LA SINISTRA
 ovvero il pessimismo dell'intelligenza

Se perfino Rossana Rossanda è arrivata al punto di scrivere sul Manifesto, riferendosi alla sinistra di alternativa, 'dite qualcosa di nuovo e poi la dirigenza esca di scena', vuol dire che la credibilità degli orfani della falce e martello è scesa davvero in basso. Anzi, la Rossanda ha scagliato un anatema riguardo alle prossime elezioni: non azzardatevi a ripetervi perchè nessuno inviterà a votarvi. Non sappiamo se la cosa riguarderà anche il vecchio Ingrao, ma è probabile.

L'invito sicuramente è andato a vuoto, visto che le contorsioni dei sostenitori della rifondazione comunista cotinuano col rito dell'autocritica, senza che se ne cavi un ragno dal buco nonostante il fiume di parole.

"Certo che se ne devono andare... ma non se ne andranno..."

di Giulietto Chiesa

Quindi i compagni e le compagne che si aspettano qualche rinnovamento rimarranno delusi. Questi compagni e queste compagne, invece, provino a ragionare su un dato che appare ormai incontestabile: il ciclo politico iniziato nel '68 e che ha avuto articolazioni in più direzioni, da quella operaista, a quella movimentista, a quella istituzionale-elettoralistica è arrivato alla fine e non genera nuove pulsioni. Come sosteneva a suo tempo Berlinguer per l'URSS, si è esaurita la spinta propulsiva. E a dare il colpo decisivo è stata l'esperienza governista dei Diliberto e dei Ferrero che ha messo in luce chi sono veramente gli orfanelli della falce e martello e la costola vendoliana fuoriuscita.

Perchè diciamo questo? Non certamente per teorizzare una fase di vuoto pneumatico, ma per dire che l'attenzione va rivolta ai processi politici reali e alle questioni strutturali che emergono al livello interno e internazionale. Il fatto che rispetto a questi eventi ci sia chi adegua il discorso facendo il verso alla situazione fa parte del politicismo culturale della sinistra occidentale e dei marxologi di casa nostra e non del pensiero comunista rivoluzionario. Come va letta dunque la situazione, in attesa che eventi internazionali di grande portata intervengano a modificarla?

In Italia il vento di destra, che soffia ancora forte, sta trovando il suo punto di crisi nella capacità di gestione del sistema. Troppa demagogia e poco costrutto. Troppi provvedimenti pasticciati e ad uso e consumo di un regime da basso impero. Quelli che contano stanno pensando che così si rischia troppo e bisogna prepararsi. In questo senso la polemica sul colpo di mano di chi non è stato eletto acquista di significato. E Casini e D'Alema si fregano le mani e pensano al futuro governo centrista che prevede, tra l'altro di mettere ordine nel PD. La sinistra-sinistra avrà lo stesso trattamento. Un sei per cento potrà pesare nei futuri equilibri, non certo per ricreare condizioni di collaborazione governativa, ma per dimostrare che la destra politica non stravince e che il sistema gestito da Casini e D'Alema prevede anche una opposizione popolare. Quello che avviene in molti paesi europei e che gli orfanelli della falce e martello definiscono alternativa comunista, invece di chiamarla con il suo nome.

Per il resto, cari compagni e compagne c'è ancora tempo.

Erregi

15 giugno 2009


Ritorna alla prima pagina