IRAQ LIBERO COMITATI PER LA RESISTENZA DEL POPOLO IRACHENO
Bollettino dei 3 ottobre 2005
Lincontro internazionale che si è tenuto ieri a Roma ha avuto pieno successo.
Alla sala stracolma, con tantissime persone in piedi, ha fatto riscontro la grande partecipazione di tutti i presenti e lottimo livello dei numerosissimi interventi che si sono succeduti per 6 ore senza alcuna interruzione.
Grande è stato il sentimento di rabbia e di protesta per i visti negati, per le angherie che si aggiungono alle torture, grande la determinazione ad andare avanti.
Il senso di questa manifestazione, gli impegni assunti da tutte le forze presenti, il programma di lavoro che ne è scaturito sono riassunti nel documento conclusivo dellassemblea che pubblichiamo in questo bollettino.
Ma è doveroso sottolineare due cose. In primo luogo la volontà di lotta che si respirava non solo negli interventi ufficiali, ma in ogni frase e commento che si poteva ascoltare dentro e fuori dalla sala. In secondo luogo la grande unità che si è registrata a livello internazionale (con la presenza di delegazioni provenienti da 15 paesi), frutto del lavoro in comune intrapreso e della consapevolezza dellimportanza della lotta che unitariamente stiamo conducendo.
La manifestazione di Roma è stata dunque un passaggio importante, una tappa per andare avanti con più forza. Era questo lobiettivo ed è stato raggiunto.
Comunicato stampa
Abbiamo avuto modo di denunciare il gesto insolente con il quale lambasciata italiana di Amman ha rifiutato di consegnare il visto ad Haj Ali. Il goffo tentativo di giustificare questo diniego appellandosi a pretesti formali ha in realtà accentuato limmagine del moribondo governo italiano come sciocco esecutore delle direttive provenienti dalla Casa Bianca.
Tuttavia non cè limite al servilismo e alleccesso di zelo verso i diktat nordamericani. Ieri mattina, 2 ottobre, proprio mentre a Roma si svolgeva la riuscita manifestazione internazionale alla quale avrebbe dovuto presenziare, Haj Ali si è recato nuovamente allAmbasciata italiana di Amman, allo scopo di significare la propria indignazione. Per questo Haj ha voluto che due giornalisti giordani lo accompagnassero.
Ciò che è accaduto è a dir poco inquietante. Non appena giunto davanti allingresso dellambasciata il pacifico gruppetto capeggiato da Haj Ali è stato affrontato dalla sicurezza la quale, con lausilio di cani poliziotto, gli ha impedito lingresso nelledificio.
Dobbiamo quindi tornare a denunciare, oltre al servilismo e alle angherie italiane, la vera e propria indecenza con la quale si è trattato un cittadino iracheno che per mesi e mesi è stato vittima di brutali torture. Come se non bastasse il diniego del visto, si è voluto umiliarlo usando quegli stessi cani utilizzati dai suoi torturatori ad Abu Ghraib.
Lassemblea internazionale di ieri ha espresso la sua piena solidarietà ad Haj Ali ed a tutte le vittime delloccupazione militare, prendendo limpegno di ricercare tutte le vie per poter realizzare al più presto il suo tour europeo, per portare in ogni angolo dEuropa la voce della verità sulla barbarie americana.
Un impegno altrettanto forte è stato preso da tutte le delegazioni internazionali presenti riguardo alla Conferenza sullIraq Per una pace giusta Con la Resistenza. Le delegazioni hanno infatti convenuto allunanimità di perseguire lobiettivo della Conferenza, valutando nelle prossime settimane tutte le possibilità esistenti nei vari paesi europei, a partire dalla continuazione e dallallargamento delliniziativa in Italia. Al termine di questa verifica, che impegnerà le strutture di diversi paesi, verrà fissata la data ed il luogo della Conferenza che, in ogni caso, dovrà vedere la partecipazione dei rappresentanti iracheni ai quali il ministro degli esteri Fini ha negato il visto.
Comitati IRAQ LIBERO
3 ottobre 2005
Lincontro internazionale di oggi è stato un momento di denuncia, di solidarietà, di lotta e di proposta.
Innanzitutto di denuncia della tremenda oppressione che vive il popolo iracheno, ma anche dellattacco ai più elementari diritti democratici ed addirittura al diritto di parola che attraversa le società europee.
La negazione del visto ad Haj Ali, il simbolo dei torturati di Abu Ghraib, segue quella opposta dal ministro degli esteri Fini ai sei alti rappresentanti della società irachena che dovevano intervenire alla prevista Conferenza di Chianciano. Si tratta di una decisione vergognosa, che calpesta le libertà conquistate in decenni di lotte e che arriva perfino a colpire odiosamente una vittima delle torture americane.
Ad Haj Ali, a tutte le vittime delloccupazione militare va la nostra piena solidarietà.
Unidentica solidarietà esprimiamo alla coraggiosa Resistenza del popolo iracheno che, contrastando con efficacia la più grande macchina da guerra della storia, combatte concretamente anche il più generale progetto di dominio planetario dellimperialismo USA.
Il significato di questa lotta va dunque ben oltre i confini dellIraq, rappresentando un esempio per i popoli oppressi di tutti i continenti.
Il nostro è stato anche un incontro di lotta, di persone che non si rassegnano allesistente, che vogliono battersi per la libertà dei popoli ed opporsi alla follia criminale della guerra di civiltà. Per dare sostanza a questa battaglia ci siamo dati un programma di lavoro, che è anche una proposta a tutte le componenti del movimento contro la guerra che in maniera articolata nei vari paesi ritengono che la lotta per la pace debba necessariamente coniugarsi con quella di resistenza alloppressione politica, militare, economica e culturale dellimperialismo.
La lotta per la pace deve essere per una pace giusta, rispettosa dei diritti dei popoli, fondata sul principio di autodeterminazione e di sovranità nazionale; cioè lesatto contrario della pace americana che si vorrebbe imporre allIraq.
Il programma di lavoro, uscito dalla discussione tra tutte le delegazioni internazionali presenti, è il seguente:
Consolidamento della rete europea a sostegno della Resistenza irachena e suo ulteriore allargamento a livello internazionale. Questa rete ha già dato buoni risultati, ma esistono oggi le condizioni per migliorare il coordinamento delle iniziative e lefficacia complessiva dellazione politica. Tutte le realtà organizzate presenti a Roma si impegnano a sviluppare la propria attività in maniera conforme a questi obiettivi.
La prima campagna che ci attende, in ordine di tempo, è quella per portare Haj Ali in Europa per poter svolgere il previsto tour di denuncia della brutalità delloccupazione imperialista. Il no al visto ad Haj Ali dal parte del governo italiano cioè di uno Stato che partecipa con circa 3000 soldati a questa occupazione può e deve essere battuto.
Si tratta di un vero e proprio test sugli spazi di libertà che ancora resistono nel nostro continente, sul quale è necessario chiamare alla mobilitazione tutti i sinceri democratici. Per impedire che passi questa ulteriore stretta antidemocratica, preannunciata dal varo delle cosiddette leggi antiterrorismo in diversi paesi, occorre infatti una forte risposta, ampia ed immediata.
Facciamo perciò appello a tutte le forze disponibili, perché nulla resti intentato, affinché nessuno possa dire che non sapeva.
Il tour di Haj Ali sarà in ogni caso continentale, per portare in ogni angolo dEuropa la voce della verità da contrapporre a quella della menzogna sulla guerra giusta che ci viene continuamente propinata dal sistema mediatico dominante.
Sarà questa loccasione per denunciare anche lesistenza dei desaparecidos, gli iracheni sequestrati e scomparsi nelle mani delle truppe di occupazione, come Jabbar al Kubaysi, presidente dellAlleanza Patriottica Irachena.
Contemporaneamente a questa attività andrà avanti da subito il lavoro per arrivare alla Conferenza internazionale con la presenza degli alti rappresentanti della società irachena già invitati a Chianciano.
La loro presenza è indispensabile non solo per far parlare finalmente dellIraq gli stessi iracheni, non solo per dar voce alle forze dellopposizione e della resistenza, ma anche e soprattutto per dare legittimità internazionale e riconoscimento politico a queste stesse forze.
Questa è la vera posta in gioco oggi, ed è su questo obiettivo che chiamiamo alla mobilitazione unitaria tutte le forze che vogliono dare un contributo concreto alla lotta di liberazione del popolo iracheno.
Le delegazioni internazionali presenti a Roma hanno convenuto allunanimità di perseguire lobiettivo della Conferenza, valutando nelle prossime settimane tutte le possibilità in campo nei vari paesi europei, a partire dalla continuazione e dallallargamento delliniziativa in Italia.
Al termine di questa verifica, che impegnerà le strutture di diversi paesi, verrà fissata la data ed il luogo della Conferenza.
Nel frattempo viene confermato il sostegno unitario ed internazionale a tutte le iniziative di solidarietà con la Resistenza, a partire da quelle già programmate nei prossimi mesi in Germania ed in Grecia.
Per quanto riguarda lItalia sosteniamo la realizzazione di una manifestazione nazionale di piazza da tenersi entro la fine del 2005, come momento unitario di rilancio del movimento contro la guerra, per un chiaro sostegno alla resistenza irachena e per contrastare con forza il crescente attacco alle libertà democratiche.
La forza della Resistenza irachena, la crescita dellopposizione popolare alloccupazione ed alla costituzione imposta dagli Stati Uniti e dai loro alleati, ci consegna una grande speranza di vittoria sulle forze imperialiste. Questa speranza deve essere raccolta dalle forze che nel resto del mondo si sono battute contro la guerra.
E questo il nostro compito oggi. Il programma di lavoro che ci siamo dati vuole rispondere a questa necessità.
Ci sono delle lotte che segnano unepoca. E toccato al popolo iracheno reggere oggi la prima linea che separa la libertà dalla tirannia.
Noi lo sosterremo in ogni modo, per la libertà e lautodeterminazione dellIraq, per la sconfitta della tirannia imperialista in tutto il mondo.
Roma 2 ottobre 2005