Astensionismo?
Il rischio č compromettere il dialogo con potenziali interlocutori

Paolo Bartolini

Fonte: www.giuliettochiesa.it
20aprile 2010


Roberto e Paolo hanno fatto una sintesi corretta e puntuale della relazione introduttiva di Giulietto, ma sembrano insistere sul tema dell'astensionismo come linea di programma per Alternativa. Le parole spese sul tema da Chiesa mi sembravano limpide e sufficienti. E' un peccato, dunque, doverci tornare sopra. L'astensionismo, a mio modesto parere, non centra affatto con lo slancio verso il cambiamento che stiamo sostenendo insieme. Il rischio č di compromettere il dialogo con molti nostri potenziali interlocutori. Non dimenticherei, inoltre, che il mondo dell'astensione č complesso ed articolato. Quanti sono, ad esempio, i qualunquisti che scelgono il non voto? Un'esigua minoranza? Io ho i miei dubbi. D'altronde, per chi non č visibile o ha pochissima forza comunicativa (come siamo noi allo stato delle cose) č impossibile parlare di astensione senza essere subito bollato come "irresponsabile", "inconcludente", "signor no". Credo, quindi, che sia bene iniziare ad organizzarci senza perdere la nobile arte della distinzione. Le battaglie sono molte e, in questo passaggio confuso di transizione, noi dobbiamo costruire percorsi comuni, votati al cambiamento delle istituzioni e al capovolgimento del racconto che il mainstream ci ha imposto negli ultimi decenni. L'astensionismo, vi prego, lasciamolo come opzione individuale. Rispettabilissima, ma individuale. Mi sembra una premessa laica per convivere dentro Alternativa e concordare sulle prioritā. Cari saluti e grazie per gli spunti di riflessione.

Paolo Bartolini


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