Su Berlusconi un risultato eccellente

La discussione se Berlusconi ha vinto o ha perso sta tutta dentro un dibattito istituzionale e parlamentare che, come al solito, nasconde i dati essenziali e di prospettiva. Si dice che Berlusconi ha vinto perchè ha avuto la maggioranza anche alla Camera. Questo è vero, ma la sua vittoria non consiste in ciò. La sua vittoria sta nel fatto che questo governo e questa maggioranza reazionaria hanno ancora, nonostante tutto, la forza di dominare la scena e che il capo della maggioranza ha ancora la forza, nel suo stile tra il capo gang e il fascista, di mettere l'opposizione alle corde. Non si può dunque dire che il pericolo sia cessato.

E' vero anche che la nuova situazione, con due voti di maggioranza relativa e non la maggioranza assoluta, alla fine non assicura la vita del governo. Alla lunga il logoramento prevarrà e allora si andrà alle urne e in quel caso Berlusconi spera di vincere ancora una volta, non con un partito sfaldato come il Popolo delle Libertà, ma con una formazione tipo PNF della Repubblica Sociale mussoliniana che porterebbe anche il nome significativo di 'Italia Avanti'. Non è però la ridotta della Valtellina, ma una sorta di Linea Gotica in attesa che l'avversario riorganizzi l'offensiva.

Dal nostro punto di vista, però, la questione non va analizzata così. A noi serve capire il dato che si è prodotto sulle questioni che ci interessano. Il primo dato è comunque che l'onda lunga del berlusconismo si è fermata e che si può organizzare il contrattacco. Ma quale? Non certo quello che stava preparando il terzo polo, a cui il PD sarebbe risultato subalterno. Da questo punto di vista la 'vittoria' di Berlusconi in fondo è servita a bloccare per ora questa prospettiva, che avrebbe consegnato le classi subalterne al partito dell'ordine e della austerità. Quindi c'è tempo per respirare e pensare al futuro. Un futuro non basato sul fumo vendoliano o su una improbabile alternativa centrata su quello che si continua a definire centro-sinistra.

La prospettiva su cui bisogna lavorare, oltre all'opzione astensionista che sta montando nelle previsioni, è quella di coniugare la parte migliore della battaglia democratica contro Berlusconi con la ripresa di un esteso movimento di lotta che proprio il 14 dicembre si è ancora una volta evidenziato. La rappresentanza politica di questo rapporto ora non esiste per le note caratteristiche della situazione italiana: minoritarismo ideologico da una parte e movimentismo dall'altra. Finchè la sintesi tra queste due cose non si realizzerà, al di fuori della logica parlamentaristica e trasformista della sinistra, consegneremo episodi come quelli del 14 dicembre a Roma agli apologeti della non violenza.

Erregi

14 dicembre 2010


Ritorna alla prima pagina