A proposito dello spirito di San Babila

Protesta in piazza San Babila contro l'incontro Salvini-Orban

E' stata soprattutto Repubblica, seguita a ruota dalle TV di regime, ad esaltare la gloriosa giornata della manifestazione 'antifascista' di Milano in occasione dell'incontro tra Salvini e l'ungherese Orban. A cogliere l'occasione sono stati numerosi gruppi 'antifascisti' di cui elenchiamo le benemerenze.

Iniziamo col PD. Sappiamo tutti qual'è il ruolo criminale che questo partito ha svolto nei vari governi che hanno fatto le guerre e che continua ad appoggiare gli interventi militari della NATO in varie parti del mondo (Mogherini). E' possibile credere che si tratti di antifascisti dal momento che la Costituzione vieta l'uso della guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali? Si può tollerare che i carnefici, quelli che hanno prodotto con le guerre di aggressione milioni di profughi e andrebbero portati davanti ad un tribunale sui crimini di guerra, manifestino a sostegno delle vittime? Si può consentire che partecipino a una manifestazione che si definisce antifascista?

Un secondo gruppo di coloro che hanno partecipato alla manifestazione di San Babila probabilmente non si identifica col PD, ma verso costoro ci corre l'obbligo di avanzare il dubbio sulla autenticità dei loro sentimenti. Come mai si sente l'irrefrenabile impulso di scendere in piazza contro Salvini e Orban e non si è scesi in piazza quando è stata aggredita la Libia (da cui peraltro la maggior parte dei profughi può partire proprio grazie alla guerra)? Come mai non si è scesi in piazza contro l'UE (e il governo italiano) che ha appoggiato la sovversione in Siria producendo una catastrofe umanitaria? E come mai molti degli 'antifascisti' di San Babila non sentono il dovere di difendere i palestinesi che vengono quotidianamente massacrati dai nazi-sionisti e oppressi nella loro terra, la Palestina occupata? Difficile credere che a San Babila abbia manifestato l'antifascismo. Questa manifestazione, come dimostra la vasta eco sui media di regime, ha tutt'altro significato. Fa parte di un'operazione politica iniziata da tempo volta a far credere che l'attuale governo non sarebbe altro che un governo di destra contro cui gli sconfitti del 4 marzo giocano la carta dell'unità della sinistra (Veltroni) e dell'ANPI.

Ma c'è un'altra categoria di persone, per cui è d'uso chiamarsi 'compagni', che ha preso l'abitudine di non vedere come stanno in realtà le cose e da chi vengono organizzate. Costoro si dicono antifascisti a prescindere, anzi antimperialisti e solidali con chi fugge dalle guerre. Per questo vanno in piazza contro Salvini e Orban. In questo modo lasciano libero corso a idee sbagliate sulla situazione in Europa dove i più feroci sostenitori dell'imperialismo globale sono proprio quelli che si ammantano di tanti buoni sentimenti sull'accoglienza e i diritti umani, e come tori col drappo rosso si lanciano contro Salvini e Orban come personificazioni del male, incuranti di quel che sta loro intorno. Ma, soprattutto, smaniosi di esibire la loro presunta purezza, non si misurano con la necessità di combattere il nemico principale, quello che ha prodotto le guerre e l'emigrazione e che, come dimostra in questi giorni l'esaltazione servile di McCain, sono ben decisi a proseguire su quella strada. Autismo ideologico e solidarismo mascherano così le posizioni dell'imperialismo di sinistra che hanno conquistato gran parte di quelli che si considerano progressisti o persino comunisti. Puntuale arriva poi l'accusa di rossobrunismo da brandire contro chi denuncia questa realtà. Ma non basta un'occasione come quella di San Babila per attribuirsi patenti di antifascismo. Ci vuole ben altro.

Aginform
1 settembre 2018