La notte del 26 settembre, dopo sei mesi di sofferenze,
si è spento a Roma Mario Albanesi,
compagno e amico che ci è sempre stato vicino


Così lo abbiamo ricordato
nel libro "La zattera e la corrente"
che ricostruisce le vicende della Organizzazione Proletaria Romana
e di Radio Proletaria (che a Mario deve molto) negli anni 70 e 80:

Radio Proletaria è costretta anche a difendere la propria sopravvivenza rispetto ai monopolisti dell'etere che si fanno sempre più aggressivi e si accaparrano il bene pubblico delle frequenze di trasmissione e le risorse pubblicitarie. Sono gli anni in cui Berlusconi, non ancora “sceso in campo”, con il sostegno aperto di Craxi e dei 'miglioristi' del PCI - Giorgio Napolitano in primis - calpestando i principi democratici e costituzionali, costruisce quell'impero mediatico che avrà poi un ruolo strategico nelle vicende politiche della cosiddetta “seconda repubblica”. Nello spirito che caratterizza l'OPR, Radio Proletaria si fa perciò carico di organizzare su scala regionale e poi nazionale le radio popolari e 'comunitarie', i soggetti cioè direttamente interessati a impedire la monopolizzazione delle risorse. Nasce così l'Associazione Emittenti del Lazio e poi il Coordinamento Nazionale e il giornale Nuove Antenne, che si batte contro le prevaricazioni di Berlusconi e dei suoi alleati, tra cui anche Radio Radicale, nonostante i panni democratici di cui ama rivestirsi. Le iniziative, animate da Mario Albanesi, sono numerose e ben mirate, ma si scontrano contro il muro dell'indifferenza totale (e al fondo della complicità con gli interessi padronali) di tutte le forze politiche, incluso naturalmente il PCI.