Sembrava che il quadro politico pre-elettorale fosse ormai
definito. Bersani in pole position, Casini in veste di moderatore e Monti
avviato a sostituire Napolitano alla presidenza della Repubblica. Qualcosa
di questo schema non ha funzionato e Monti ha giocato pesante per
scomporre le aspettative della vigilia rivendicando in prima persona un
ruolo politico diretto in antagonismo non solo a Berlusconi, ma anche al
PD.
Conoscendo Monti ci si domanda perchè l'uomo stia osando così tanto. I
motivi devono essere molto seri. Qualcuno in Europa ha deciso che non si
può rischiare e bisogna andare fino in fondo nella politica scelta
dall'UE. Bersani in questo contesto rischia di essere considerato un
eversivo, assieme a Vendola e Camusso. Quindi bisogna porre condizioni
pesanti alle svolte politiche future e chi meglio di un Monti in campo può
dettarle?
Il quadro si complica se consideriamo altri fattori che stanno
intervenendo a livello di schieramenti elettorali. Berlusconi è sceso in
campo e tesse le sue trame per rimanere tra i protagonisti della
scena, mentre Grillo e gli arancioni rendono variegato e complicato lo
scenario. Non c'è nulla di scontato dunque se non due cose: il fatto che la
situazione di classe e sociale diventerà più dura e che dobbiamo
aspettarci colpi di scena rispetto alle previsioni soporifere della
vigilia.
Nel calderone il magma continua a ribollire senza che si
intraveda una via d'uscita a misura dei problemi che abbiamo di fronte.
Gli attori di sempre continuano a recitare, mentre chi decide veramente si
è preparato gli strumenti per il controllo sociale che i tempi richiedono.
Erregi
3 gennaio 2013