LA RUOTA DI SCORTA
Il PRC in mezzo al guado per annegare

Le stime elettorali per le prossime elezioni danno la Federazione della sinistra, dunque PRC, PdCI e Socialismo 2000 all'1,5%. Una percentuale irrisoria se si pensa all'8% dell'epoca di Bertinotti e Cossutta. Come nel famoso film è il caso di dire: come siamo caduti in basso! Eppure, alla vigilia della probabile scomparsa politica (dal Parlamento sono già stati eliminati) i rifondatori del comunismo italiano ci riprovano a mettere in piedi un ragionamento per agganciare il carro dell’alternativa al governo Berlusconi e tentare di occupare qualche poltrona in Parlamento.

Intanto analizziamo il ragionamento dei nostri 'comunisti' italiani sulle prospettive politiche a sinistra. Essi sostengono due cose, ambedue false. La prima è che si possa giocare in piena autonomia un ruolo sulla preparazione dell’alternativa a Berlusconi proponendo un largo fronte che rovesci l’attuale governo. Tenendo conto delle forze in campo, largamente dominate dai moderati di centro e dalla destra liberale, un minipartito di sinistra senza forza parlamentare non può minimamente incidere sull’evoluzione della situazione politica italiana partecipando fittizziamente a delle scelte che partono da ben altre situazioni. A decidere chi sostituirà Berlusconi non sarà un fronte antiberlusconiano democratico, ma la formazione di una alleanza tra i poteri forti dell’economia, della finanza e delle istituzioni che ritengono esaurito il ruolo del precedente governo. In realtà i rifondatori del comunismo italiano sperano solo di essere riammessi nel circuito parlamentare senza voler ammettere che i loro voti serviranno solo a rafforzare un governo liberale.

La seconda cosa, palesemente falsa, che viene sostenuta da quella che viene definita Federazione della Sinistra, a cui aderiscono appunto PRC PdCI e Socialismo 2000 di Cesare Salvi è che esista una possibilità di determinare una ripresa di questo genere di sinistra a livello politico, parlamentare e di classe.

Questa sinistra è stata spazzata via con l’esperienza del governo di centrosinistra di Prodi dove PdCI e PRC hanno partecipato direttamente accettando una politica di partecipazione alle guerre USA e Nato, alla linea liberista del ministro Padoa-Schioppa, alla sostanziale acquiescenza dell’Italia alla linea dell’Unione Europea e della sua banca centrale a guida tedesca.

Ai compagni e alle compagne che pensano che bisogna comunque votare queste liste di sinistra, ribadiamo che non ci sono scorciatoie. La sinistra storica e le formazioni politiche che hanno usato il nome comunista non possono garantire nulla se non la continuazione di un'illusione che trova sempre minori consensi. Per questo l’astensionismo di sinistra è ormai molto diffuso e diventa, a livello di massa, il punto strategico da cui ripartire.

Roberto Gabriele


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