DOPO L'ORA X
le trasformazioni politiche postberlusconiane

Alla vigilia del fatidico 14 dicembre non porta bene fare previsioni sulle prospettive, ma la questione non è se il governo cadrà o meno, ma capire quello che accadrà nel prossimo futuro.

Quello che emerge, contrariamente a ciò che pensano i 'sinistri' impegnati a trastullarsi sul Berlusconi sì Berlusconi no, è che siamo in presenza di una profonda trasformazione degli assetti politici, dalla quale uscirà una situazione del tutto nuova, di cui bisogna trovare la chiave di volta per capire dove e come intervenire.

Si ragiona molto sulla crisi della destra ma poco, molto poco, sulla sinistra e sugli effetti della sua crisi nel lungo periodo. Intanto ragioniamo sulla destra. Quello che è sotto gli occhi di tutti è la divisione palese delle forze politiche di centro e di destra che rappresentano la borghesia oggi, mentre nell’ultimo decennio Berlusconi ne era il riferimento egemone. Ancora i campi di azione e di rappresentanza non sono definiti, perché ci troviamo in una fase di formazione e di ridefinizione, ma questo sarà il lavorio politico dei prossimi mesi. Qualcuno potrà dire che la questione su cui stiamo ragionando è ovvia, ma ovvie non sono le conclusioni che si possono trarre. Difatti la scomposizione del centro destra produce, come i fatti stanno evidenziando, uno spostamento al centro di settori di quella che impropriamente veniva definita sinistra, sicchè alla destra tradizionale del Polo delle Libertà si affiancherà un’area di rappresentanza di centro destra destinata a esercitare una funzione egemonica rispetto agli alleati. Possiamo dire che in questo modo siamo entrati veramente in Europa, dove la Merkel e Sarkozy dominano la scena.

E la sinistra? Chi si era illuso che attorno al PD si potessero svolgere operazioni di pressione per indurlo a sostenere una coalizione antiberlusconiana di alternativa dovrà constatare che l’ipotesi non regge e, come abbiamo sempre sostenuto, non poteva reggere. L’alternativa a Berlusconi non è nata nel centro sinistra ma nel centrodestra. Non solo, ma dentro il centro sinistra è iniziato uno smottamento dagli esiti imprevedibili. Non solo gli ex democristiani sono in sofferenza, ma tutto il popolo degli arrivisti, degli affaristi, dei trasformisti è destinato ad abbandonare la nave in difficoltà.

L’esempio del sindaco PD di Firenze Renzi che incontra ’privatamente’ Berlusconi per chiedere soldi per i suoi programmi è clamoroso, ma non è l'unico. Si stanno dunque spegnendo le ultime speranze del PD di diventare il partito dell’alternativa. Al più sara una forza di supporto ad altri. Se il re è morto possiamo gridare viva il re? E’ presto per dirlo, ma la  recente manifestazione dei metalmeccanici, la linea della CGIL, l’operazione democratico radicale che ha agito nella TV di stato, il ruolo del quotidiano IL FATTO, stanno a significare che la crisi del PD potrebbe far nascere una nuova formazione di tipo laburista che potrebbe raccogliere una parte dell’esercito sconfitto di Bersani, D’Alema e Veltroni.

Per non morire socialdemocratici bisogna discutere sul che fare?, ma per questo ci vogliono interlocutori al di fuori del teatrino della vecchia sinistra antagonista e di quelli che in questo teatrino si esibiscono come comunisti double face.

Erregi

8 dicembre 2010


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