Quel pasticciaccio brutto di Mosca

I compagni si sono trovati in modo improvviso di fronte al progetto di ingresso della Russia nella NATO a partire dalle cialtronesche dichiarazioni del Cavaliere il quale tenta di accreditarsi la maggior parte dei meriti dell’operazione mentre sappiamo che le sue funzioni sono state unicamente quelle di fare da ruffiano all’idillio Bush-Putin. Sono stati i giornali a far capire meglio, e non tra le righe, che cosa sta realmente accadendo. In sostanza la Russia di Putin ha dovuto, obtorto collo, entrare in una logica di collaborazione stretta con gli USA e la NATO per evitare di essere inquadrata in tempi brevi nel mirino della superpotenza americana. Il progetto di guerre stellari e la denuncia del trattato ABM erano la minaccia incombente per la Russia. Cercando di fare di necessità virtù, Putin ha cercato di giocare di contropiede portando la Russia nel campo occidentale accettando una serie di condizioni che la relegano, come è stato ampiamente scritto, al rango di subpotenza. Nei fatti però questa era una realtà evidente da anni e quindi quella di Putin è stata una dimostrazione di realpolitik. A cosa porterà questa scelta? Vedremo una Russia impegnata nella guerra all’Iraq e all’impero del male e diventare una pedina della strategia americana come l’Italia, la Francia, la Germania ecc.? oppure... ne vedremo delle belle? Senza voler diminuire la pericolosità dell’imperialismo americano e il ruolo dei suoi lacchè come Berlusconi, ci sembra che il quadro della strategia USA si vada complicando e che l’apprendista stregone rischi di rimanere invischiato dai suoi deliri di onnipotenza.

Non siamo ovviamente in grado di capire fino a che punto Putin navighi a vista o abbia chiaro il senso strategico della sua scelta, cioè il fatto che ora la Russia diventa un tassello organico della strategia imperialista americana. A giudicare dai silenzi e dalle paure reciproche, l’incertezza su questa nuova alleanza sembrerebbe grande e quindi il futuro incerto. Siamo di fronte ad un ennesimo rinvio della resa dei conti, aldilà delle parti che gli attori in scena stanno recitando?

E il popolo russo che cosa pensa di tutto questo? La stampa occidentale registra molta diffidenza, ma non possiamo certamente trovare in essa una interpretazione corretta. Dovrebbero essere i comunisti, i compagni russi a farci capire meglio ma, come dimostra questa intervista al segretario del PCOR-PRC, le cose non vanno molto bene. Putin, che non trova di meglio che entrare nella NATO per sciogliere i nodi interni e internazionali della Russia, esercita un fascino discreto che blocca l’autonomia di gran parte di quella che si definisce area comunista. La nomenklatura è nomenklatura.

Intervista a Viktor Tiul'kin, copresidente del CC del Partito Comunista Operaio Russo e del Partito Rivoluzionario dei Comunisti

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