La posizione dei COBAS sulle prossime elezioni

Prima delle elezioni del  2006 avevamo segnalato in tutte le forme possibili gli enormi rischi di un governo Prodi che proseguisse le politiche berlusconiane senza Berlusconi, con dentro tutta la cosiddetta “sinistra radicale”, una parte della quale aveva operato per anni all’interno dei movimenti di lotta, guadagnandosi benemerenze, simpatia e credito presso significativi settori popolari, salariati, di movimento. Dicemmo: “Peggio di un governo di destra ci può essere solo un governo di ‘sinistra’, o presunta tale, che faccia una politica di destra”. I motivi di allarme ci sembravano evidenti: un governo del genere minacciava di disarmare, assai meglio di Berlusconi, le sinistre vere, i movimenti, le lotte, usando lo spauracchio del ritorno del centrodestra al potere.

Le cose sono andate ancora peggio delle più nere previsioni. Le iniziative del governo sono state improntate al liberismo più sfacciato, al bellicismo, al disprezzo dei lavoratori e dei settori popolari e al culto del padronato; e persino al razzismo anti- migranti, alla più vergognosa sottomissione al Vaticano e a tutti i poteri forti di questo disgraziato Paese. Sempre più allibiti e infuriati, abbiamo visto la riconferma delle missioni militari di guerra e l’aggiunta di nuove spedizioni come quella in Libano, che hanno portato l’Italia al quarto posto nella scandalosa graduatoria dei militari impegnati in missioni belliche; l’ampliamento delle basi militari Usa-Nato e l’imposizione alla popolazione vicentina, compattamente ostile, di una seconda base al Dal Molin; le spese militari aumentate del 25% in due anni; la riconferma della TAV e il proseguimento della devastazione ambientale, fino all’esplosione di quello scandalo internazionale che è lo smaltimento mafioso e assassino dei rifiuti in Campania; gli accordi del 23 luglio che hanno ulteriormente massacrato le pensioni ed eternalizzato la precarietà; due Finanziarie che, invece di far “piangere” i padroni, li hanno satollati oltre misura, colpendo ancora una volta i salariati e i settori popolari, portati oramai in massa alla soglia della pura sopravvivenza; la ripresa di violenze neofasciste, di aggressioni e intimidazioni che si sono alimentate nel generale humus politico-culturale di “revisionismo storico”.

E poi ancora: lo scippo del TFR; l’indulto per i padroni per i reati commessi ai danni della salute dei lavoratori, nonostante il terrificante record italiano di quattro assassinii sul lavoro in media al giorno, su cui il barbaro rogo della Thyssen Krupp ha gettato una oscena luce ma senza provocare alcun mutamento; la caccia all’immigrato romeno o rom; decreti sulla sicurezza di stampo fascista; nomina del principale responsabile delle violenze genovesi De Gennaro a comandante della “mondezza” in Campania; G8 del 2009 imposto alla Maddalena.

Quello che invece non abbiamo visto sono stati l’abrogazione del pacchetto Treu/legge 30, della Turco-Napolitano/Bossi-Fini e della riforma Moratti; una legge decente che garantisse i diritti civili delle coppie italiane, indipendentemente dall’orientamento sessuale; la legge sul conflitto d’interessi; la depenalizzazioni dei reati legati alle lotte sociali; la nuova legge sui diritti sindacali, che anzi sono stati ulteriormente massacrati dalla sempre più potente casta di Cgil-Cisl-Uil.

In questi due anni abbiamo subito, più che mai, l’erosione del potere d’acquisto dei salari, il restringimento degli spazi di libertà, il dilagare della clientela, della corruzione, del controllo da parte dei politici sulla magistratura e in difesa della casta, fino alla vergognosa solidarietà data da tutti all’inquisito Mastella; lo scatenarsi della repressione, con condanne a decenni per i fatti di Genova 2001, di Firenze 1999 (manifestazione contro la guerra in Jugoslavia), richieste di condanne pesantissime all’allucinante processo di Cosenza e a quelli a carico di coloro che hanno lottato contro il carovita: e tutto nel silenzio quasi totale della “sinistra di governo”, che ha invece parlato all’unisono per difendere la gerarchia di Ratzinger, contro i professori e giovani che, difendendo la laicità dello Stato, si sono opposti all’insopportabile ingerenza nella vita politica e culturale del nostro Paese di un Vaticano, che in questi giorni sta cercando di sferrare un attacco mortale persino al diritto delle donne ad abortire senza umiliazioni e con il minimo di sofferenza.

Oggi, a quasi due anni dall’avvento del governo Prodi, il quadro istituzionale è avvelenato come non mai, la mitica unità delle sinistre che doveva servire a fare argine a Berlusconi è stata distrutta dalle “sinistre” stesse e Berlusconi riaccreditato alla grande proprio da esse (Veltroni e Bertinotti in primis), che, come ciliegina finale al cianuro su una torta avvelenata, hanno lavorato con grande energia alla sua rivalutazione, tramite la trattativa sul sistema elettorale, dopo che la battaglia al Cavaliere aveva motivato per anni ogni schifezza. Il PD e il PRC sono arrivati al punto da proporre un governo con Berlusconi pur di salvare le poltrone, cancellando anche l’ultimo, o meglio l’unico, argomento che aveva legittimato il governo Prodi anche nei suoi punti più bassi. E non solo il centrosinistra tutto ha rivalutato il Cavaliere oltre ogni previsione, ma addirittura si è proposto e si ripropone di governarci insieme. Dicevamo prima delle elezioni che tra il centrodestra e il centrosinistra non ci sarebbe stata più differenza di quanta ce n’è negli Stati Uniti tra partito repubblicano e democratico. Sbagliavamo. Non c’è nemmeno più quella: il PD vuole, se i risultati elettorali saranno di un certo tipo, governare in una grande coalizione con Berlusconi e Fini.

La nostra distanza e ripulsa, dunque, nei confronti di PD e PdL è massima. Ma la neonata Sinistra Arcobaleno non merita nulla di più. Nasce come operazione obbligata per salvare le burocrazie di quattro partiti sottomessi in questi due anni al liberismo, bellicismo, clericalismo e razzismo del governo Prodi; e si dà come obiettivo ancora oggi l’alleanza e un governo comune con un PD legato al Vaticano e alla Confindustria, che a sua volta vuole governare con i Berlusconi e i Fini. E soprattutto nella Sinistra arcobaleno ci sono i partiti più responsabili dello sfascio a sinistra, della divisione e tentata disgregazione dei movimenti, i partiti che più hanno dato “scandalo” a giovani e meno giovani, togliendo la voglia, con il loro trasformismo senza limiti, a milioni di persone di continuare a battersi per un mondo migliore. Quella marea di giovani che a Genova si era avvicinata  al conflitto e alla speranza di “un altro mondo possibile” si è trovata di fronte una casta politica non dissimile dalle altre, disposta, oltre che a giustificare ogni infamia del governo Prodi, ad esaltare persino reparti bellici di ispirazione fascistoide come la Folgore o le gerarchie vaticane indicate come “maestre di vita e elevate autorità morali”, e ad attaccare i pochi e coraggiosi contestatori del papa-re alla Sapienza.

Di fronte a questo agghiacciante quadro chi ci dovesse dire: “non schierandovi con la sinistra contribuite al ritorno di Berlusconi”,  verrebbe ridicolizzato proprio dalla sedicente “sinistra”, visto che il progetto del PD è proprio quello di andare al governo con il Cavaliere, mentre le forze principali della Sinistra Arcobaleno hanno trattato con lui fino a ieri per la legge elettorale, definendolo interlocutore credibile e affidabile.

Per tutte queste ragioni, mentre confermiamo come COBAS il nostro massimo impegno per l’intensificazione del conflitto contro il liberismo, la guerra, il patriarcato, la devastazione ambientale, il razzismo, i nuovi rigurgiti fascisti, la repressione e contro qualsiasi governo emerga dalle urne del 13-14 aprile, nonchè la disponibilità ad ampie alleanze e a fronti e patti unitari tematici con chi è intenzionato come noi a lavorare per potenziare tale conflitto, dichiariamo che NELLE PROSSIME ELEZIONI NON SOSTERREMO NESSUNA LISTA, NON DAREMO INDICAZIONE DI VOTO PER NESSUNO, NON METTEREMO CANDIDATI IN ALCUNA LISTA; E CHE NOSTRI MILITANTI CHE DOVESSERO EVENTUALMENTE CANDIDARSI LO FAREBBERO SENZA ALCUN COINVOLGIMENTO DEI COBAS E NON AVREBBERO IL NOSTRO SOSTEGNO.

Confederazione COBAS


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