I lamenti di Fosco Giannini
e la fine del 'comunismo' in Italia

E’ dagli anni’90 che è iniziata la telenovela della rifondazione comunista in Italia e da allora la situazione è andata via via peggiorando. Dal comunismo siamo arrivati al bertinottismo, cioè alla definizione della storia comunista come un secolo di errori e di orrori. Mentre avveniva questo, una costola dei rifondatori del comunismo è andata al governo con D’Alema e ha bombardato la Jugoslavia. Poi le due costole del ‘comunismo’ italiano si sono ritrovate al governo con Prodi e hanno continuato a bombardare l’Afghanistan e ad aumentare la presenza di guerra degli americani in Italia. Questo modo di fare è stato fortunatamente bocciato dagli elettori, che hanno messo in crisi la rappresentanza parlamentare della sinistra radicale e aperto uno squarcio sulla natura putrida di questa area politica. Ma, come dice il proverbio, si perde il pelo non il vizio. Ed ecco quindi che viene riattivata la commedia congressuale della difesa dell’ortodossia. La sconfitta di Niki Vendola all’ultimo congresso del PRC faceva presagire una svolta di sinistra che riportasse Rifondazione nell’alveo di una prospettiva comunista. Noi ovviamente, conoscendo i soggetti, non ci abbiamo creduto ,ma quello che conta è la prova dei fatti.

I fatti ci dicono che una volta vinto il congresso è ricominciato il lavorio per creare uno schieramento elettorale che copra l’arco della sinistra, sia un leale collaboratore del PD e raccolga i voti necessari ad andare in Parlamento. Su questa prospettiva è nata la federazione della sinistra alternativa che, peraltro, per bocca di Claudio Grassi, l’ala ‘bolscevica’ di rifondazione, ha riaperto il dialogo con Niki Vendola. Sperando magari nel buon senso di Bersani.

Su queste vicende sta crescendo un coro di proteste che ci sembra però poco convincente dal momento che chi protesta avrebbe dovuto sapere di che pasta sono fatti i dirigenti rifondaroli a partire da Ferrero, ministro del governo Prodi.

Al coro si è aggiunta anche la voce de l’Ernesto rivista ‘comunista’dentro il PRC. Solo che l’esponente di punta di questa rivista, Fosco Giannini si è ritrovato con 6 voti contro 119 all’ultimo comitato nazionale del partito, il che la dice lunga sulla natura comunista dei congressisti che hanno portato Ferrero alla segreteria del partito. Ma la cosa più grave è un’altra e cioè che mentre si accusa il PRC di una deriva elettoralistica e subalterna al progetto della federazione della sinistra, si invoca come alternativa l’unità organica e strategica col PdCI di Diliberto. Questo spiega, forse, perché Fosco Giannini abbia ottenuto solo 6 voti al CPN di Rifondazione. E speriamo che questo finalmente ponga anche la parola fine all’equivoco che il gruppo dell’Ernesto ha sempre rappresentato.

Erregi

18 ottobre 2009


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