Anche se in maniera maldestra, Berlusconi ha recitato la parte del salvatore della patria riportando alla ribalta questioni di alchimie elettorali. Pochi però hanno evidenziato la gravità delle cose dette in conferenza stampa. In sostanza ha avuto il coraggio e la sfacciataggine di parlare di sistema francese e di doppio turno elettorale, nella consapevolezza che oggi, di fronte alla crisi dei partiti governativi e filo governativi, la via di salvezza sta nel trovare l'imbroglio che dia legittimità alla minoranza che vuole continuare a governare.
La questione non è di poco conto, perchè il terremoto elettorale che ha messo in evidenza l'inconsistenza delle vittorie ottenute, centro sinistra compreso, in qualche modo, per chi detiene il potere deve essere affrontato e quindi, delle due l'una: o si mette in mora manu militari il sistema della rappresentatività, oppure si elabora un sistema di voto che freni la frammentazione e dia di nuovo legittimità ai professionisti del voto.
Bisogna battere sul tempo questi progetti, che non sono solo della destra in disfacimento, ma riguardano il PD e Casini. Franando la credibilità dei sostenitori del governo Monti si cerca di trovare il modo di riguadagnare credibilità riverniciando i vecchi edifici della politica. Certamente non possiamo prefigurarci battaglie parlamentari come quelle che si svolsero all'epoca della legge truffa del '53, mancando il presupposto di una vera opposizione politica e popolare. La disponibilità all'accordo tra i gruppi in parlamento esiste, come dimostra il lavorio di Luciano Violante, quindi bisogna prendere di petto la questione prima che sia troppo tardi.
Come? Prima che sia troppo tardi occorre, con l'astensione alle elezioni politiche del prossimo anno, mettere in evidenza la non rappresentatività di chi pretende di governare in nome e per conto di chi rifiuta il voto non perchè esprime l'antipolitica, bensì perchè vuole una nuova politica. E una maggioranza di non votanti mette in moto, politicamente orientata, un processo che può portare a un cambiamento effettivo. In questo contesto politico è un passaggio preliminare, una condizione senza la quale si rimettono in gioco logiche di recupero del dissenso.
Nella logica del trasformismo rientrano anche quei cosiddetti partiti alternativi di cui Niki Vendola è l'esponente più accreditato. E' in particolare da questa sponda che vengono gli appelli a scegliere rivolti al PD. E quando si vuol evitare di dare un giudizio su Bersani e sulla natura del suo partito non c'è futuro. Noi cominciamo a costruirci questo futuro organizzando l'astensione politica.
Erregi
27 maggio 2012