Perche’ abbiamo votato PRC

Come redazione di Aginform abbiamo deciso, il 13 maggio, di votare PRC. Su questa scelta non abbiamo ritenuto necessario aprire una discussione prima del voto perché il nostro obiettivo non era quello di trascinare altri compagni in un dibattito affrettato e improvvisato. Ci rendiamo ben conto, difatti, che per dei comunisti una scelta di voto oggi è quantomai complessa. In primo luogo perché votare senza che ci sia una garanzia che il voto si trasformi non in una indicazione politica, ma in un appoggio alla logica elettoralistica dei partiti che vivono col voto e per il voto è un rischio grosso e, in secondo luogo, perché la scelta di voto per il PRC contiene, sul piano strettamente politico, parecchie ambiguità.

Tuttavia, nonostante queste riserve che riteniamo comuni a molti compagni che seguono Aginform, abbiamo votato Rifondazione Comunista. Perchè? Escludiamo subito il discorso scontato che comunque bisogna votare e votare a sinistra. Questo non è un discorso certamente valido perché, come i fatti dimostrano, in taluni casi l’astensionismo è certamente più utile ed efficace del voto. L’ astensionismo di sinistra che ha colpito l’Ulivo negli ultimi tempi è stato certamemte utile alla destra, ma nello stesso tempo ha anche evidenziato la maturità di un elettorato popolare e di sinistra che ha marcato il suo distacco dai DS e dai loro alleati. Ma allora, ci dicono alcuni compagni, perché non continuare sulla stessa strada e propagandare l’astensionismo? A questi compagni rispondiamo che non bisogna scambiare un dato oggettivo per una possibilità soggettiva. Un conto è rilevare oggettivamente il dato dell’astensionismo, altra cosa è pensare, da mosche cocchiere e col solito velleitarismo, di trasformare l’astensionismo in opposizione politica organizzata. Perché questo si possa realizzare abbiamo bisogno di una forza politica che sia in grado di influenzare larghi strati della sinistra e del popolo astensionista, ma dov’è questa forza politica? Trasformare l’astensionismo non è un processo né breve né automatico. Basti pensare alle vicende leghiste al Nord e ai quartieri popolari romani dominati da AN.

Il problema che ci siamo posti come redazione di Aginform e che avremmo posto a tutti i comunisti se la situazione l’avesse consentito, cioè se esistesse un’area comunista che fa politica e si pone problemi concreti, è capire quale fosse il contributo da dare nello scontro politico che ha accompagnato le elezioni e che non ha solo valore elettoralistico. Sulla base di questa necessità che è anche atto di responsabilità politica abbiamo ritenuto che ci siano due buoni e importanti motivi per votare il PRC.

1) Esso rappresenta una opposizione di sinistra e quindi un punto di riferimento di massa su contenuti che travalicano l'impostazione del partito. L’opposizione alla guerra e al militarismo, la difesa degli interessi operai, l’opposizione alle privatizzazioni, la difesa dello stato laico, ecc. sono contenuti di tutta la sinistra di opposizione e dei comunisti.

Che in questo contesto di spostamento a destra del paese si rafforzi una indicazione sia pure elettorale di adesione a questi contenuti è un risultato utile che va aldilà di quello che il PRC rappresenta come partito e siccome solo esso può esprimerli significativamente a livello elettorale, il voto a questa lista è sicuramente valido.

2) Votando Rifondazione comunista non vogliamo stavolta lanciare il sasso e nascondere la mano. Per quanto ci riguarda, ma il fatto non è solo nostro, col voto a Rifondazione bisogna sciogliere il nodo del rapporto con questo partito.

Ci rendiamo conto che la questione non è facile da affrontare, perché da Garavini a Cossutta, passando per le nuove tendenze neotrotskiste bertinottiane, la distanza che separa i comunisti da queste posizioni è grande, ma è pure vero che quella che possiamo benevolmente definire l’armata brancaleone dei gruppettari, ricettacolo di frustrazioni e di velleità rivoluzionarie non rappresenta l’alternativa. Dunque? Bisogna cominciare a discutere sui percorsi possibili.

La redazione di Aginform.
Amoroso, Deangelis, Gabriele, Piermarini, Pioppi


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