COORDINAMENTO NAZIONALE
"GETTIAMO LE BASI"

APPELLO
PER UN PERCORSO DI LAVORO E DI AGGREGAZIONE
E PER UNA MOBILITAZIONE PERMANENTE
CONTRO LE BASI MILITARI

Con la fine della guerra fredda e della contrapposizione frontale tra due blocchi politici e militari, ci si sarebbe potuti attendere un ridimensionamento e una sostanziale riduzione delle centinaia di basi militari sparse nel mondo soprattutto dagli USA e, in misura assai inferiore, da alcuni dei loro piu' stretti alleati.

E' accaduto e accade esattamente l'opposto.

Con la Guerra del Golfo, di cui proprio in queste settimane viene riproposta una seconda edizione, la guerra e' ridiventata protagonista della politica internazionale come strumento normale di intervento della sola superpotenza rimasta in campo. La NATO, lungi dallo sciogliersi, si sta allargando verso Est. I paesi dell'Alleanza, anche quelli che avevano avuto nei decenni trascorsi un ruolo militare di secondo piano come l'Italia, la Spagna o la Germania, organizzano Forze di Intervento Rapido da impiegare lontano dai propri confini.

In questo contesto, il nostro paese non e' secondo a nessuno. Da un lato funge con molto zelo da attiva retrovia degli USA per la loro proiezione militare verso i Balcani, il Mediterraneo e il Medio Oriente: le basi USA nel nostro paese vengono pertanto ulteriormente ampliate, come avviene ad Aviano e Sigonella. D'altra parte il nostro paese si attrezza per intervenire militarmente fuori dai propri confini anche per conto proprio, come gia' in Somalia e in Albania, e lo fa abbandonando il modello di esercito prevalentemente di leva per un esercito professionale e dotandosi di nuovi costosi armamenti tra cui una portaerei (vera e propria base galleggiante per operare lontano dalle coste italiane), il nuovo megaradar di Capo Teulada e i nuovi aerei da caccia "Eurofighter."

Nomi di belle localita' come Aviano, Sigonella, Ghedi, La Maddalena, San Damiano, ma anche di citta' come Napoli o Taranto e tanti altri sono diventati e sempre piu' diventano a tutti noti come nomi di luoghi sinistri e pericolosi, sia per genti lontane, vittime predestinate delle terribili armi custodite nelle basi, sia per le popolazioni che li circondano.

La strage di Cavalese è l'ultima tragica, evitabile, dimostrazione della pericolosità delle basi per le popolazioni. Le basi rappresentano una minaccia per le continue e rischiose esercitazioni, per la presenza, in alcuni casi accertata, di armi nucleari e di proiettili cosiddetti "convenzionali" all'uranio (e dunque radioattivi) gia' utilizzati nel Golfo, in Bosnia, a Panama, ma anche nelle esercitazioni, come è stato documentato nel caso del Giappone e della Corea del Sud; per altri tipi di inquinamento come quello acustico determinato dagli aerei; per gli incidenti che continuamente si verificano; per l'economia drogata che determinano, di cui pochi traggono vantaggio e molti sopportano il danno; per la militarizzazione del territorio; per le influenze culturali negative.

Ma le basi sono una minaccia anche per la democrazia e la libertà, perche' sono governate da accordi segreti definiti illegittimi nel 1995 anche da un ministro della Repubblica, costituiscono le retrovie impenetrabili da cui gia' in passato sono partite nel nostro paese sanguinose provocazioni, sono i santuari da cui possono partire e partono operazioni illegali di ogni tipo, dai traffici di armamenti allo spionaggio, alle aggressioni dirette e indirette contro paesi terzi e contro il nostro stesso paese.

Su questi temi e' necessario e urgente che un ampio movimento popolare faccia sentire in tutto il paese la propria voce, a partire dalle localita' piu' direttamente interessate, dove gia' esistono o si stanno costituendo comitati unitari contro le basi.

Il Coordinamento Nazionale Gettiamo le Basi, che si e' costituito dopo l'esperienza positiva del convegno di Pordenone del dicembre 1997, intende dare un contributo in questo senso proponendo un percorso di aggregazione, di approfondimento delle analisi e delle conoscenze e di iniziative variamente articolate su questi temi in tutto il paese e ricercando tutti i rapporti utili e necessari a questa battaglia in ambito nazionale e internazionale.

Il Coordinamento sostiene in questi giorni cruciali di vigilia di guerra tutte le iniziative che si propongono di impedire la partecipazione diretta o indiretta dell'Italia al nuovo massacro e l'utilizzo delle basi italiane da parte delle forze USA e invita tutte le forze disponibili a impegnarsi per dare continuità e spessore al movimento e allargare la partecipazione popolare a una vasta campagna
contro:

per

Come momento di sintesi del lavoro dei prossimi mesi, il Coordinamento propone sin d'ora, al di là delle scadenze che saranno imposte dal possibile precipitare di avvenimenti drammatici, una GIORNATA NAZIONALE DI MOBILITAZIONE CONTRO LE BASI da tenersi il 27 giugno 1998 (giorno in cui ricorre l'anniversario di Ustica) con manifestazioni nei pressi di tutte le più importanti basi militari.


Per informazioni ed adesioni rivolgersi a :

- Comitato contro Aviano 2000, e-mail: circzap@iol.it
- Falco Accame, Fondazione Pasti, fax 06-8174010, e-mail: s.deangelis@agora.stm.it
- Angiolo Gracci, La Resistenza Continua, fax 055-604464; e-mail : gracci@dada.it
- Luisa Morgantini, Associazione per la Pace, e-mail: fimcislitalia@mclink.it
- Tiziano Tissino, Beati i Costruttori di Pace, e-mail: tissino@tin.it

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