CINA E USA
Le divergenze parallele

Dopo anni di bon ton tra americani e cinesi sembra che si sia arrivati a una vera e propria resa dei conti. Obama, il democratico, riarma Taiwan, riceve il Dalai Lama, usa internet per gridare alla repressione e allo spionaggio e, soprattutto, cerca di fermare l’avanzata dello 'impero giallo’ nell’economia mondiale.

Qualcuno ha evocato la storiella del gatto e il topo di denghiana memoria. Ma in questo caso chi è il gatto e chi il topo? Se vogliamo riferirci ai risultati la realtà appare evidente. Gli USA sono in piena crisi economica, mentre la Cina mantiene tassi di sviluppo altissimi e consolida le sue posizioni. La competizione non è pero come una partita di calcio, ma comporta risvolti drammatici che è bene considerare.

Finora siamo stati portati a vedere il rapporto tra USA e Cina come uno sviluppo parallelo: da una parte gli americani che con Bush o senza hanno continuato a giocare nel giardino di casa, mondo occidentale e aree connesse, dall’altra i cinesi occupati nei loro affari: vendere e produrre merci, diventando la fabbrica del mondo, accaparrare materie prime e addirittura diventare i più grandi creditori dell’impero del male.

Questo parallelismo, alla lunga, non poteva durare. Pur continuando a sorridere, come del resto hanno fatto da parte loro i cinesi, Gli USA avevano provato a fermare il loro vero, potenziale, nemico con mezzi indiretti. La prova generale di un possibile rovesciamento della leadership cinese si era avuta con Tien an Men, con Gorbaciov connivente e protagonista dell’evento. Fallito quel tentativo, ci si è attaccati al Tibet e alle minoranze musulmane, alimentando le rivolte. Il tutto tra l'eccitazione delle sinistre di stampo rifondarolo e trotsko-movimentista che, come sempre è avvenuto, coltivano in cuor loro una profonda vocazione imperialistico-occidentale.

Visti i risultati negativi si passa ora al confronto diretto. Quello che agli sprovveduti sembrava un evento quantitativo si è tramutato in elemento qualitativo. La potenza cinese ha attaccato l'avversario sull’arena dell’economia internazionale, determinando uno scacco matto che non può essere tollerato dagli americani. Questi non accetteranno di ripiegare senza combattere. In quale modo lo vedremo. Noi ricordiamo quello che ebbe a dire il presidente Mao: dobbiamo disprezzare l’imperialismo strategicamente, ma tatticamente prenderlo in seria considerazione. I comunisti sono avvertiti.

Erregi

8 febbraio 2010


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