Manifesto per l'Indipendenza Nazionale
della Corea del Sud

Fronte Democratico Nazionale della Corea del Sud

Seul 27 luglio 1985

Sono già trascorsi 40 anni dalla liberazione della Corea, ma le nubi nere delle calamità nazionali non si sono ancora diradate ed è in questa situazione che ci apprestiamo a celebrare il 15 agosto l'anniversario della liberazione. Nel giorno della liberazione del paese tutti i 30 milioni di coreani avevano salutato l'indipendenza col cuore traboccante di gioia. Per i coreani, che erano stati schiacciati e lamentavano la perdita della sovranità nazionale, niente era più prezioso dell'indipendenza e della liberazione del paese. E tuttavia nella Corea del Sud non sono ancora state raggiunte nè la liberazione completa nè la vera indipendenza.

Quando la Corea venne liberata, il 15 agosto 1945, i coreani desideravano ardentemente essere i padroni di un paese unificato e indipendente e creare la nuova storia di una nazione prospera. Ma il destino aveva in serbo per la Corea del Sud una nuova dominazione e una nuova sottomissione a forze straniere. La storia della Corea del Sud negli ultimi 40 anni ha visto non un processo di rinnovamento, ma la rovina sempre più rapida della nazione, non il consolidamento dell'indipendenza ma quello della subordinazione, non l'estendersi del benessere ma quello delle piaghe sociali.

Nella Corea del Sud non risuonano più le grida di vittoria per la liberazione, ma i lamenti per la perdita del paese. Non si sente l'inno alla prosperità ma l'invocazione del popolo che anela a recuperare la liberazione del 15 agosto.

Per questo, proponendosi di difendere i diritti e gli interessi delle masse popolari della Corea del Sud e interpretando la volontà dei compatrioti di emanciparsi dalla condizione di schiavi senza patria e di schiudere alla nazione una nuova era di grande prosperità, il Fronte Nazionale Democratico della Corea del Sud, consapevole della missione di raggiungere prima che sia possibile la liberazione autentica, in occasione del 40º anniversario della liberazione rende pubblico questo Manifesto.

Il nostro «Manifesto per l'Indipendenza Nazionale della Corea del Sud» rappresenta la rivendicazione pressante della sovranità autentica del popolo.

La liberazione nazionale è l'obiettivo che il popolo sudcoreano deve porsi ed è una necessità derivante dal sistema coloniale che vige nella Corea del Sud. La Corea del Sud non è che una colonia degli Stati Uniti, una versione moderna del Manchukuo.

La dominazione nordamericana sulla Corea del Sud ha lo scopo di farne una base strategica per dominare l'Asia e il resto del mondo.

Gli Stati Uniti si servono della Corea del Sud come di una base avanzata a buon mercato per lo scontro anticomunista. Per questo mantengono la loro dominazione combinando l'occupazione militare diretta con una forma di dominio neocoloniale indiretto e la politica delle «due Coree» con la strategia della guerra fredda.

Nella Corea del Sud esiste un presidente di uno stato nominalmente sovrano e un sistema politico basato sulla separazione dei tre poteri. Ma nessuno di essi dispone del potere di autodeterminazione.

La Costituzione sudcoreana riporta l'affermazione solenne che «la sovranità appartiene al popolo», ma i sudcoreani non hanno mai avuto la minima possibilità di costituire un governo o di eleggere un presidente secondo la loro volontà.

Nella Corea del Sud la «sovranità» non appartiene al popolo, ma agli Stati Uniti e gli affari dello stato non vengono diretti dalla Casa Blu, ma dalla Casa Bianca.

La Corea del Sud mantiene una forza militare pletorica, con quasi un milione di uomini dell'esercito e più di quattro milioni di riservisti, ma non ha un esercito per difendere il paese e la nazione e nessuno dei suoi tanti generali delle forze di terra, mare e cielo ha il potere di comando supremo dell'esercito. L'ambito di impiego dell'esercito sudcoreano viene definito dai piani operativi del Comando delle Forze USA e la sua vera funzione è servire da carne da cannone per le forze USA. La Corea del Sud, proclamata «prima linea strategica» degli Stati Uniti, è divenuta la loro base termonucleare più importante dell'Estremo Oriente per «il conflitto degli anni '80» e i sudcoreani si trovano così esposti al pericolo dell'olocausto nucleare.

L'economia sudcoreana non è un'economia nazionale che si regga sulle proprie forze, ma un'economia coloniale che sopravvive utilizzando i cascami dei capitali nordamericani.

Il capitale monopolistico americano, penetrato nel paese con travestito da «aiuti» e «prestiti», soffoca il capitale nazionale, e le società multinazionali statunitensi, veri mostri del ventesimo secolo, inghiottono tutta l'economia sudcoreana, calpestando senza pietà il diritto della nazione all'autodeterminazione. Il capitale monopolistico americano si ingrassa col plusvalore della Corea del Sud, mentre la popolazione lamenta salari di fame e si dispera per gli aumenti dei prezzi, le tasse e la disoccupazione.

La rovina di uno stato è un ben triste spettacolo, ma ancor più triste è la degenerazione morale di una nazione.

In Corea del Sud, istituzionalmente protetti dal regime, regnano il culto degli Stati Uniti, il servilismo nei loro confronti, l'anticomunismo, il tradimento della nazione, i modelli di vita occidentali e stranieri.

Nel dilagare di questi tumori maligni, lo spirito d'indipendenza nazionale viene calpestato, in seno alla nazione crescono la divisione e l'inimicizia, l'autentica cultura nazionale viene meno e la nazione stessa viene americanizzata.

Il dominio coloniale degli Stati Uniti non solo estorce il sangue e il sudore del nostro popolo, ma divide il nostro territorio e recide i legami tra le famiglie.

La divisione del paese da parte degli imperialisti americani ha imposto alla nazione umiliazioni spaventose e sventure e sofferenze inaudite che non risparmiano nessuno. Ma la divisione del paese tra Nord e Sud si irrigidisce sempre più invece di stemperarsi e avvicinarsi a un termine; la divisione tende a perpetuarsi e non a essere superata. E la divisione permanente significa la rovina e la morte della nazione. Non ci potrebbe essere tragedia più grande per il popolo del Sud ridotto a colonia.

In una colonia privata di sovranità, la conquista della liberazione nazionale è diritto e dovere inalienabile, il cui esercizio nessuna forza al mondo può impedire.

Come la si possa raggiungere il nostro popolo l'ha appreso col sangue in quattro decenni di lotte di massa.

Dalla Liberazione ad oggi non è trascorso un solo giorno che non abbia visto la lotta del popolo coreano che ha combattuto, versando il proprio sangue, per la libertà, la democrazia, i diritti all'esistenza e alla riunificazione della patria.

Nel corso di questa lotta sanguinosa il popolo coreano con l'Insurrezione popolare del 19 aprile ha fatto crollare il regime fantoccio di Syngman Ri, con la Resistenza democratica di Ottobre ha fatto giustizia del dominio fascista del Rinnovamento e con l'eroica insurrezione popolare di Kwangju ha compiuto l'impresa, che resterà per sempre nella storia, di liberare una grande città di 800.000 abitanti, costituendovi per dieci giorni lo «Stato democratico», baluardo della libertà e della democrazia.

E tuttavia l'aurora della democrazia e della riunificazione, che in quelle lotte incominciava ad albeggiare, è stata sempre oscurata, vittima della follia repressiva dei regimi militari fascisti, uno più feroce, dell'altro che si sono susseguiti nel paese. A manovrare dietro le quinte queste forze della reazione sono stati sempre gli Stati Uniti.

Attraverso queste esperienze il popolo sudcoreano si è venuto sempre più rafforzando nella convinzione che sulla nobile via della sovranità nazionale non ci può essere progresso alcuno senza il movimento di liberazione nazionale antiamericano.

Oggi il movimento di liberazione nazionale deve issare la bandiera antiamericana dell'indipendenza. La lotta antiamericana per l'indipendenza è la sola via che possa metter fine all'asservimento coloniale e recuperare il territorio e la sovranità nazionali, avvicinando così la democrazia e la riunificazione del paese.

La lotta di liberazione nazionale per l'indipendenza e la sovranità è uno scontro tra invasori e invasi, una lotta decisiva tra patrioti e traditori. Questa lotta ha per obiettivo principale gli aggressori imperialisti americani; è contro di loro che deve dirigere i suoi colpi, perchè l'imperialismo americano è il capofila dell'aggressione e dell'oppressione, è il nemico giurato della nostra nazione, quello che storicamente le ha inflitto disastri e sofferenze.

Essa è rivolta anche contro un pugno di traditori delle nazione, servili verso le grandi potenze e deve eliminarli insieme agli imperialisti americani. I capitalisti compradores, i burocrati reazionari e gli elementi filoamericani della Corea del Sud fanno da anfitrioni alle forze straniere per introdurle nel paese e sono una banda di traditori della nazione che calpestano e svendono la sovranità nazionale.

La forza motrice della lotta antiamericana per l'indipendenza nella Corea colonizzata è costituita dalle larghe masse che aspirano alla sovranità nazionale, dagli operai, dai contadini, dai giovani studenti, dai piccoli e medi commercianti e imprenditori, dagli intellettuali, dai soldati e dai religiosi patriottici. La classe operaia è la forza decisiva per la vittoria della lotta antiamericana per l'indipendenza. I contadini sono i suoi fedeli alleati. I giovani studenti sono la forza d'urto che apre i varchi sulla prima linea della lotta.

Il Fronte Democratico Nazionale della Corea del Sud, che si ispira ai principi immortali del Juche, rappresenta le aspirazioni e la volontà del popolo sudcoreano e ne costituisce l'avanguardia patriottica.

Nella lotta antiamericana per la liberazione nazionale e per l'indipendenza il compito storico del Fronte Democratico Nazionale della Corea del Sud e del popolo patriottico è la democratizzazione contro il fascismo e la riunificazione del paese. Questi obiettivi possono essere raggiunti grazie alla lotta antiamericana per l'indipendenza e la conquista dell'indipendenza può essere accelerata dalla lotta contro il fascismo e dal movimento per la riunificazione del paese.

La chiave della vittoria nella lotta che conduciamo per la liberazione nazionale contro gli imperialisti americani e i loro servi sta nel rafforzamento delle forze interne della nazione. Queste forze invincibili prendono forma e si alimentano facendo prendere coscienza e organizzando le masse nella pratica della lotta di massa.

Non c'è forza al mondo che possa vincere la forza delle masse che abbiano preso coscienza nazionale e politica e si presentino sull'arena della storia per forgiare il proprio destino.

L'unità è la fonte del potere delle forze interne della nazione.

Per unire la volontà della nazione e organizzare in modo efficace le forze popolari nella Corea del Sud bisogna formare un largo fronte nazionale unito e che comprenda i partiti, i gruppi politici e le altre forze patriottiche di tutti i settori sociali.

In questa congiuntura storica, in cui la lotta antiamericana per l'indipendenza s'impone come obiettivo storico della nazione, la posizione riguardo agli stati Uniti costituisce il criterio che permette di distinguere tra il patriottismo e il tradimento. La posizione antiamericana è patriottica; la posizione filoamericana rappresenta il tradimento.

La realtà esige che nell'interesse del paese le barriere che separano i gruppi politici e i partiti vengano superate e che tutti si impegnino nella lotta antiamericana per l'indipendenza animati dall'unico proposito della salvezza della patria.

Il Fronte Democratico Nazionale della Corea del Sud chiama tutti i figli di questa terra - siano essi nazionalisti o comunisti, credenti o non credenti, residenti in patria o all'estero, che si siano macchiati o meno di azioni contrarie agli interessi del paese - a raggrupparsi nel fronte unito nazionale e a impegnarsi risolutamente nel movimento antiamericano per l'indipendenza della Corea del Sud, apportandovi ciascuno il proprio specifico contributo, chi di forza, chi di conoscenza, chi di denaro.

La lotta antiamericana per l'indipendenza nazionale è già iniziata e la situazione si sta sviluppando in senso decisamente favorevole al popolo. Si avvicina il giorno di una battaglia decisiva per la sovranità nazionale e non possiamo più tirarci indietro. La liberazione nazionale è l'imperativo storico che non tollera dilazioni. Se oggi ci ritirassimo non potremmo mai più liberarci dalla schiavitù. Se non riuscissimo a venire a capo della crisi attuale, vedremmo scomparire per sempre l'omogeneità della nazione e l'unità della patria amata dei tremila ri (i 1.200 chilometri dall'estremo nord all'estremo sud della penisola, NdT). L'indifferenza significherebbe la morte, l'esitazione porterebbe alla sconfitta.

Questa è l'epoca dell'indipendenza, in cui i popoli umiliati e oppressi hanno occupato una posizione centrale nell'arena della storia e decidono la rotta tenendo il timone nelle proprie mani.

La politica del dominio sta retrocedendo di fronte alle impetuose ondate che segnano l'avanzare nel mondo della politica dell'indipendenza. Le nazioni oppresse conquistano una dopo l'altra l'indipendenza ed occupano la scena governando il proprio destino.

Che tutti i sudcoreani che amano il loro paese e la loro nazione e desiderano vivere nell'indipendenza si levino in questa epoca cruciale nella nobile lotta antiamericana per la liberazione nazionale!

Al fine di conquistare l'indipendenza nazionale, noi presentiamo il programma immediato di lotta che segue.

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