Godiamoci lo spettacolo

Dobbiamo dire di essere fortunati perchè non è accaduto spesso di vedere uno spettacolo come quello di un governo che viene attaccato, da destra e da 'sinistra', da tutte le forze che hanno tenuto banco in questi decenni e rappresentato il potere in Italia: Confindustria, Berlusconi, PD, TV di stato, giornali berlusconiani, Repubblica e, assieme a questi, uno stuolo di 'esperti' che pontificano contro Lega e 5Stelle guidati dalla 7 di Mentana.

Basterebbe questo per capire il senso di marcia della situazione, ma tutto concorre a creare un polverone per nascondere le cose. Eppure basterebbe porsi alcuni interrogativi per spiegare ciò che sta accadendo.

Perchè la Confindustria si preoccupa dei suoi associati? Perchè il PD cerca di trovare, senza riuscirci, una linea di ferrea opposizione e, infine, perchè anche Berlusconi, ormai senza esercito, attacca pesantemente Salvini?

La risposta può essere una sola. La casta non solo sta perdendo le leve del potere ma, col nuovo governo, vengono messi in discussione due principi che hanno sempre rappresentato le basi su cui i vecchi ceti hanno governato. L'Europa über Alles e il liberismo sfrenato in economia e nelle politiche sociali. Ora costoro si trovano di fronte un Salvini che scuote l'Europa sulla questione immigrati e Di Maio che vara provvedimenti di contrasto che invertono la tendenza alle scelte antisociali dei governi precedenti.

Il blocco antigovernativo credeva che per bloccare la marcia del governo bastasse un po' di allarmismo, ma così non è stato. I servi di Bruxelles pensavano che le decisioni di Salvini sarebbero state demolite dalla Merkel e da Juncker, che invece hanno dovuto accettare un faticoso compromesso. E l'opinione corrente, a 'sinistra', era che Salvini stesse fagocitando Di Maio e così avremmo avuto un bel governo nazionalsocialista. Questa previsione non si è però avverata perchè Di Maio ha rilanciato il suo ruolo col decreto dignità.

Insomma, il patto di governo va avanti e questo sta costringendo la casta a moltiplicare gli sforzi. Intanto però deve accusare una prima sconfitta, che non aumenta certo la sua credibilità soprattutto in termini elettorali. In termini calcistici potremmo dire che siamo al 2 a 0.

Tra le forze messe in campo dalla casta ci sono anche gli imperialisti di sinistra che accentuano il loro buonismo e aumentano il loro impegno con le ONG, nella piena consapevolezza del ruolo che queste stanno svolgendo nel favorire l'emigrazione 'sporca', e evitano invece accuratamente di parlare di quello che sta accadendo nel Mediterraneo in termini di guerre e di nuove colonizzazioni.

A 'sinistra', il primo effetto che la nuova situazione sta producendo è una sorta di assenza di prospettive. L'area dell'1% (il riferimento è ai risultati elettorali raggiunti da Potere al Popolo) si sta già dividendo. C'è chi vagheggia una sorta di comitato di liberazione nazionale contro il governo della 'destra' (a guida PD ovviamente); chi, per ragioni di bottega, strizza l'occhio ai 5Stelle e quindi si barcamena e chi, infine, rimanendo col cerino in mano, si farà sopraffare dalle manovre per le elezioni europee già in atto a livello continentale tra le forze di nuova socialdemocrazia.

Godersi lo spettacolo dunque va bene, ma non possiamo limitarci a questo. Non possiamo permetterci di stare a guardare e anzi bisogna sforzarsi nella nuova situazione di individuare un terreno autonomo di intervento.

Tre questioni ci sembrano importanti. Preparare l'astensionismo per le elezioni europee per accentuare la crisi dell'UE, aprire il discorso contro il buonismo e la sinistra imperialista parlando di guerre, neocolonialismo ed embarghi; misurarsi con le scelte del governo in materia di provvedimenti sociali coinvolgendo gli interessati (se si deve parlare di democrazia questo è il metodo).

Aginform
25 luglio 2018