più dura, anche se da qualche anno a questa parte il livello di vita del popolo è notevolmente migliorato. Il riso, per esempio, appena sufficiente in passato, adesso viene esportato. Il Vietnam è al secondo posto nell’esportazione di riso nel mondo, dopo la Tailandia.

Attualmente la terra viene assegnata agli agricoltori individuali, ma rimane proprietà dello stato. La forma di produzione dominante non è più la cooperativa ma l’impresa individuale. E’ una modificazione importante perchè la popolazione agricola rappresenta dall’80 all’85% della popolazione vietnamita. "La terra, essendo proprietà di tutto il popolo non può essere privatizzata, acquistata o venduta". Ma lo Stato concede il diritto d’uso o d’affitto per sviluppare la gestione delle terre nell’interesse collettivo.

Quali sono le direzioni dello sviluppo nel Vietnam?

Da qualche anno a questa parte viene compiuto un grosso lavoro per attirare i turisti. Lo Stato mantiene la direzione generale di questo settore chiave e gestisce tutti i parchi nazionali e le riserve naturali. Ci sono molte società private per i viaggi organizzati, ma sono molto controllate, sia a livello di gestione che di qualità dei servizi offerti. Il Vietnam è un paese magnifico. Il Vietnam ha coste molto lunghe e dunque molti prodotti del mare. Il pesce e i frutti di mare vengono esportati, specialmente in Giappone. C’è il caffe, il tè, diversi minerali nel sottosuolo, ma appunto mancano i crediti.

Quali sono le sfide del Vietnam per il futuro?

La chiave dei problemi attuali e futuri sta nella natura stessa del partito comunista, nel modo in cui studia il marxismo leninismo e il pensiero di Ho Chi Minh e nel modo in cui assicurerà la formazione delle genrazioni a venire. Attualmente la formazione e il livello ideologico dei quadri e dei giovani sono ancora molto elevati. La nuova generazione, che non ha conosciuto la guerra, è esposta alle sirene del capitalismo che chiamano all’arricchimento individuale. Il partito affronta il problema della internazionalizzazione dell’economia ma l’avvenire del paese dipende dalla gioventù.. Ogni generazione dovrà trovare la via della rivoluzione. La fierezza nazionale e il desiderio di indipendenza sono molto sentiti dalla popolazione, ma la nozione di partito d’avanguardia rimane attuale e i comunisti dedicano molte energie al rafforzamento ideologico, politico e organizzativo.

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