NO ALLA GUERRA!
VIA LE BASI USA-NATO DALL'ITALIA

Comunicato della Fondazione Pasti (14 ottobre 1998)

La prospettiva di vedere l'Europa precipitare - nell'arco di giorni o di ore - in una tragedia di proporzioni immani - un Vietnam europeo con conseguenze mondiali - sembra per il momento allontanarsi.

Se ciò può essere motivo di qualche sollievo immediato, non sgombra però affatto l'orizzonte dai pericoli di guerra: al contrario.

Negli ultimi mesi abbiamo avuto il raro privilegio di vedere concretamente in azione - senza dover fare ancora direttamente i conti con le esplosioni delle bombe - il meccanismo che QUANDO I DIRIGENTI USA LO AVRANNO DECISO, precipiterà nella guerra l'Europa e il mondo intero.

Abbiamo visto le potenze occidentali - non paghe di aver tanto contribuito a fare a pezzi la Jugoslavia multietnica e di aver provocato e alimentato le guerre civili allo scopo di creare piccoli stati facilmente manovrabili, in cui poter compiere razzie economiche e dislocare forze militari - riproporre lo stesso copione con quello che resta della Federazione Yugoslava, oggetto di una campagna di criminalizzazione e intimidazione incessante sorretta da una macchina propagandistica impressionante.

Abbiamo visto l'opera di destabilizzazione del "nemico" non solo con le sanzioni ma anche con le armi dei nuovi "combattenti della libertà" dell'UCK, così simili a quelli reaganiani della Contra nicaraguense o dell'UNITA angolana.

Abbiamo visto l'espansione della NATO con nuove basi, consiglieri militari palesi e occulti, manovre e ingerenze sempre più scoperte nei Balcani e altrove.

Abbiamo visto il cinismo estremo con cui si prepara un massiccio intervento militare senza nemmeno quella foglia di fico dell'ONU che in altre circostanze era stata usata di copertura, e dunque in aperta, voluta sfida alla Russia e alla Cina, in violazione palese del cosiddetto diritto internazionale.

Abbiamo visto l'attivazione piena della macchina militare sulle nostre teste e intorno alle nostre case, secondo logiche e modalità che dipendono unicamente dalle decisioni americane e su cui qualche timido balbettio e distinguo di qualche membro del governo italiano, subito coperto dal clamore interventista, è assolutamente ininfluente.

Abbiamo visto la pronta e piena attivazione di un coro atlantista e interventista assordante, pronto a tacciare di viltà ogni distinzione e ogni prudenza e capace di nascondere nei mezzi di comunicazione di massa ogni accenno a esitazioni e divergenze pur presenti tra una parte degli europei e gli americani.

Abbiamo visto larghi settori di opinione pubblica che si professano amanti della pace e del diritto dei popoli totalmente succubi o complici di una propaganda sfacciata e bugiarda volta a presentare l'intervento armato come intervento a protezione delle popolazioni civili.

Abbiamo visto - in una parola - che l'Italia non ripudia affatto la guerra, come è scritto nella Costituzione, ma ripudia la Costituzione ed è pronta per essere trascinata in pieno nelle avventure militari che saranno decise oltre Oceano.

C'è poco spazio per il sollievo, dunque, e molta necessità di riflessione approfondita e di lavoro per dar vita a un movimento reale che sappia contrapporsi - finchè siamo in tempo - a questa deriva fatale.

Ritorna alla prima pagina