Lettera internazionale ai partecipanti alla Conferenza di Chianciano del 1-2 ottobre 2005
di solidarietà con la resistenza irachena

Si è aperto in Italia, dopo la decisone di convocare la conferenza internazionale di solidarietà alla resistenza irachena, un grosso scontro politico in cui stanno intervenendo tutte le forze in campo pro e contro la guerra in Iraq.

Come risulta dalla documentazione in allegato, l'obiettivo che i sostenitori della guerra si proponevano non è stato raggiunto. L'attacco non è riuscito poiché i comitati Iraq libero sono stati determinati e hanno dato vita a una clamorosa protesta davanti allo stesso ministero degli esteri stabilendo un presidio permanente dove sette membri stanno attuando uno sciopero della fame ad oltranza, per ottenere i visti di ingresso per gli invitati iracheni. Molto importante anche è il fatto che settori politici rilevanti della sinistra istituzionale e del pacifismo italiano stanno manifestando la loro solidarietà affinché la conferenza si tenga, i visti vengano concessi e sia respinta l'arroganza americana. A questo punto lo svolgimento della conferenza è divenuto un nodo cruciale dello scontro tra i fautori della guerra e i loro oppositori. A questo proposito vi ricordiamo che 44 parlamentari del congresso USA hanno chiesto all'ambasciatore italiano a Washington di impedire l'incontro di Chianciano Terme.

In allegato le più significative dichiarazioni di solidarietà finora pervenute.

A nostro parere la battaglia per consentire lo svolgimento della Conferenza in Italia deve continuare, sia perché lo spostamento della Conferenza in altri paesi porrebbe probabilmente gli stessi problemi, sia perché l'Italia è un anello importante della coalizione americana di occupazione dell'Iraq ma anche l'anello più debole, soprattutto nell'eventualità probabile della crisi del governo Berlusconi.

Entro la fine della prossima settimana saremo in grado di darvi notizie definitive sulle prospettive della Conferenza.

Nel frattempo vi preghiamo di farci pervenire il vostro punto di vista sulla situazione e mantenere stretti contatti per le decisioni che dovremo prendere.

Comitato esecutivo Iraq Libero Italia

Roma presidio Iraq Libero davanti al Ministero degli Esteri - 4 settembre 2005


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