La ruota della storia

Da: infosannio.wordpress.com

Marx (nel Manifesto) scriveva, riferendosi ai vecchi ceti reazionari, che non è possibile riportare indietro la ruota della storia quando le cose si mettono in movimento. Sono bastati un paio di mesi per dimostrare che anche stavolta questa verità si conferma. Difatti, nonostante le campagne mediatiche di dimensioni mai viste, lo scossone prodotto da Salvini (col consenso di Di Maio) sulla vicenda immigrati sta scuotendo l'Europa e costringe i patron dell'UE, Merkel e Macron, a fare i salti mortali per evitare che la situazione sfugga loro di mano.

Una considerazione preliminare su questo va fatta. Nonostante le cortine fumogene mediatiche, è sotto gli occhi di tutti che gli europeisti hanno perso la faccia e si sono mostrati col loro vero volto, quello di un comitato d'affari che si divide ogni qualvolta gli interessi di bottega non tornano. Quale risultato migliore si poteva ottenere? E' bastato che un Salvini qualsiasi puntasse i piedi sugli sbarchi perchè il castello di carta di Bruxelles, la sua politica 'comunitaria', cadesse in frantumi.

Quelli che vorrebbero riportare indietro la ruota della storia gridano al fallimento delle scelte salviniane, ma i fatti sono lì a dimostrare che stavolta non va a finire come con la Grecia. Anzi. Siamo solo agli inizi di una fase in cui la sopravvivenza dell'UE diventa sempre più incerta. Una domanda andrebbe dunque fatta a chi in questi anni si è sbracciato con gli slogan di uscita dall'euro e dalla UE: quali sono i processi reali che stanno modificando la situazione e come è possibile inserirsi in questi processsi per avviarli nella direzione giusta?

Abbiamo detto fin dall'inizio che le elezioni del 4 marzo non potevano essere considerate un avvicendamento parlamentare tra destra e sinistra (e non a caso FI è rimasta fuori e all'opposizione), bensì una rottura di equilibri che avrebbe passato il segno e così sta avvenendo. Ovviamento non ci si deve illudere che le cose andranno comunque bene e che ci sia solo da aspettare.

I rischi che corriamo sono di diverso tipo. Non si può ignorare anzitutto che a gestire lo scontro è Salvini e che egli ha come retroterra una situazione europea che marcia verso destra, Germania compresa. Il contenzioso con gli USA sui dazi e le manovre denunciate da Juncker degli americani che vogliono dividere e indebolire l'Europa per ragioni di concorrenza sta ormai nell'ordine delle cose e solo il cretinismo antieuropeista della nostra sinistra radicale non è in grado di individuare, nel suo autismo, passaggi concreti per una battaglia contro questa Europa. Nei giorni scorsi ad esempio, i buonisti, che normalmente costituiscono la sinistra imperialista, non hanno affatto pensato che di fronte ai giochi di Macron e della Merkel bisognasse scendere in piazza per denunciare il cinismo verso gli emigranti e le guerre che hanno provocato questa situazione.

Insomma, se vogliamo evitare brutte sorprese bisogna svolgere un ruolo di intervento attivo sui passaggi che la situazione presenta e che vanno spiegati alla gente. Di questo bisogna saper discutere e anche sul versante 5Stelle. Di Maio cerca di controbilanciare l'ascesa di Salvini portando avanti i provvedimenti sociali annunciati nel programma. Si tratterà di vedere se la montagna partorirà il topolino o se si fa sul serio. La cosa finora non è affatto chiara e anche qui bisognerà allertare gli interessati, pensionati e disoccupati in primis.

Insistiamo nel dire che indietro non si torna e non si deve tornare, semmai si tratta di vedere come andare oltre.

Aginform
2 luglio 2018