Risposta a un operaio comunista

Ancora una volta suggerirei umiltà e prudenza quando si parla della Repubblica popolare cinese. Pensate alla smisurata presunzione che ha spinto i sopravvissuti del revisionismo moderno a voler "rifondare" (nientemeno) il comunismo. Tra parentesi: il primo congresso di Lotta continua si aprì all’insegna della "rifondazione del marxismo", espressione più volte ripetuta negli interventi dei leaders, e vedete Sofri che fine (ideologica) ha fatto… Queste cose i compagni comunisti le conoscono bene. Ma attenzione: tutti gli "innovatori", senza eccezione, hanno messo sotto accusa il grande paese asiatico emettendo verdetto di colpevolezza (in Cina - sentenziano - è stato restaurato il capitalismo). Non facciamo come loro. Severino Gambato, autentico operaio rivoluzionario che ho l’onore di conoscere da lungo tempo, dà della Cina una descrizione estremamente negativa ("la classe operaia è molto numerosa e sfruttata, ci sono centinaia di milioni di contadini poveri, si contano molti milioni di disoccupati" cfr. il n° precedente del nostro giornale) e quindi boccia preventivamente il prossimo Congresso del Pcc che si terrà a novembre. Diranno qualche cosa di sinistra tanto per far vedere, dice Severino. Un atteggiamento giusto mi sembra quello del compagno Amata (sempre sul n° precedente di Aginform) che "elenca" con chiarezza gli obiettivi interni ma soprattutto internazionalisti che "finalmente" (sembra di sentirgli dire) la Cina dovrebbe assumere. Amata conclude che dal risultato del Congresso "avremo motivo, successivamente, di tornare a discutere". Siamo completamente d’accordo. Non è meglio così che essere in sintonia con i rifondatori?

Amedeo Curatoli

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