Secondo gli impegni presi a Torino nellincontro del 18 e 19 novembre, larea dei comunisti che in quella occasione si sono riuniti per aprire una fase di interlocuzione e di definizione di una prospettiva comune ha confermato lintenzione di ritrovarsi per una verifica delle possibilità di continuare in questa direzione.
Come per Torino, anche per Firenze non ci aspettiamo svolte storiche, ma andremo a valutare se il seme dellunità e della riflessione sui principali problemi politici, teorici e di bilancio storico ha sedimentato una comune volontà che porti a nuove sintesi.
Insistiamo sul fatto che non ci aspettiamo nessuna svolta storica dallincontro di Firenze perchè siamo consapevoli che le condizioni politiche e organizzative dellarea dei comunisti sono tali che non consentono un risultato di questo genere. Sarebbe quindi velleitario e foriero di nuove delusioni ogni tentativo di forzare la situazione. I comunisti non hanno bisogno di nuove invenzioni, ma di iniziare un lavoro di collegamento, di dibattito teorico e politico e di sperimentazione pratica che li porti ad essere protagonisti della battaglia per la ricostruzione di un vero partito comunista.
Il nostro non è un atteggiamento nostalgico, ma una esigenza di riprendere un cammino di lotta e di orientamento strategico che ci faccia uscire dal ghetto senza che questo ci porti a subordinarci al pensiero debole della nuova sinistra.
Quella di Firenze sarà dunque una discussione su una proposta di lavoro comunista che metta in movimento energie disperse e permetta un salto di qualità.